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www.ildialogo.org Salvare il mondo dalla catastrofe,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Salvare il mondo dalla catastrofe

di Giovanni Sarubbi

Barack Obama, che la “rete” ha ribattezzato “Barack Obush” e “premio nobel per la guerra”, per le sue posizioni oramai apertamente guerrafondaie, ha detto che l'attacco alla Siria, per il quale ha chiesto l'autorizzazione alla Camera dei Rappresentanti e al Senato Statunitense, sarebbe un “dovere morale”.

Cosa c'è di morale in un bombardamento aereo? Cosa hanno di morale le bombe cosiddette “intelligenti” che quando esplodono dimostrano tutta la loro immoralità e stupidità per le enormei distruzioni e per l'elevatissimo numero di morti che esse provocano? E chi sono gli USA ed il presidente Obush che si ergono a “moralizzatori” del mondo? Sono il paese che per primo ha usato la bomba atomica ad Hiroshima e Nagasaki, uccidendo duecentomila persone in pochi minuti. Sono il paese che ha usato largamente le armi chimiche durante la guerra in Vietnam, con il tristemente famoso “Agent Orange[1], e recentemente in Iraq a Falluja (fosforo bianco). Sono gli USA che hanno compiuto i massacri documentati da Wikileaks grazie alla denuncia del soldato Bradley Manning, che ora sta pagando per la sua azione di disubbidienza civile. “Barack Obush” è poi il presidente USA che ha acconsentito alle uccisioni mirate, con i famigerati “droni” (aerei guidati a distanza), di tutti quelli che gli USA ritengono essere terroristi o che attenterebbero alla cosiddetta “sicurezza nazionale” statunitense, senza uno straccio di prova o di processi. “Sicurezza nazionale” che, come ha dimostrato Bradley Manning, è sinonimo delle peggiori nefandezze e dei peggiori crimini di guerra rimasti impuniti.

Non c'è alcunché di morale o di vagamente democratico nella azione degli USA sullo scenario internazionale oramai da molti, troppi decenni. Non c'è alcunché di morale nello “stile di vita americano” che i presidenti USA, democratici o repubblicani che siano, difendono con le bombe sulla Siria, sull'Afganistan, sull'Iraq o su tutti gli altri popoli su cui sono state scaricate a partire dalla seconda guerra mondiale in poi, Corea e Vietnam tanto per ricordare i più noti, per accaparrarsi risorse energetiche o minerarie. Stile di vita americano che gli USA hanno difeso anche allendosi o sostenendo nel mondo le peggiori dittature e i più sanguinosi e feroci colpi di stato dell'ultimo secolo. Basti pensare a quello in Iran del 1953, di cui recentemente sono stati resi noti i documenti, o a quello del CILE del 1973, o a tutti quelli che hanno insanguinato tutto il Sud America negli anni '70 del secolo scorso, o l'appoggio ad una dittatura criminale come quella di Batista a Cuba.

Non c'è nulla di morale in questa guerra alla Siria che va avanti oramai da due anni e nella quale gli USA sono coinvolti direttamente. Nessuno, ovviamente, ricorda oggi che il 2 agosto dello scorso anno il Corriere della Sera (leggi qui) e tutti i TG nazionali diedero con grande evidenza la notizia che il presidente degli Stati Uniti Obama aveva autorizzato la CIA ad aiutare in Siria i ribelli anti-Assad. I TG, come fece il TG3, indicarono anche la cifra di 25milioni di dollari stanziati dal presidente Obama per tale operazione. La notizia, ripresa dal Corriere della sera, fu data dalla CNN americana, quindi da una fonte non sospettabile di simpatia per il governo Siriano.

Quei soldi, insieme a quelli delle petromonarchie del Golfo Persico che sostengono con armi uomini e mezzi la guerra in Siria, non sono servite a dare il colpo mortale al governo Assad, che sembrava essere in quel momento sul punto di cadere. Anzi da quel momento la situazione militare cambiò radicalmente. Non solo il Governo Assad non è stato sconfitto, ma anzi ha ripreso il controllo del territorio e i ribelli sostenuti dagli Usa e dai loro alleati hanno subito pesanti sconfitte e sono sul punto di essere completamente distrutti.

Oggi si giunge alla decisione di bombardare la Siria (questo significa dire che non ci saranno militari USA impegnati in Siria), inventando il casus belli delle armi chimiche, per dare man forte all'opposizione siriana e tentare di capovolgere le sorti del conflitto.

Ed è il televideo del 4 settembre delle 23:56:56 pag 114.01 a dire con chiarezza che non c'è alcuna questione morale quando scrive testualmente: «La Casa bianca afferma inoltre che si persegue, con questa azione militare, una strategia più ampia di rafforzamento dell'opposizione per accelerare una transizione politica in Siria». Ciò che le truppe di terra non sono riuscite a fare, nonostante i petrodollari, le armi e il supporto logistico della CIA, cercano di farlo gli USA dal cielo con i bombardamenti. Altro che questione morale.

