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www.ildialogo.org Riappropriamoci della nostra umanità,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Riappropriamoci della nostra umanità

di Giovanni Sarubbi

I giornali di oggi 29 aprile, sia quelli cartacei che quelli on-line, titolano quasi tutti sull'attentato che ieri a Roma ha provocato il ferimento di due carabinieri in servizio davanti a Palazzo Chigi. Ecco un elenco dei titoli di prima pagina dei principali quotidiani.

Libero: "scemi di piombo" e nell'occhiello "sangue sul giuramento"

L'Unità: "Sangue nel giorno del governo", "Letta:«Dare tranquillità al Paese»

Il Centro ed. Nazionale: «Ero a Roma per sparare ai politici»

Il Giornale: "Il Grilletto" e nell'occhiello "Chi le spare e chi spara"

il Piccolo: «Sangue sul giuramento del nuovo governo»

La Stampa: «Volevo sparare ai politici»

La Repubblica: «Volevo uccidere i politici»

Il Secolo XIX: «Volevo uccidere i politici»

Corriere della sera: «Spari e paura nel giorno del governo»

Il Fatto: «Giuramento e sangue - Gli sciacalli subito all'opera»

L'immagine che riportiamo in testa a questo articolo è, invece, del quotidiano “La Repubblica” on-line. Il titolo più diffuso è quello sulla volontà di uccidere i politici attribuita all'attentatore. Questa è la versione immediatamente accreditata da quasi tutti i giornali. Poi magari, forse, quando si farà il processo, le cose cambieranno, ma per ora l'opinione pubblica è stata indirizzata immediatamente verso la pista politica. Sulla pista politica, anche le parole che il quotidiano la Repubblica on-line attribuisce al presidente della Repubblica Napolitano che avrebbe detto ai ministri:«Nervi saldi non ci faremo intimidire».

Il Fatto è l'unico giornale che si discosta dagli altri. Con un lungo articolo, Marco Travaglio, con il suo solito stile tranciante, smonta tutta la dottrina avanzata da Berlusconi e soci, di una stampa schierata massicciamente a sinistra e contro il nuovo governo. E' esattamente il contrario, scrive Travaglio e lo dimostra puntigliosamente. Non ci sono mass media schierati a sinistra o con i partiti che stanno all'opposizione, che stiano conducendo una campagna stampa che abbia una qualche influenza di massa e che possa impensierire in qualche modo il governo. Certo c'è Micromega, il manifesto, il Fatto e qualcun altro, ma sono i soliti noti. I mass-media, quelli che contano e influenzano i cittadini, e soprattutto le TV, sono tutti schierati con il governo.

E ciò nonostante, ci dicono che l'attentatore voleva colpire i politici. Eppure ad essere colpiti sono stati due carabinieri, anche essi figli di quel sud da cui proviene lo stesso attentatore. Difficile confondere due carabinieri in divisa con due politici. Al momento dell'attentato in giro non ce n'era manco uno. Perchè, allora, dare credito ad una versione tutta da dimostrare e con il rischio di creare un effetto emulazione, vista la situazione gravissima nella quale versano le famiglie italiane? Anche in questa occasione, i mass-media cosiddetti mainstream, cioè quelli che hanno una posizione dominante nell'informazione, si muovono all'unisono come se fossero diretti da un'unica direzione centralizzata.

Ciò che è successo ieri domenica 28 aprile, a me ricorda l'attentato ad Aldo Moro e alla sua scorta il 16 marzo 1978. Anche quella mattina c'era un governo, guidato da Giulio Andreotti, che si doveva presentare alle camere per le dichiarazioni programmatiche e per il voto di fiducia. Anche allora c'erano tensioni nell'allora PCI, che si apprestava a votare a favore del nuovo governo presieduto da Giulio Andreotti. C'era chi non era d'accordo e non voleva proseguire nella esperienza della solidarietà nazionale inaugurata dopo le elezioni del 1976. Il rapimento di Moro e l'uccisione della sua scorta, spazzò via ogni opposizione ed il governo fu votato senza neppure un dibattito, con tutto il PCI che votò compattamente. Come succederà in questi giorni con il PD.

Certo qualcuno mi darà del complottista. «A pensar male si fa peccato, ma quasi sempre ci si azzecca!». Parola di Andreotti!

