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www.ildialogo.org Dialogo, dialogo e ancora dialogo. Una scelta tra la vita e la morte!,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Dialogo, dialogo e ancora dialogo. Una scelta tra la vita e la morte!

di Giovanni Sarubbi

Giovanni Sarubbi
I
l 3 giugno scorso a Cremona è successo qualcosa, durante il comizio di Mattero Salvini capo della Lega Nord, partito che ha truffato 49 milioni di euro agli italiani, su cui occorre spendere qualche parola.
«Alcuni giovani cattolici presenti in piazza, – scrive un testimone oculare in una lettera inviata ad Avvenire - hanno esposto uno striscione formato sciarpa con la scritta evangelica “Ama il prossimo tuo” proprio mentre il comizio del ministro dell’Interno entrava nel vivo. Il piccolo striscione non è stato tollerato a lungo dai numerosi sostenitori di Matteo Salvini che hanno circondato il nostro amico che, a braccia alzate, reggeva in alto la scritta e a forza gliel’hanno strappata di mano. Ci sono dei video che testimoniano l’accaduto. Solo a incidente avvenuto, il leader della Lega Salvini ne ha sminuito e distorto il senso invitando i suoi sostenitori a lasciar perdere il comunista di turno che gli farebbe tanta compassione».
Perchè Matteo Salvini ha dato del comunista ad un giovane cattolico che esponeva il solo ed unico comandamento che Gesù ha lasciato ai suoi discepoli?
Sia su Avvenire sia su altri giornali la frase di Salvini è stata liquidata come dimostrazione del fatto che, vedi sempre le lettere pubblicate da Avvenire, «i veri nemici della Lega non sono i comunisti, che semmai sono degli avversari sullo stesso piano ideologico da combattere e battere, ma i cristiani che non temono di mettersi in gioco per contrastare la menzogna e la prepotenza con spirito di verità e amore al servizio di Cristo». E questo perché il Salvini ha detto che a lui i “comunisti” gli fanno tenerezza.
A me la frase di Salvini sui comunisti ha ricordato una affermazione di Dom Hélder Câmara molto nota. La frase è questa:
«Quando io do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista.» (Dom Hélder Câmara).
Non è dunque così semplice liquidare la frase di Salvini come segno della sua ignoranza del Vangelo da un lato e dall’altro come indicazione di amicizia o simpatia per i comunisti che andrebbero anche essi combattuti dai cristiani come i leghisti. Mai analisi è stata più nefasta e priva di qualsiasi memoria storica di ciò che è successo con la prima e la seconda guerra mondiale e con l’antisemitismo e lo sterminio dei ebrei. Una cosa è comunque certa, che quello di Salvini è un movimento fatto da persone cattive che non solo odiano chi ama e chi parla di amore, ma li picchiano anche, li aggrediscono e fanno anche di peggio come facevano fascisti e nazisti.
Che Salvini ignori il Vangelo che agita nei comizi è una sciocchezza che è ora di sfatare. Il problema non è che lui ignori il Vangelo, il problema è che i leghisti lo interpretano come facevano nazisti e fascisti nei rispettivi regimi. La frase “ama il prossimo tuo”, ad esempio, viene reinterpretata dai leghisti nel senso più restrittivo possibile, intendendo per “prossimo” la propria famiglia o, sul piano politico, al massimo gli “italiani”, categoria questa non meglio definita nella “cultura” della Lega che fino a qualche anno fa parlava, con Gentilini, “di razza Piave”, o poco più di un anno fa di difesa della “razza bianca” o “pura razza padana” con Attilio Fontana . Per il razzismo antimeridionale che ha caratterizzato tutta la prima Lega Nord, i meridionali non avrebbero diritto a qualificarsi come italiani. Dunque siamo di fronte ad una visione razzista del concetto di “prossimo” con tutti in lotta contro tutti.
Salvini cioè con la sua dichiarazione sui “comunisti” non vuole dichiarare che la frase “Ama il prossimo tuo” sia “vangelo” se non inteso nel senso restrittivo promosso dalla Lega, un “vangelo nazionalistico” che è alla base di un “cristianesimo nazionalistico” o “sovranista” che dir si voglia già propugnato da nazisti e fascisti nei loro regimi nella prima metà del secolo scorso.
Etichettando come “comunista” il giovane cattolico di Cremona Salvini dice che quello non è “vangelo” perché chi rappresenta il “vangelo” è lui e la sua Lega. Lo etichetta come “comunista” per metterlo alla berlina e per stimolare l’anticomunismo da sempre presente in ambito cattolico come retaggio proprio del fascismo e del nazismo che con il cattolicesimo stipularono i concordati. Anticomunismo che è servito ai ricchi per diventare ancora più ricchi a danno dei poveri e anzi facendo scannare i poveri tra di loro in ben due guerre mondiali e ora in questa “terza guerra mondiale a pezzi” che stiamo vivendo e di cui fa parte la guerra contro i migranti di cui Salvini è il campione. Poveri che vengono aizzati da chi è ricco e gaudente contro altri poveri più poveri e miserabili di loro a tutto vantaggio dei multi miliardari a cui Salvini e soci spianano autostrade di vantaggi fiscali di tutti i tipi.