E' del tutto evidente che la pretesta di “Barack Obush” di ergersi a gendarme del mondo ha superato ogni limite e siamo molto oltre il livello di guardia. L'obiettivo evidente di questa nuova guerra, come sostengono molti osservatori e come noi sosteniamo da tempo, non è la Siria ma l'Iran (vedi articolo di Robert Fisk). Il tentativo è quello di risolvere con la forza la crisi economica che attanaglia gli USA da un quindicennio e che nel 2001 e poi nel 2008 ha avuto la sua deflagrazione a livello mondiale. Come diciamo da tempo, siamo già nella “Terza guerra mondiale” e oggi ne stiamo vivendo il momento più drammatico, un punto di svolta decisivo paragonabile a ciò che è stata la battaglia di Stalingrado per l'esercito tedesco: l'inizio della sconfitta del nazismo e delle sue mire imperiali. In Siria, al di la di ogni giudizio di merito sul governo Assad, si sta combattendo una guerra che può essere devastante per gli USA e da ciò nasce la decisione del “premio nobel per la guerra” “Barack Obush” di giocare il tutto per tutto, costi quel che costi.

Ma in Siria gli USA, la CIA e le petromonarchie hanno commesso un errore che per loro sarà fatale, quello di essersi serviti delle peggiori sette estremiste islamiche, che hanno scaricato il loro odio e la loro ferocia soprattutto sui cristiani siriani oltre che sugli sciiti e sugli alawiti. La chiesa cattolica e tutte le altre chiesa cristiane sono state colpite profondamente in Siria. Centinaia di migliaia di cristiani sono stati costretti alla fuga o sono stati uccisi. Migliaia sono i profughi che le chiese cristiane sostengono con la loro azione. Da due anni l'Agenzia FIDES della Santa Sede (che noi riportiamo costantemente) è una delle poche agenzie internazionali a documentare la vera e propria guerra religiosa in atto nel paese che per millenni ha visto convivere pacificamente musulmani, cristiani, ebrei e tutte le altre religioni li esistenti. La Siria, che era un modello per la convivenza fra le religioni, è stata trasformata nel luogo della peggiore guerra di religione degli ultimi secoli.

Anche questo motivo occasionale è alla base della decisione di Papa Francesco di promuovere la giornata di preghiera e di digiuno del 7 settembre. Una decisione, che noi salutiamo positivamente, che in parte rompe ciò che il Vaticano ha fatto negli ultimi quindici anni sul tema della guerra. Al di la dei giudizi che ognuno può avere su papa Woytila, ricordiamo la sua netta opposizione sia alla prima guerra del Golfo del 1990, sia alla guerra in Afghanistan del 2001. Proprio nel 2001 fu proprio Woytila ad invitare i cristiani a digiunare insieme ai musulmani nell'ultimo venerdì di ramadan che capitò il 14 dicembre di quell'anno a pochi giorni dall'inizio della guerra in Afghanistan tuttora in corso. Ma le posizioni di Papa Woytila sulla pace nella curia Vaticana non hanno trovato seguito ed anzi sono state sconfessate ed osteggiate nelle azioni messe in atto dai vari cardinali, che di fatto gestivano il potere Vaticano, stante la malattia grave che rendeva in pratica Giovanni Paolo II incapace di intendere e di volere. Come dimenticare il discorso bellicoso del cardinale Ruini ad uno dei primi funerali di Stato celebrato per le vittime italiane della guerra in Afghanistan? E come dimenticare il rapporto strettissimo esistente tra Benedetto XVI e l'allora presidente Bush, l'ideatore della guerra infinita nella quale siamo tuttora immersi? E come dimenticare le posizioni di potere che ex ordinari militari hanno assunto nella struttura della CEI?

Le parole accorate di Papa Francesco sono il segnale più evidente che la situazione è drammatica e che siamo ad un punto di svolta. Il fatto che alla iniziativa di digiuno e preghiera di sabato 7 parteciperanno rappresentanti di tutte le religioni del mondo, ma anche politici italiani coinvolti con le scelte militariste del nostro governo e con la sua sudditanza alle scelte USA, sono il segno più evidente che l'allarme lanciato da Francesco ha toccato un problema vero. La stessa ministra Bonino, che è decisamente contro Assad e farebbe carte false per destituirlo, ha preso le distanze da un intervento USA che avvenga al di fuori dell'ONU. Il fatto che il governo inglese sia stato bocciato dal suo parlamento sulla ipotesi di attacco alla Siria e che analoghe difficoltà incontri Ollande in Francia, sono il segno evidente che non si può rimanere a guardare e che non tutto è perduto.

Occorre allora una forte mobilitazione mondiale di tutte le forze per la pace esistenti nei vari paesi. Che lo si faccia il 7 settembre, raccogliendo l'appello di Papa Francesco, o che lo si faccia in momenti successivi, l'importante è che salga forte e chiaro l'appello alla pace, al disarmo, alla fine di tutti i conflitti e alla riscoperta della comune umanità. Che si digiuni, che si preghi, che si appenda alle proprie finestre la bandiera per la pace, che la si porti in giro in bici o sulla propria auto, che ci si incateni davanti alle basi militari o davanti alle prefetture, tutto può essere utile per salvare il mondo dalla catastrofe.

Giovanni Sarubbi

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NOTE

[1]Vedi qui per alcune immagine sugli effetti dell'Agent Orange e qui per sapere che cosa esso sia




Giovedì 05 Settembre,2013 Ore: 23:32
 
 
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