- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (360) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Facciamo del 15 marzo una giornata di lotta contro l'islamofobia,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Facciamo del 15 marzo una giornata di lotta contro l'islamofobia

di Giovanni Sarubbi

L
La destra fascista e nazista ha fatto una strage in Nuova Zelanda. Sono gli stessi di sempre. Ferocemente antisemiti ieri, ferocemente anti islamici oggi. 50 morti e altrettanti feriti in due moschee nella città di Christchurch (che letteralmente significa “chiesa di Cristo”), una città che secondo i suoi fondatori nel 1850 doveva essere formata da persone oneste, laboriose e sobrie e dove il governo fosse espressione dell’unione ferrea tra organi ecclesiastici e nobiltà. Una città di Cristo nel senso più stretto del termine.
La strage è avvenuta venerdì 15 marzo 2019, giorno che i musulmani dedicano alla preghiera e tutti gli uccisi e i feriti erano in preghiera. La data non è casuale ed è stata scelta con cura per depotenziare e gettare nello sconforto i milioni di giovani che in tutto il mondo, proprio il 15 marzo, hanno dato vita a imponenti manifestazioni per chiedere di agire per la salvezza dell’umanità dalla sua autodistruzione, a causa dei cambiamenti climatici e dei pericoli sempre più gravi di una guerra nucleare catastrofica.
Le reazioni della politica italiana alla strage di Christchurch sembrano provenire da un altro mondo.
La politica italiana è sintonizzata solo sul canale “terrorismo islamico” e su tutto ciò che serve ad aizzare la gente contro i musulmani che vivono affianco a noi, anche quando sono essi le vittime del terrore omicida. Per la politica i morti per mano di feroci assassini che si definiscono “suprematisti bianchi” e addirittura “cristiani” sono morti di serie “D”, che non meritano alcuna considerazione, al massimo qualche dichiarazione formale di vicinanza alla vittime, ma poi si ritorna a parlare immediatamente di “terrorismo islamico” o si usa ciò che è successo per mettersi in primo piano. Lo ha fatto il solito “nuovo duce” della Lega nord, nonché vice presidente del consiglio e ministro dell’interno, lo ha fatto, purtroppo, questa volta anche il capo dello stato Mattarella.
Il primo ha affermato che “l’estremismo islamico è l’unico pericolo da monitorare”. Nel solito twitt ha espresso prima il cordoglio formale e poi ha messo le mani avanti, mettendosi al centro della scena, dicendo che lui non c’entra nulla e che prova «compassione per quelli che “è sempre colpa di Salvini”». Più coda di paglia di così si muore. E il perché di un twitt del genere è legato al fatto che i nazifascisti autori della strage in Nuova Zelanda hanno fatto esplicito riferimento a Luca Traini, ex candidato della Lega, condannato a 12 anni per la strage compiuta a Macerata il 3 febbraio 2018 [Vedi i seguenti link: link1 e link2], mettendo il suo nome su un caricatore dei loro fucili. C’è tanto di foto che ritrae Traini mentre stringe la mano al “nuovo duce” della Lega nord che gira in rete.
Il presidente della Repubblica ha invece affermato che "il terrorismo islamista si combatte con la legge" nell’ambito di un discorso, trasmesso in modo confuso dalle TV, che sembrava di cordoglio e condanna degli eventi tragici della Nuova Zelanda ed invece è stato presentato come un attacco ai musulmani.
Anche se muoiono musulmani, bisogna sempre tirare in ballo “l’estremismo islamico” o terrorismo che dir si voglia. Il fatto che oltre il 94% delle vittime del cosiddetto “terrorismo islamico”, incarnato nel cosiddetto DAESH, è formato da musulmani, come ha certificato più volte la stessa Amnesty International o altre fonti internazionali indipendenti, non spinge la politica nostrana e occidentale a cancellare la frase “terrorismo islamico” dal proprio lessico politico.
La logica e il raziocinio sono andati in pensione e nessuno più deve poter pensare che se una organizzazione chiamata Daesh uccide principalmente musulmani essa non può essere etichettata come musulmana o islamica. Se Daesh fosse una organizzazione musulmana sarebbe come dire che “l’Italia dichiara guerra all’Italia”. Delle due l’una, o Daesh è musulmana e allora non può combattere i musulmani, o non lo è e allora qualcuno la finanzia e la organizza, fornendogli armi e mercenari in massima parte occidentali, per distruggere proprio i musulmani. È un semplice esercizio di logica che sembra bandita dalla politica italiana di tutti i partiti che siedono in parlamento per i quali, quando si parla di islam, è come se partisse un riflesso incondizionato. Quando si parla di islam bisogna dimostrare ai padroni statunitensi, che il “terrorismo islamico” hanno inventato, foraggiato e armato, di conoscere a menadito la lezione sullo “scontro di civiltà” che i musulmani starebbero realizzando contro il mondo occidentale, cristiano e bianco.
Qualcuno, anche nella cosiddetta sinistra, ricorda più quali erano gli argomenti usati nei primi cinquantanni del secolo scorso contro gli ebrei? Qualcuno ricorda il cumulo di menzogne letteralmente inventate per perseguitare gli ebrei e per sostenere ben due guerre mondiali? Qualcuno ricorda il complotto demo-pluto-giudaico-massonico inventato da fascisti e nazisti per sostenere la persecuzione degli ebrei e la guerra? E che c’è di diverso fra quanto realizzato contro gli ebrei e la dottrina dello “scontro di civiltà” inventata da un consulente del Pentagono nel 1992 con la realizzazione del libro che lo teorizza finanziato da alcune fondazioni legate alle industrie degli armamenti? Mi riferisco, come i miei quattro lettori sanno, al libro “Lo scontro delle civiltà e il nuovo ordine mondiale” di Samuel P. Huntington, che è il copione di tutte le idiozie e aberrazioni che leghisti e fascisti vari diffondono ad ogni piè sospinto.