Spingere i cristiani, ed in particolare i cattolici, a schierarsi contro Salvini ma al tempo stesso anche contro i comunisti credo sia la cosa più idiota che si possa fare. Semplicemente perché non sono oggi in Italia e nel mondo i comunisti ad insidiare le libertà democratiche o ad usare la religione per scatenare e sostenere le guerre in corso. Non sono i comunisti che chiudono le fabbriche o le trasferiscono nei paradisi fiscali o dove la manodopera non costa nulla. Sono gli amici di Salvini, i padroni e i padroncini legati alla Lega e ai 5stelle, che stanno imbarbarendo la nostra società tanto da consentire che ad un comizio di quello che dovrebbe essere il ministro dell’interno della nostra repubblica, un pacifico cittadino venga picchiato o minacciato o insultato ed indicato al pubblico ludibrio da un bullo che ama travestirsi da poliziotto pur non essendolo e che per legge non lo potrebbe fare. E, cosa grave, non c’è alcun vertice della nostra Repubblica che ha alcunchè da dire e che continua a promulgare tutte le leggi porcate che gli vengono sottoposte.
Non sono i comunisti che hanno approvato la legge sulla cosiddetta “legittima difesa” che si sta dimostrando per quella che è, una legge che ha sdoganato nella testa della gente la libertà di uccidere, anche di fronte ad una inesistente minaccia, come è successo la settimana scorsa a Brescia. Non sono i comunisti i responsabili delle migliaia di morti nel mediterraneo a causa della chiusura delle frontiere volute dai governi europei e dal governo italiano in primo luogo. Non sono i comunisti che hanno dichiarato “guerra ai profughi” come afferma continuamente la “cattolica” Giorgia Meloni che parla di blocco navale e affondamento dei barconi.
La frase di Salvini sui “comunisti” serve a dire al mondo cattolico che è lui il cattolico ed è a lui che i cattolici devono guardare perché i cattolici, come diceva in sostanza Dom Hélder Câmara, non devono occuparsi di chiedere il perché esistano i poveri né tentare di eliminare alla radice la povertà. E quando lo chiedono sono sicuramente comunisti perché sono i comunisti che vogliono realizzare la giustizia sociale in terra e non nell’aldilà. Era questo uno dei “pericoli” contro cui si scagliava la Rerum Novarum di Leone XIII che difendeva la proprietà privata come diritto naturale dell’uomo. Il cattolicesimo a cui fa riferimento Salvini è una religione asservita al potere, è instrumentum regni , è uno strumento che il potere usa per schiavizzare i poveri e sostenere i ricchi.
La questione è dunque un po’ più complicata di come la si vuole interpretare in ambito cattolico, anche in quel cattolicesimo che non è schierato con Salvini. Parlare dei “comunisti” come ha fatto Avvenire nelle lettere citate è prestare il fianco proprio a Salvini, è cedere proprio alla sua propaganda.
La boutade di Salvini sui “comunisti” pone ai cattolici italiani il problema di differenziarsi nettamente dal “cattolicesimo leghista”, che è quello dei nazisti e dei fascisti del secolo scorso impregnato proprio di anticomunismo e cioè di uno spirito servile nei confronti dei ricchi e dei potenti di turno. Il problema non è quello di prendere le distanze dal “comunismo” bensì quello di prendere le distanze da un potere economico e politico che usa la religione per affamare i popoli, ridurli in schiavitù, promuove guerre e costruzioni di armamenti sempre più potenti e distruttive e inquinare la Madre Terra irrimediabilmente.
Comunismo e vangelo di Gesù di Nazareth sono perfettamente compatibili. Lo stesso materialismo storico e dialettico non è in contraddizione con il vangelo di Gesù di Nazareth. Lo teologia della liberazione e i rapporti fecondi che essa ha intrattenuto con il socialismo scientifico di Marx (vedi opere di Giulio Girardi) stanno li a dimostrare che il muro costruito da fascisti e nazisti e dal grande capitalismo internazionale contro il comunismo e i comunisti serve solo a preservare il loro potere che sta portando l’umanità alla rovina. “Il cristianesimo nasce comunista, il comunismo nasce cristiano”, affermava Ernesto Buonaiuti.
Allora serve dialogo fra le fedi e serve anche dialogo fra i movimenti politici che promuovono la giustizia sociale e si oppongono allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e alla ricchezza per pochissimi individui e alla miseria per la quasi totalità della popolazione mondiale. E serve dire parole chiare contro il “cristianesimo sovranista” che è la fotocopia del “cristianesimo tedesco” promosso dai nazisti o del cattolicesimo italiano promosso dal fascismo con i rispettivi concordati.
Vivere come seguaci di Gesù di Nazareth o morire come seguaci del “cristianesimo leghista”? Questo è il dilemma che gli eventi di Cremona del 3 giugno scorso pongono ai cattolici e ai cristiani di ogni confessione esistenti. O, volendolo dire con altre parole più marcatamente religiose, abbracciare il diavolo o Gesù e il suo Vangelo?
È una scelta tra la vita e la morte e io non ho dubbi da che parte stare. E tu???
Giovanni Sarubbi



Domenica 16 Giugno,2019 Ore: 23:30
 
 
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