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www.ildialogo.org L'impegno di tutti per tutti,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
L'impegno di tutti per tutti

di Giovanni Sarubbi

Come spesso accade, le discussioni si accendono su fatti secondari. E' successo la scorsa settimana anche sul mio ultimo editoriale. Avevo messo nell'articolo una nota, che per me era marginale, sull'essere il partito di Grillo un “partito per conto terzi”. Su tale punto, e solo su tale punto, ci sono state molte risposte polemiche sfociate sia in commenti pubblicati sul sito, sia in email inviatemi privatamente.
Da queste reazioni traggo due riflessioni. La prima riguarda il movimento-partito di Grillo, la seconda su ciò che occorre ancora fare per tentare di uscire dalla crisi politica che stiamo vivendo.
Fra gli addetti ai lavori, c'è la diffusa convinzione che il movimento di Grillo sia prossimo all'esplosione. La risurrezione di Berlusconi, frutto delle chiusure dei grillisti durante la fase precedente alla elezione del Presidente della Repubblica e alla formazione del governo Letta, non potrà non essere senza conseguenze per il partito di Grillo. I consensi per tale movimento/partito – pensano molti addetti ai lavori - caleranno vistosamente nelle prossime scadenze elettorali. Io penso che non sarà così. Potranno anche esserci cali elettorali ma ciò non sfalderà il partito-movimento di Grillo. C'è uno “zoccolo duro” di militanti e una organizzazione diffusa sul territorio – quella dei cosiddetti meetup - che si sta consolidando attorno alla leadership indiscussa di Grillo. In questa fase Grillo e la sua organizzazione, non potranno far altro che applicare il principio “leninista” del “partito che epurandosi si rafforza”, come quando un corpo si libera delle tossine che lo infettano. E man mano che questa organizzazione si consoliderà, epurandosi di tutti gli elementi spuri che si erano aggregati pensando di poter giocare un ruolo progressista nella società, verrà fuori la vera natura del movimento/partito di Grillo. Qualcosa di chiaro sta venendo fuori, per esempio, sulla questione della immigrazione, con posizioni simil-lega sempre più nette ed esplicite da parte di Grillo (vedi posizioni espresse sull'ultima vicenda milanese). Si consolideranno attorno a Grillo e ai Grillisti quelle forze politiche e sociali che, mascherandosi dietro alla critica radicale all'attuale situazione di cose (e non ci vuole poi molto a mettere un po' di critiche una dietro l'altra), vogliono lo sfascio totale della Repubblica nata dalla Resistenza. L'attacco e concentrico, l'obiettivo è la nostra Costituzione. Da un lato la destra vuole la “repubblica presidenziale”, dall'altro Grillo si definisce come l'unica alternativa possibile all'intero sistema politico oggi esistente sintetizzato nel “mandiamoli tutti a casa” e nel “voglio il 100%”. «Non durerà molto, secondo me – ha detto Grillo in una intervista a la stampa -. Entro quest’anno vado avanti così. Si voterà prima; se vinciamo, ricostruiremo noi le macerie, ce la prenderemo noi, con le elezioni, l’Italia. E io mi dedicherò solo a questo. Altrimenti se la prenderà qualcun altro, e senza elezioni». Non si capisce come da tutto ciò possano derivare più lavoro per i disoccupati o una equa distribuzione delle risorse e servizi sociali per tutti i cittadini.

Credo sia il caso di riflettere su questa ultima frase, su quel “altrimenti se la prenderà qualcun altro, e senza elezioni”. Una frase che parla chiaramente della esistenza di un movimento eversivo organizzato e pronto ad attuare il classico colpo di stato, con abolizione di tutti i partiti, eliminazione di tutte le libertà democratiche e della libertà di stampa. E' questa una delle cose possibili nell'immediato futuro? Grillo parla di settembre-ottobre come momento di accelerazione possibile della crisi politica che stiamo vivendo. Sarà così o è l'ennesimo tentativo di occupare la scena mediatica per consolidare il proprio partito/movimento?

Ovviamente non faccio il mago e non so che cosa accadrà fra tre o quattro mesi. E' inquietante però che nelle scorse settimane si siano realizzate iniziative chiaramente eversive dell'ordine costituzionale, nel più assoluto silenzio delle massime autorità dello Stato. Mi riferisco alla manifestazione di Brescia del PDL per contestare i giudici di Milano, rei di aver condannato in appello Berlusconi, capo e padrone assoluto di quel partito. E a quella manifestazione ha partecipato non un ministro del nulla, che so quello per l'attuazione del programma in voga nei governi Berlusconi, ma il ministro dell'Interno, colui da cui dipende l'ordine e la sicurezza pubblica del nostro paese, quello che accusa i No-TAV di eversione ma che poi non esita a partecipare a manifestazioni eversive.