E a nulla servirà, ne siamo convinti, neppure l’appello del grande imam di Al-Azhar, Prof. Dr. Ahmed al-Tayyeb ,che in un suo comunicato ha affermato: «È ora che le persone in Oriente e in Occidente smettano di ripetere la menzogna del "terrorismo islamico"» [vedi link per il testo completo]. Siamo quasi certi che pochissimi mezzi di comunicazione lo pubblicheranno e anzi verrà irriso e messo all’indice. Si è messo l’etichetta di “islamico” ad una organizzazione che combatte principalmente contro i musulmani e che quindi nulla di islamico possiede.
Stiamo in sostanza rivivendo una storia già vissuta. Ieri era la caccia agli ebrei, oggi è la caccia ai musulmani. Stessa filosofia, stessi mezzi violenti e disumani, stesso razzismo. Lo abbiamo più volte scritto come sanno i nostri pochi lettori.
E ieri come oggi gli autori di tali stragi si mascherano dietro ad una religione e vogliono portare allo scontro fra la religione islamica e quella cristiana che, pur con tutti i loro limiti e colpe, non hanno alcun motivo per scontrarsi come ricorda tra l’altro la dichiarazione Nostra aetate (link) del concilio Vaticano II promulgata il 28 ottobre del 1965.
E molti, di fronte a questi fatti, si chiedono se siano proprio le religioni la causa della rovina del mondo. Come ripetiamo da tempo non sono le religioni la causa della rovina del mondo. Il mondo è in rovina per lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, per la proprietà privata dei mezzi di produzione e la schiavitù salariale, per l’accumulo di immense ricchezze nelle mani di poche persone a livello mondiale accecate dalla ricerca del loro massimo arricchimento, senza alcuna considerazione né per gli altri esseri umani né per la Madre terra che tutti ci ospita e che è stata ridotta ad una pattumiera.
Le religioni sono un falso bersaglio che il sistema sociale di sfruttamento usa per allontanare le responsabilità da se stesso. Da un lato si trasforma una religione in un mostro (lo hanno fatto ieri con gli ebrei lo fanno oggi con i musulmani) e dall’altro si cerca di sfruttarne un’altra per continuare ad arricchirsi con le guerre al grido di “prima io, prima io, prima io” che è il grido di battaglia di tutte le guerre finora combattute dall’umanità. Il grido di battaglia dell’egoismo e dell’ingordigia che è senza limiti e porta l’umanità intera alla sua rovina.
Ma per fortuna oggi sia nella religione islamica sia in quella cristiana ci sono forze che si impegnano per il dialogo.
Dall’11 settembre del 2001 è cresciuta in Italia l’iniziativa del dialogo cristiano-islamico giunta alla sua 17ma edizione. Comunità e singoli cristiani rifiutano di ripercorrere gli errori fatti con l’antisemitismo per il quale ci sono precise responsabilità delle chiese cristiana.
Di fronte alla tragedia del 15 marzo occorre fare un salto di qualità nei rapporti fra cristiani e musulmani. Se non lo facciamo saremo travolti da quelli che sono ormai in modo chiaro una vera e propria banda di delinquenti che non esiteranno un attimo a ripetere gli orrori del recente passato. Lo stanno già facendo sotto i nostri occhi continuando a sostenere una guerra, la terza guerra mondiale a pezzi, che dura dall’11 settembre del 2001.
Le parole del “nuovo duce” della Lega Nord dicono con chiarezza che vogliono realizzare una politica di criminalizzazione della religione musulmana, in spregio della nostra Costituzione che garantisce invece la libertà religiosa. La strada che vogliono percorrere è simile a quella già percorsa dai fascisti e dai nazisti contro gli ebrei negli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso.
Dobbiamo gridare tutti all’unisono “Siamo tutti musulmani”. Nessuna persona, qualunque sia la propria religione, deve essere lasciata sola di fronte ad atti governativi discriminanti o alla violenza di gruppi razzisti nei confronti di persone appartenenti a determinate religioni.
Credo sia necessario, anche raccogliendo il pensiero di quanti in questi anni si sono impegnati nel dialogo cristiano-islamico, che la data di questa strage divenga una giornata di lotta contro l'islamofobia. Comunità islamiche e comunità cristiane e tutti gli uomini e donne di buona volontà, dovrebbero essere in prima fila per promuovere annualmente delle iniziative per contrastare la diffusione della cultura dell’odio e delle discriminazioni contro i musulmani e contro tutte le religioni. Diffondere odio e discriminazione è una minaccia contro la società nel momento in cui mettono in discussione la coesione sociale e la convivenza. Solo così impediremo che altre stragi possano verificarsi.
E chi si dichiara “suprematista bianco” dichiara di odiare l’umanità e la vita e sono portatori di una ideologia di morte e distruzione. Hanno già provocato lutti immensi all'umanità.
Fino a quando si consentirà a questa gente di agire indisturbati nelle nostre comunità? Anche l'Italia è piena di personaggi simili a quelli che hanno agito in Nuova Zelanda come ci ricorda l’amico Giorgio Beretta che si occupa da decenni di lotta agli armamenti (vedi link).
Riappropriamoci dunque della nostra umanità e impegniamoci tutti, nessuno escluso, per difenderla dai nuovi duci salvatori di una “patria” che in realtà coincide con gli interessi di quelle classi sociali ricche che li hanno eletti e che gli dettano i provvedimenti da approvare in parlamento.
Uomini e donne misericordiosi e di pace cercasi!
Giovanni Sarubbi



Domenica 17 Marzo,2019 Ore: 22:57
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info