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www.ildialogo.org Il punto in cui siamo,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Il punto in cui siamo

di Giovanni Sarubbi

Ha vinto di nuovo la TV ed il suo padrone. Ha vinto con Renzi, ha vinto con la storia dei Forconi. Credo sia questo il dato indubitabile da cui bisogna partire per cercare di capire il punto in cui siamo e come si possa tentare di uscirne. Provo a spiegarmi.
Renzi ha vinto le primarie del PD grazie all'appoggio mediatico delle TV che, all'unisono, da mesi e mesi lo davano per vincente e magnificavano ogni suo più piccolo sospiro. Quelle stesse TV che un anno fa hanno sostenuto Bersani contro Renzi perché allora era conveniente avere Bersani come leader del centro-sinistra, considerato più facile da battere, come in effetti è stato alle successive elezioni del febbraio 2013.
Sui Forconi la stessa cosa.
Una decina di giorni fa, un certo Brunetta ha tuonato in TV contro chi avrebbe violato la Costituzione in occasione del voto sulla decadenza da senatore del suo signore e padrone Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva per frode fiscale. Con quel voto, questo il mantra ripetuto ossessivamente da tutti i media, si sarebbero violati i diritti costituzionali del capo di Forza Italia. Chi in questi ultimi venti anni ha fatto a pezzi la Costituzione, come Brunetta e soci, si erge ora a sua difesa, per poterla poi più agevolmente distruggere. Ed è questo il copione che è andato in scena nell'ultima settimana.
Ecco perché all'improvviso tutte le TV hanno dato notizia la scorsa settimana delle manifestazioni che sarebbero iniziate a partire dal 9 dicembre. Ecco perché mercoledì 11 dicembre alle 7.30 del mattino, su RAI1, gli italiani hanno potuto fare la conoscenza con un signore, sconosciuto ai più, presentato come leader dei Forconi (o del movimento 9 dicembre che dir si voglia) che difendeva la Costituzione come “unico baluardo” del movimento da lui rappresentato, con chiaro riferimento alle tesi di Brunetta. Il giorno dopo si scopre che tale personaggio è stato candidato per la Lega Nord in Lazio e che è andato in giro per l'Italia a fare comizi a bordo di una Jaguar, non sua ma prestata da un amico. Chi può permettersi di prestare una Jaguar a chi vuole sovvertire l'ordine costituito? E poteva mancare Santoro ed il suo “servizio pubblico”? Giammai! Giovedì 12 dicembre trasmissione fiume con lo stesso Brunetta e i leader dei forconi a cui lo stesso Brunetta rinfacciava di essere stati candidati, qualche anno fa, nelle liste di Forza Italia.
Siamo cioè immersi nella più grande e organizzata mistificazione mediatica mai realizzata nella storia. L'uso dei mezzi di comunicazione di massa, TV ma anche oramai Internet, ha raggiunto un livello di scientificità nella diffusione di bugie mai realizzato prima. Fascisti e nazisti avevano un sistema di propaganda scientificamente organizzato. Nulla era lasciato al caso. La diffusione di bugie era sistematica e l'uso degli strumenti mediatici, che allora cominciavano a fare i primi passi, radio e filmati principalmente, era massiccio ed invasivo. Oggi quella scientificità malefica ha raggiunto livelli mai visti prima.
Non c'è notizia che non passi al filtro di chi ha la proprietà dei mezzi di comunicazione e di chi ha il potere economico effettivo nelle proprie mani. Se la TV scopre il movimento dei Forconi e gli da ampio spazio, come sta facendo in questi giorni, lo fa non perché ha avuto un singulto di democraticità, ma perché ha avuto un preciso ordine da chi è il padrone indiscusso della TV. Ed è padrone perché ha sul proprio libro paga decine e decine di giornalisti, di direttori di TV e giornali, di membri dei consigli di amministrazione, di deputati e senatori. Non è un caso che un certo Brunetta parli di “difesa della Costituzione” e poi questa stessa parola d'ordine la si ritrova in bocca ad uno sconosciuto leader di un movimento chiaramente eversivo, in cui le organizzazioni della destra neo-nazista la stanno facendo da padrona. Non è un caso che i leader di questi movimenti arringhino la folla chiedendo la caduta del governo perché sarebbe formato da partiti “che nessuno ha eletto”, con riferimento al partito di Alfano. Quello che è andato in scena in queste settimane, con Renzi e con i Forconi, è la prova di forza del padrone delle TV che dice al governo “io ci sono, sono io che posseggo le TV e le posso manipolare, sono io che ho le organizzazioni in grado di realizzare manifestazioni di massa, sono io che sono in grado di dirigere il malcontento popolare e prendere direttamente il potere”. Le immagini dei poliziotti che si tolgono il casco e baciano e abbracciano i manifestanti, vogliono dare ad intendere la capacità di governare e dirigere anche gli apparati di sicurezza dello Stato.
