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ISSN 2420-997X

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www.ildialogo.org Il mostro dell’imperialismo capitalistico,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Il mostro dell’imperialismo capitalistico

di Giovanni Sarubbi

Giovanni Sarubbi
D
opo il mio ultimo editoriale (vedi link) ho ricevuto una email da una carissima amica a cui voglio oggi rispondere pubblicamente. Ve la riporto di seguito integralmente.
Carissimo Giovanni,
leggo sempre i tuoi editoriali perché vi trovo ogni volta buone riflessioni di un autentico operatore di pace. L'ultimo però, quello sulla quadruplice schifezza degli uomini (di certi uomini!) mi ha lasciato perplessa. Non certamente per le intemperanze linguistiche, molto opportune e scusabili quando si è arrabbiati come te, quanto perché tutto ciò che affermi va nella direzione opposta alla pace. E bada bene che io non intendo la pace come una prerogativa dei morti!...
Cominciamo dal tuo voler tornare alle radici, cioè al manifesto di Marx ed Engels. Ti rendi conto che tu sei un uomo del '900, un uomo che ha assistito a tutte le vergogne umane causate da una ideologia marxista liberticida e sanguinaria e a quelle causate da un'altra ideologia, il nazifascismo, ancora più  liberticida e sanguinaria, le cui radici affondano nella notte dei tempi e non sono state ancora ben individuate?
Il '900 ha decretato, secondo il mio parere, il fallimento di entrambe. Ritornare al manifesto del 1848 significherebbe mandare a ritroso la storia. Anche se una buona rilettura, non tanto del Capitale di Marx, quanto degli scritti di Engels, per me molto più intelligente e colto del suo amico, non farebbe male. Per esempio, riaprire il libretto di Engels "L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato" farebbe aprire gli occhi a molti non propriamente in direzione marxista.
Certo, hai pienamente ragione, ci sono rigurgiti impressionanti di nazifascismo, non solo per come parlano alcuni politici, ma anche in un certo stile del parlare e dell'agire che ha già invaso scuole, social, TV,  anche se da lungo tempo era diventato "normale", specie nella televisione mantenuta dai nostri soldi. Ti sembra normale che in una TV di stato un individuo si metta a urlare come un forsennato "Capra, capra, capra" contro il proprio interlocutore e non venga messo alla porta?
Mi sembra poi tempo sprecato prendersela con politici che sono stati eletti dal popolo.
Semmai  è con chi li ha eletti che dovremmo prendercela. Ma come se sono migliaia?
Hitler e Mussolini venivano osannati da folle oceaniche. Non sono queste folle colpevoli e criminali quanto loro? Personalmente mi fanno più paura dei loro cosiddetti capi e le considero anche più criminali, perché senza coscienza, senza umanità, senza cultura.
Carissimo Giovanni, il lavoro della pace è lungo, ma soprattutto duro, duro, duro.
Stiamo calmi e rimbocchiamoci le maniche.
Un abbraccio,
Teresa
Tralascio ovviamente le cose su cui concordo. Dico solo di sfuggita che concordo con Lei quando, con riferimento alle folle che osannavano Hitler e Mussolini, dice che «Personalmente mi fanno più paura dei loro cosiddetti capi e le considero anche più criminali, perché senza coscienza, senza umanità, senza cultura». È ancora così. D’accordo anche sulle “capre” in TV, che sono una vera vergogna, sulla rilettura di Engels, è sull’appello finale al “stiamo calmi e rimbocchiamoci le maniche” inteso nel senso di "cerchiamo di capire dove cavolo siamo e cosa sta succedendo", perché siamo immersi in una profonda nebbia e se non la diradiamo andiamo a sbattere. Il senso finale del mio articolo era proprio questo. E vengo alle cose che non condivido.
Comunismo e nazifascismo non sono la stessa cosa
Innanzitutto non concordo quando l’amica Teresa scrive che «tutto ciò che affermi va nella direzione opposta alla pace». E perché? Perché ho fatto riferimento a Marx e al Manifesto del Partito Comunista? Cercare di capire ciò che avviene nella nostra società e descriverlo è contrario alla pace? Non credo, anzi è proprio il contrario.