Certo la situazione oggi è diversa da quella del 1978. Ma oggi come allora, la storia del nostro paese (ma non solo quella del nostro paese) è stata segnata da episodi traumatici che sono serviti a deviare il corso degli eventi e ad imporre soluzioni che, se analizzate senza l'emotività dettata dall'evento traumatico, avrebbero potuto essere anche molto diverse. Si fanno attentati, si uccidono o feriscono persone, per piegare la storia ai propri interessi, questa la verità che emerge anche in questa occasione. Altro che sinistra che fomenta e arma la mano degli attentatori, altro che grillisti che soffiano sul fuoco. E' stato così con Aldo Moro, ma anche con gli attentati a Falcone e Borsellino o con tutti gli altri fatti di sangue che hanno punteggiato la storia del nostro paese dagli anni '70 in poi.

Questi attentati sono figli del “delirio di onnipotenza”, di cui ho parlato nel mio ultimo editoriale, che si impossessa di chi vuole gestire il potere piegandolo esclusivamente a favore di un'unica classe sociale, quella che ha i soldi e se ne sbatte allegramente di chi non sa cosa sia neppure andare a mangiare una semplice pizza con gli amici. E sono oramai molti milioni in Italia. Il “delirio di onnipotenza”, è un pericolo per chi lo esercita, perchè può scoppiargli in mano, ma è anche la causa delle vittime che da quel delirio risultano colpite.

La storia va avanti spinta da fatti traumatici, di cui si comprendono i motivi solo dopo anni e anni, quando si riescono ad annodare tutti i fili che ogni avvenimento ha con quelli che lo precedono e con quelli che lo seguono.

E i fatti sono sempre più eclatanti e tragici, perché è sempre più tragica la vicenda politica e umana che stiamo vivendo come umanità. Per la guerra di Troia bastò il tradimento di Elena come casus belli. Per lo scatenamento della prima guerra mondiale ci volle l'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria-Ungheria, e di sua moglie Sofia durante una visita ufficiale a Sarajevo. Per la presa del potere da parte di Hitler, ci volle l'incendio del Reichstag. Per far entrare in guerra gli americani nella seconda guerra mondiale, ci volle la distruzione di Pearl Harbor. Per far partire la guerra infinita nella quale ancora oggi siamo immersi, c'è voluto l'attentato alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2011, il più grave mai verificatosi nel corso della storia dell'umanità. Più concentrati e più forti sono i poteri assommati nelle mani di pochi uomini, più eclatanti e devastanti sono i fatti che essi producono, sia per mantenere il loro potere, sia per conquistare quello detenuto da altri.

Lo stesso vale sul piano politico. Se un segretario nazionale di un partito, come ad esempio il PD, viene eletto attraverso forme plebiscitarie quale quello delle primarie, per sostituirlo in modo rapido occorre un fatto traumatico, come è successo con Bersani con la mancata elezione di Romano Prodi a presidente della Repubblica.

E questo succede, perché si concepisce la vita, propria e della società, come un susseguirsi di atti di forza, come uno scontro continuo per il potere e la supremazia, che non ammette possibilità di compromesso o mediazione. Come se l'umanità non avesse sviluppato nel corso della sua storia alcuna filosofia, alcuna cultura, alcuna forma sociale, alcuna forma di solidarietà.

In questi ultimi tempi, prevalgono anche le visioni apocalittiche, sulla fine del mondo imminente, accentuate anche dai gravi disastri naturali provocati dall'azione dell'uomo sulla biosfera. L'umanità sembra aver perso la speranza. Così, gli elementi disperati, possono essere usati da chi il potere lo ha saldamente nelle proprie mani, per mettere all'angolo tutti coloro che dissentono, o che parlano di un mondo diverso, e della possibilità di vita per tutti e non solo per i soliti ingordi.

Anche su questi elementi, occorre allora riflettere per capire come proseguire su una strada che riesca a realizzare una società senza lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, senza armi e senza guerre, senza inquinamento e senza distruzioni della Madre Terra, che tutti ci ospita e di cui non possiamo abusare. Non abbiamo bisogno di estremismi e avventurismi di alcun tipo.

Allora, e solo allora, la solidarietà alle vittime potrà avere un senso e non sarà il solito gesto strumentale di chi le usa per continuare a fare altre vittime. Riappropriamoci della nostra umanità.

Giovanni Sarubbi




Lunedì 29 Aprile,2013 Ore: 17:27
 
 
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