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www.ildialogo.org Riannodare i fili,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Riannodare i fili

di Giovanni Sarubbi

L'attacco alla Siria per ora è stato sospeso. Proprio in queste ore Russia e USA stanno compiendo passi diplomatici che dovrebbero portare, ma il percorso è lungo, ad una soluzione di tipo negoziale. Il pericolo non è dunque cessato.
Ha pesato, e molto, l'annuncio della Russia di sostenere militarmente il governo siriano in caso di attacco che così sarebbe diventato un confronto militare aperto tra le due ex superpotenze dei tempi della guerra fredda. Ma forse hanno pesato anche le dichiarazioni rese dopo la loro liberazione dal giornalista italiano Domenico Quirico e dal suo compagno di prigionia Pierre Piccinin, rapiti in Siria dai gruppi ribelli cinque mesi fa. Quirico e Piccinin non hanno usato mezze parole. Le armi chimiche, ha detto Piccinin, le hanno usate i ribelli con l'intento di addossare poi la colpa ad Assad e favorire così l'intervento USA che, proprio sulle armi chimiche, avevano costruito la loro strategia di sostegno al cambio di regime in Siria. E Piccinin non è un sostenitore di Assad ma, per sua stessa ammissione, un sostenitore fin dal maggio 2012 del «Libero esercito siriano (le milizie dei ribelli, ndr) nella sua giusta lotta per la democrazia».
Ancora più duro il giornalista de La Stampa Quirico, andato in Siria per raccontare la rivoluzione siriana dalla parte dei ribelli e che ha poi dovuto fare i conti, sulla propria pelle, con una realtà molto diversa da quella raccontata dai media occidentali (Leggi qui il suo racconto).
Un peso lo ha avuto anche l'iniziativa messa in campo, sul piano religioso-diplomatico, da Papa Francesco. L'opinione pubblica è stata sicuramente coinvolta da questa iniziativa che, al di la delle sue specifiche modalità di attuazione tipicamente legate alla religione cattolico-romana (rosari, intronizzazione di antiche icone, ….), ha comunque segnato un punto a favore della pace e del dialogo interreligioso. Cristiani e Musulmani, insieme a credenti di altre fedi, si sono ritrovati insieme a pregare per la pace, ognuno con le proprie modalità, ma insieme.
Il punto dolente è stato invece quello dei pacifisti non legati a specifiche correnti religiose che, nel migliore dei casi, si sono accodati alla iniziativa di Papa Francesco o, nel peggiore dei casi, sono stati o a guardare, perché magari ancora coinvolti nel sostengo alla “rivoluzione siriana” nonostante tutte le evidenze dicano che li oramai non è in corso alcuna “rivoluzione”, o perchè non concordavano con le modalità cattolico-romane della iniziativa del Papa.
Non sono ricomparse in tutta Italia le bandiere della pace, non ci sono stati cortei, presidi di luoghi simbolo della nostra Repubblica o altro che potesse in qualche modo testimoniare che il popolo italiano, al di la della propria appartenenza religiosa, è d'accordo e sostiene fino in fondo il “ripudio della guerra” sancito dalla nostra Costituzione.
Anche fra i gruppi religiosi o le personalità che più di altri sono rimasti coinvolti e affascinati dall'agire di Papa Francesco, ci sono stati dubbi e tentennamenti e la sostanziale incapacità di promuovere vaste iniziative di popolo per la pace. Come se fossimo di fronte ad una situazione normale, di pacifica convivenza civile, come se non fossimo da 12 anni in guerra e non ci fosse il pericolo di una deflagrazione mondiale catastrofica legata strettamente alla crisi economica del sistema sociale capitalistico giunto oramai, come sostiene Leonardo Boff, alla sua fine.
Dobbiamo allora riprendere il cammino, riannodare i fili di una rete di pacifisti che affondi le proprie radici nel popolo che vuole la pace. La guerra è sempre un drammatico errore. L'uso delle armi non è segno di forza ma di debolezza estrema quando si lega questo uso alla idea della “rivoluzione”, la cui forza vera, che coinvolge il popolo in tutte le sue componenti, è quella delle idee del mondo nuovo che vuole rendere concreto.
Giovanni Sarubbi



Domenica 15 Settembre,2013 Ore: 10:38
 
 
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