Non concordo affatto neppure quando l’amica Teresa parla di “ vergogne umane causate da una ideologia marxista liberticida e sanguinaria” accostate a quelle di  “ un'altra ideologia, il nazifascismo, ancora più  liberticida e sanguinaria, le cui radici affondano nella notte dei tempi e non sono state ancora ben individuate”. Le radici del nazismo sono invece ben individuate. C’è da un lato l’ingordigia del sistema sociale capitalistico basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo che l’ha generato, e dall’altro tutto l’armamentario teologico e filosofico del cattolicesimo e del protestantesimo sull’antisemitismo e sul cristianesimo come unica religione fonte di una non meglio precisata “salvezza” degli uomini. Hanz Kueng nel descrivere l’antisemitismo nazista definisce Hitler un “cattolico”. Le radici sono note e chiare.
L’equivalenza tra comunismo e fascismo, entrambi sanguinari ed entrambi sconfitti, è una vecchia storia che è nata in Italia con la rottura nel 1948 del patto antifascista che aveva sostenuto la Resistenza al nazi-fascismo. È una equivalenza che non ha una base storica ma che è figlia della scelta politica di De Gasperi e della DC di schierare l’Italia con gli USA e poi con la NATO.
Sarebbe troppo lungo dare qui in poche righe tutti i riferimenti storici che dimostrano inequivocabilmente come l’equivalenza fra comunismo e fascismo sia una cosa non vera, inventata a tavolino dagli esperti di disinformazione degli eserciti occidentali (USA e NATO in primis). Si tratta di una dottrina figlia della guerra fredda che è iniziata subito dopo la fine della Seconda Guerra mondiale è che è durata fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1990. Per smontare questa dottrina basta però citare un solo dato inequivocabile ed è quello che senza il contributo determinante dell’allora Unione Sovietica, il nazismo in Europa non sarebbe stato sconfitto. È stata l’Unione Sovietica che ha spazzato via l’esercito tedesco che aveva invaso tutti i paesi dell’est e si era spinto anche nella stessa Russia. Fondamentale la battaglia di Stalingrado. È stata l’Armata Rossa che ha liberato tutti i campi di sterminio nazisti creati in Polonia. È stato sempre l’Armata Rossa che ha liberato Berlino e posto fine al nazismo come entità politica dello stato tedesco. E l’allora Unione Sovietica pagò, per conseguire tali risultati,  un prezzo altissimo in termini di vite umane con oltre venti milioni di morti. NO, non c’è alcuna equivalenza tra comunismo e nazi-fascismo.
L’equivalenza tra comunismo e nazifascismo è stata poi sposata anche dalle gerarchie cattoliche per giustificare e nascondere gli accordi ed il sostegno che essa ha realizzato prima con il regime fascista, con il concordato del 1929, poi con il nazismo con il concordato del 1933 firmato da Pacelli che poi sarebbe diventato papa PIO XII. Concordato forse anche peggiore fu realizzato dalle chiese protestanti tedesche con il nazismo. Concordati che hanno significato sostegno aperto delle rispettive chiese ai due regimi. Cito a tale proposito, e mi scuso per l’autocitazione, il mio libro “Avventisti, Christian Science, Mormoni, Testimoni di Geova” dove ho riportato una affermazione del pastore Valdese  Giorgio Bouchard, già moderatore della Tavola Valdese che, con riferimento alla persecuzione subita dai Testimoni di Geova da parte di nazisti e fascisti, affermò:«Mentre i ministri delle “grandi chiese” (luterana e cattolica) marciavano disciplinatamente a fianco delle truppe tedesche fino a Stalingrado, i testimoni di Geova morivano a centinaia nelle prigioni e nei lager, come martiri della libertà di coscienza”[1]. Da parte della chiesa cattolica e della chiesa luterana tedesca il sostegno al nazi-fascismo è stato concreto fino alle estreme conseguenze. E questo perché esse non facevano alcuna equivalenza tra comunismo e nazi-fascismo perché esse erano, e sono ancora, decisamente anticomuniste.