Ora se c'è un pericolo per la democrazia nel nostro paese, e questo è un tema ricorrente dagli anni '60 in poi con i vari tentativi di golpe andati in scena più volte, occorre dirlo forte e chiaro e occorre che chi è veramente democratico si metta insieme, faccia fronte comune con quanti vogliono difendere la democrazia, senza la quale nulla di buono può esserci per le classi sociali deboli e sfruttate del nostro paese. E invece Grillo si autodefinisce come l'unica alternativa possibile. Viene da chiedersi perché e a cosa è finalizzata tale posizione. Mi sono chiesto anche perché Grillo usi lo slogan “mandiamoli tutti a casa” invece che “mandiamoli tutti in galera”, che sarebbe la richiesta più appropriata per i responsabili dello sfascio economico/politico che stanno pagando i lavoratori e le classi sociali povere della nostra società. Mandarli a casa a godersi il maltolto? Temo di conoscere la risposta ma preferisco lasciare li la domanda, giusto per stimolare la riflessione di chi ha la bontà di leggermi.

Fra le critiche che ho ricevuto per il mio ultimo editoriale, ci sono quelle di alcune persone arrabbiate con tutto e tutti, che mi accusano di non capire nulla, di non sapere nulla dei progetti di organizzazioni quali “massoneria, Chiesa, NATO, poteri finanziari e multinazionali“ e di continuare a parlare di concetti quali “destra” e “sinistra” che sarebbero privi oramai di qualsiasi significato.

Ovviamente le mie povere riflessioni non hanno alcuna pretesa e non impegnano altri che me stesso. Le scrivo perché credo sia un diritto/dovere di tutti i cittadini dare il proprio contributo di idee e passione alla soluzione dei problemi della comunità di cui si fa parte.

Credo anche che con la rabbia ed il fare di tutt'erba un fascio non si vada da nessuna parte. E' anzi proprio il fare di tutt'erba un fascio che ci ha portato alla situazione attuale, dove le parole sono state stravolte nel loro significato. Oggi, per esempio, leggiamo nella propaganda delle organizzazioni neonaziste l'accusa di razzismo anti-italiano nei confronti di coloro che sostengono l'idea dello jus-soli, cioè di una legge che dia la cittadinanza italiana a tutti i bambini nati sul suolo italiano a prescindere dalla cittadinanza dei loro genitori. Secondo questi criminali neonazisti, sarebbe il popolo nero ad essere razzista nei confronti del popolo italiano.

La rabbia è utilizzata dai movimenti neonazisti, che sono molti e diffusi nella società, per accreditarsi come punto di riferimento delle classi sociali povere e sfruttate del nostro paese. E' già successo nella storia del nostro paese e del mondo, in Italia ed in Germania ai tempi del fascismo e del nazismo. Ed è sintomo di assoluta poca conoscenza della storia cadere in tali trappole, che oggi si concretizzano in formazioni o movimenti politici cosiddette rosso-brune, dove si trovano persone che si dicono di sinistra e persone che si dicono di destra. Per che cosa lavorano tali organizzazioni e qual è l'idea di società che portano avanti?

Credo, dunque, che sia quanto mai necessario interrogarsi su ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi oggi per capire le possibili evoluzioni di questa realtà. Senza una analisi della realtà ed una idea condivisa di società verso la quale procedere tutti insieme, non si potrà costruire nulla di positivo per la nostra società, per l'Europa e per il mondo. Tutti abbiamo il dovere, come dice l'art. 49 della nostra Costituzione, di “concorrere alla formazione della politica nazionale”. “Concorrere”, cioè lavorare insieme agli altri, senza esclusivismi, senza pretendere il 100% per le proprie posizioni, senza il dominio assoluto di una parte su tutte le altre parti. L'impegno di tutti per tutti. Questo è lo spirito dei nostri padri costituenti che spetta a noi tutti far rivivere oggi, checché ne dicano Grillo o Berlusconi.

Giovanni Sarubbi




Domenica 19 Maggio,2013 Ore: 09:08
 
 
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