I telegiornali, ma anche tutte le trasmissioni di intrattenimento o di dibattito “politico”, sono organizzati in modo scientifico, hanno un preciso copione da rispettare e chi viene intervistato può dire solo cose preventivamente approvate dalla regia della trasmissione e nient'altro. C'è un copione da rispettare e conduttori e registi stanno li per applicare alla lettera la loro consegna, come dei bravi militari che obbediscono agli ordini dei loro superiori. Anche le trasmissioni che vengono vendute come “libere” e “aperte” sono in realtà una grande mistificazione. Anche i cosiddetti “reality” sono una pura e semplice mistificazione perchè non c'è nulla di reale, è tutto preordinato, si tratta di attori che recitano un copione. Così si da spazio enorme al movimento dei cosiddetti Forconi, ma si criminalizza ampiamente il movimento NoTav o quello contro il MUOS di Niscemi, o quello che sta lottando contro l'inquinamento a Taranto. Il perché è chiaro: il movimento dei Forconi è gestito e diretto dal padrone delle TV, gli altri movimenti no. Gli uni vanno sponsorizzati, gli altri criminalizzati.
Il mio può sembrare un ragionamento semplicistico ma purtroppo non è così. Chi ha avuto a che fare anche di striscio con i grandi media televisivi nazionali, sa che è così. Mi è capitato più e più volte di assistere alle trattative dei giornalisti con i rappresentanti di movimenti di protesta che chiedevano spazio televisivo per la loro lotta, con i giornalisti chiedere ai rappresentanti dei movimenti di dire solo determinate cose e null'altro. Piccoli spot da inserire in un proprio discorso, in una propria visione della realtà che con la realtà spesso non ha nulla a che fare. Più e più volte mi è capitato di vedere comunicati manipolati, le stesse interviste televisive tagliate ad arte, pur di rappresentare non l'idea espressa dall'intervistato ma quello che l'intervistatore ed il padrone che lo paga vuole che egli dica.
Ma ciò che è in gioco in questi mesi non è solo il destino politico del capo di Forza Italia, che usa tutti gli strumenti ed il potere che egli ha per incidere sulla realtà politica italiana.
C'è una classe sociale, quella dei grandi monopolisti, che non vuole pagare nulla per la crisi che essa ha provocato. Basterebbero una cinquantina di miliardi di euro da prelevare alle grandi imprese da redistribuire ai lavoratori e pensionati per dare respiro all'economia. Si tratta di una inezia sui novemila e più miliardi di euro posseduti dai grandi monopolisti in Italia, ma un padrone non rinuncia mai ai “suoi piccioli” che egli ama euro per euro, come Paperon de Paperoni amava i suoi a partire dal suo primo centesimo. Quelli che rifiutano la patrimoniale, che negano qualsiasi diritto ai lavoratori, che hanno ridotto gli stipendi e le pensioni a livello di fame e aumentato lo sfruttamento come nei primi tempi del capitalismo nell'800, che vogliono ancora altre privatizzazioni dell'economia, possono allora vedere nel duce di Arcore un proprio rappresentante, una possibile via di uscita dalla crisi del sistema, come è stato negli anni venti del secolo scorso con il fascismo ed il nazismo. Ed i segnali di questi giorni vanno tutti in tale direzione.
Se questa è la realtà, non ci sembra che ci sia, attualmente, una forza in grado di contrastare un piano egemonico finalizzato a scaricare sempre sui poveri il crollo di un sistema sociale putrido ed ingiusto quale quello capitalistico, giunto alla sua fase iper-imperialista. C'è un impero mondiale che sta crollando ma ancora non si intravede chi possa sostituirlo.
Chi propone e sogna un “mondo altro” è spesso vittima della propaganda dell'impero, del suo fascino e del suo potere. Le idee dell'impero sono spesso veicolate all'interno delle organizzazioni che in qualche modo si oppongono all'impero. L'individualismo spesso è prevalente. All'organizzazione militare-politica-economica-religiosa dell'impero corrisponde la disorganizzazione di chi vuole “un mondo altro”, o per dirla con l'evangelo di Gesù di Nazareth del “regno di Dio”. I combattenti dell'impero, da quelli politici a quelli militari, hanno i loro “cappellani”, hanno coloro che cioè li sostengono spiritualmente, che gli danno motivazioni ideologiche, filosofiche ed anche religiose per le cose odiose che fanno. E le nostre TV sono piene di queste idee.
Chi uccide nelle guerre attualmente in corso per difendere l'impero ha il proprio cappellano. Chi questo impero combatte è disorganizzato, sono pochi isolati e spesso inascoltati i “cappellani del regno di Dio”, i profeti del “mondo altro”, spesso uccisi ed imprigionati.
Viviamo indubbiamente un momento terribile della nostra storia nazionale e della storia dell'intera umanità. Riuscire a trovare persone con cui condividere idee, speranze ed iniziative concrete, credo sia oggi necessario per continuare a resistere a questo impero che è giunto alla sua fase ultima. Dipenderà dall'impegno di tutti coloro che sappiano comprendere il punto nel quale siamo se a questo impero si sostituirà un "regno di dio" (nel senso evangelico del termine) o un altro impero peggiore di quello che sta morendo sotto i nostri occhi. Ed è quello che con le nostre poche forze cerchiamo di fare con questo nostro giornale.
Giovanni Sarubbi



Domenica 15 Dicembre,2013 Ore: 11:41
 
 
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