Che significa ripartire da Marx?
Ma perché ho fatto riferimento a Marx e al Manifesto del Partito Comunista? Sono partito da ciò che sta avvenendo in Francia nelle ultime settimane con la vicenda dei “gilet gialli”. La lotta di classe ritorna, è viva e vegeta, non è morta e sepolta come ci dicono tutte le TV da svariati decenni. La contraddizione tra capitale e lavoro, come diceva il buon vecchio Marx, è viva e vegeta e lo scontro è acutissimo. Ci sono operai, impiegati, insegnanti, piccoli artigiani che non riescono a sopravvivere e protestano. E di questo scontro fanno parte a pieno titolo tutte le guerre che hanno insanguinato il mondo a livello mondiale per tutto il ‘900 e per questo inizio del 21mo secolo. Fu proprio Engels, in uno dei suoi ultimi scritti, ad affermare che le guerre,di fronte ad un sistema capitalistico che si andava evolvendo verso  i monopoli (le attuali multinazionali),  sarebbero state guerre mondiali. E così è stato. Le guerre del ‘900 e quella nella quale siamo oggi immersi, sono guerre mondiali, figlie di un sistema economico capitalistico che dal 1914 in poi è sempre più imperialistico e concentrato in poche mani a livello mondiale.
E allora bisogna ripartire da li, dall’analisi marxista per capirci qualcosa,ripartire dai fondamentali, dalle cosa basilari, da quelle da cui sono partiti tutti quei vasti movimenti di massa che hanno attraversato la seconda metà dell’ottocento e l’intero novecento e che ancora condizionano la nostra storia.
E bisogna ripartire da li perché da oltre trent’anni ci viene detto che destra e sinistra pari sono, che sono categorie superate ed inutili, che la classe operaia non esiste più e via blaterando. Lo fa anche il neo-duce della Lega e tutti quelli che devono nascondere il loro essere legati a filo doppio con un sistema sociale dove vige lo sfruttamento selvaggio dell’uomo sull’uomo, come e forse peggio degli inizi del sistema capitalistico in Inghilterra nel 17° secolo. Un sistema sociale che ha generato fascismo e nazismo con la complicità ed il sostegno delle chiese cristiane e di quel cristianesimo inventato a Nicea nel 325 dc dall’imperatore Costantino.
Si può condividere o non condividere il pensiero di Marx, ma la sua analisi della realtà è scientifica, è basata su una osservazione scientifica della società che ancora oggi, a distanza di oltre un secolo e mezzo, è tuttora valida e da spiegazioni su ciò che sta accadendo. E aggiungo che la sua analisi del Capitale è ancora oggi studiata e apprezzata a livello scientifico.
Il mio citare Marx vuole dunque essere un invito a superare le polemiche basate sul nulla, ritornando ad analizzare la realtà per quello che è, utilizzando i mezzi scientifici che abbiamo a disposizione. Ed il marxismo è uno di questi mezzi da cui non si può prescindere.
Marxismo e vangelo
Che sia così lo hanno capito i teologi della liberazione che negli anni ‘60 del secolo scorso, subito dopo la chiusura del Concilio Vaticano II, usarono il marxismo per capire la società nella quale vivevano riuscendo così a far vivere al meglio la forza liberatrice del Vangelo di Gesù. Quel movimento ha cercato di tessere una rete di collaborazione fra marxismo e vangelo, questione che è fra l’altro stata presente fin dall’inizio del movimento socialista a partire dalla fine del 18° secolo, inizio che viene fatto risalire alla cosiddetta Congiura per l’eguaglianza del 1791. Oltre a Saint-simon, cito un testo del 1845, Professione di fede comunista dove alla domanda “Quale religione dobbiamo professare noi tutti?” si risponde con “la religione dell’amore e dell’umanità” e che questa religione non è affatto anticristiana ma anzi “è piuttosto il compimento della religione cristiana”[2].
La confusione oggi è talmente tale che gli stessi operai sono convinti che essi non esistono né come classe sociale né come individui con dei diritti umani da difendere. Ed il “ritornare ai fondamentali” è l’unico modo per cominciare a chiamare le cose con il loro nome e a ritessere le fila di un vasto movimento di massa che possa finalmente sconfiggere il capitalismo imperialistico che domina a livello mondiale e che ha generato finora due guerre mondiali, il fascismo, il nazismo, tutte le feroci dittature nate dopo la II guerra mondiale, il neocolonialismo, una guerra atomica combattuta a colpi di 1200 esplosioni atomiche “sperimentali” e l’attuale “terza guerra mondiale a pezzi”, come la chiama papa Francesco.
Ed è per tutte queste cose che non condivido quando dici che  «tutto ciò che io affermo va nella direzione opposta alla pace».
Non possiamo curare una malattia se non ne individuiamo la causa. E le cause della guerra e dell’attuale distruzione dell’ambiente a livello globale risiedono nella ingordigia di un sistema sociale basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
La responsabilità delle religioni
Ed il ritorno alle radici è anche imprescindibile per quanti si dicono seguaci di Gesù Cristo e del suo Vangelo. Bisogna prendere atto che la religione cristiana non ha nulla a che vedere con il Vangelo di Gesù di Nazareth. Nel giro di un secolo la religione cristiana si trova di fronte alla stessa problematica. Negli anni ‘20 e ‘30 del secolo scorso con i nazi-fascisti e oggi con i cosiddetti sovranisti che rivendicano di essere i depositari della corretta dottrina cattolica e si oppongono apertamente  allo stesso papa Francesco. Nazifascisti di ieri e sovranisti di oggi che hanno operato e operano anche all’interno del mondo protestante, come dimostrano la storia della Chiesa Confessante tedesca negli anni ‘30, che si oppose al nazismo, e le vittorie elettorali di Trump negli USA e di Bolsonaro in Brasile sostenti proprio dai movimenti evangelicali di origine protestante.
Se il neo-duce del leghismo è cristiano non posso esserlo io. Se è cattolico non lo posso essere io. Se è protestante o ortodosso non lo posso essere io perché il vangelo di Gesù di Nazareth è amore per tutti gli esseri umani, senza barriere, senza sovranismi, senza primazie degli uni sugli altri che sono il preludio alle guerre.
Il male delle religioni, di tutte le religioni, è il loro essere legate alla metafisica, ad un sistema filosofico che ha creato un dio lontano, iracondo, sempre alla ricerca di sacrifici e di sottomissioni. Un dio che ingrassa i sacerdoti e rende schiavi i poveri.
Il Vangelo di Gesù di Nazareth riporta “dio” sulla Terra. Lo chiama ancora “dio” usando il termine della metafisica, perché all’epoca la cornice culturale e filosofica era quella, ma si tratta dell’umanità, degli uomini e delle donne in carne ed ossa con tutti i loro dolori, gioie problemi.
Un discorso simile si può fare anche per l’ebraismo delle origini e l’Islam predicato dal profeta Muhammad. Tutti questi movimenti delle origini misero insieme i diseredati della terra. Le successive generazioni dei seguaci di Mosè, di Gesù, di Muhammad hanno man mano perso le tracce dei loro profeti e ora siamo al punto che un cretino qualsiasi può impunemente brandire un rosario o un libro che non ha mai letto e presentarsi come legittimo erede di Gesù detto il Cristo.
Ecco perché dobbiamo ritornare ai fondamentali in tutti i campi della vita sociale per impedire che il mostro dell’imperialismo capitalistico continui a mietere vittime su vittime.
E, in conclusione, non posso far altro che ringraziare l’amica Teresa per lo stimolo e l’opportunità che mi ha dato di riflettere ancora su ciò che siamo e su cosa vogliamo e possiamo fare. Sperando che i miei quattro lettori mi perdonino per la lunghezza di questo testo.
Giovanni Sarubbi
NOTE
1 Giovanni Sarubbi, “Avventisti, Christian Science, Mormoni, Testimoni di Geova”, Edizioni EMI 2014 pag 103.
2Il pensiero socialista 1791-1848, Editori Riuniti a cura di Gian Mario Bravo pag.1157



Domenica 16 Dicembre,2018 Ore: 22:55
 
 
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