- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (1)
Visite totali: (421) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Una risposta e un appello,di Giovanni Sarubbi

Editoriale
Una risposta e un appello

di Giovanni Sarubbi

Mi fa sempre molto piacere quando un mio articolo suscita dibattito. Mi interessano soprattutto i commenti critici, quelli che trovano contraddizioni o segnalano testi non chiari o poco comprensibili. E questo credo sia del tutto normale per chi scrive articoli, come faccio io, in modo sistematico da oramai più di quarant'anni. Non mi sono quindi stupito quando un affezionato lettore mi ha scritto arrabbiato per il contenuto del mio ultimo editoriale. Ho cercato di capire i motivi della sua rabbia ed il contenuto delle sue critiche. Mi ha scritto una lunga lettera, di cui lo ringrazio, a cui ora provo a rispondere pubblicamente perché si tratta di questioni di interesse generale su cui è opportuno ragionare.

Il tema del dissenso è la questione dell'astensionismo elettorale a cui mi sono dichiarato contrario, citando tra l'altro un testo di Bertold Brecht. Questo mio affezionato lettore è decisamente astensionista, rifiuta di andare a votare perché, dice lui, la democrazia nel nostro paese sarebbe stata cancellata dal trattato di Lisbona (vedi qui per scaricarlo) e dal fatto che le decisioni verrebbero prese dalla Commissione Europea, con il parlamento ridotto a non contare nulla e con il Governo italiano in mano alla Massoneria alla Chiesa Cattolica ai sionisti e agli USA di cui noi saremmo una colonia. L'unico modo per opporsi a tale situazione è per lui quello di rifiutare il voto, cosa che egli ritiene essere una cosa “ormai compresa da milioni di persone, più o meno coscienti, che si rifiutano di andare al voto per non essere presi in giro”. Le elezioni servirebbero, secondo lui, in realtà a “camuffare una realtà autoritaria, una realtà prenazista, una vera e propria presa per i fondelli” dei cittadini. Ci sarebbe anche una “forza di polizia europea” che non può essere controllata dallo Stato Italiano e da qualsiasi altro stato europeo, una sorta di “nuova Gestapo” pronta agli usi peggiori[1].

Il motivo della sua arrabbiatura è invece legato alla affermazione che i Partigiani sarebbero morti per dare a noi i diritti politici, fra cui il diritto di voto sanciti dalla Costituzione. Questo mio affezionato lettore ha avuto, cosa che io non sapevo, alcuni parenti membri delle Brigate Garibaldi che se potessero tornare in vita oggi “tornerebbero a combattere e fucilerebbero i traditori”, cioè tutti i dirigenti del PD, per poi liberare il paese dal gioco “anglo americano, dandosi degli imbecilli per aver mollato le armi tanti anni fa quando era ancora possibile combattere e non cedere al ricatto imposto dalla guerra tra i due blocchi”. Partigiani delle Brigate Garibaldi, quindi comunisti, che con la loro lotta “non cercavano la democrazia” ma poi la accettarono restando iscritti al Partito Comunista che “allora era un'altra cosa”. (Le frasi in grassetto e fra virgolette sono tratte dalla lettera che mi ha inviato).

Per questo amico il mio ultimo editoriale è stato in sostanza un articolo a sostegno di Berlusconi perché lo citerei come possibile vincente, facendone un personaggio mitologico e parlandone come male assoluto, ma pur sempre parlandone e quindi dandogli credito, secondo la nota regola della pubblicità che “è quella di parlare del prodotto nel bene e nel male” perché in ogni caso è tutta propaganda.

Questo mio amico credo abbia ragioni da vendere a sentirsi arrabbiato nei confronti di quel centro sinistra che ha stracciato consapevolmente, quando è stato al governo, tutti i diritti conquistati dai lavoratori nel corso di oltre un secolo di lotte sindacali e politiche. Ha certamente ragione quando dice che siamo nei fatti non solo una colonia USA, con il nostro territorio pieno zeppo di basi militari e persino di bombe atomiche, ma anche un paese a sovranità limitata rispetto alla stessa Città del Vaticano, i cui massimi vertici si comportano come se il Papa fosse ancora “il Papa Re” di fine '800 e la Costituzione fosse carta straccia. Ma, dal mio punto di vista, non ha ragione quando trasforma la sua rabbia in astensionismo. Egli fa parte di quelle persone di sinistra sfiduciate e deluse, di cui parlavo nel mio ultimo editoriale, e che hanno rinunciato ad esercitare il loro diritto di voto, cosa su cui, lo ripeto, io non sono d'accordo.

Ho passato anche io i miei momenti neri, che più neri non si può. Anche io sono stato sfiduciato. Ho vissuto la parte disumana sia della politica che delle religioni. Ho avuto a che fare con la meschinità, con l'arrivismo più bieco di chi partendo da posizioni “di sinistra” o dichiarandosi addirittura “comunista”, è finito poi al servizio di quello che prima era “l'odiato padrone”, vendendosi l'anima e la dignità per i soldi. Ho avuto a che fare con mestieranti che nascondendosi sotto qualche titolo ecclesiastico celavano la propria cupidigia e la propria voglia di potere. Devo dire di essere stato fortunato a venirne fuori e a non cedere ad alcun compromesso avendo anche la fortuna di incontrare splendide persone la cui amicizia mi onora. Faccio questo giornale, insieme ad altri amici e amiche, nella più assoluta libertà, senza dover cedere ad alcun ricatto di chicchessia, parlando di temi scottanti e controcorrente, rifiutando la pubblicità commerciale che pure mi è stata offerta.

Dico questo non per vantarmi di qualcosa ma semplicemente per rispondere ad un'altra accusa rivoltami da questo amico, quella cioè di essere stato “minacciato e costretto a scrivere quelle cose”. Nessuno mi ha minacciato e nessuno mi ha costretto a scrivere alcunché. Ho tentato, come cerco di fare sempre, di tracciare un quadro della realtà senza mitizzare affatto Berlusconi. Se qualcuno ha capito che io ritengo la sua vittoria probabile mi dispiace, non lo penso affatto. Anche io, come questo amico, non ho affatto gioito quando il governo Berlusconi cadde nel novembre del 2011 e, scusate di nuovo, ricito il mio articolo del 7 novembre del 2011. Penso però che ci sono diversi milioni di italiani (nel 2008 furono 17 milioni) disposti a credere alla sua propaganda non perché siano tonti o abbiano ridotte capacità intellettive, ma perché pensano che il modello sociale basato sull'egoismo individuale e sulla corruzione di tutto e tutti sia l'unico possibile e contro cui non è possibile fare nulla, come si trattasse della pioggia o di un terremoto. Un modello sociale che è diffuso anche fra gli stessi operai, al nord come al sud, come dimostrano i voti degli operai alla Lega al Nord e come dimostrano gli applausi a Marchionne e Monti alla Fiat di Melfi. Su tale argomento ci sono molti studi e analisi sociologiche. E' un modello sociale che ha cominciato a radicarsi fra i lavoratori molti anni fa. Ricordo che negli anni '80 e '90 del secolo scorso operai e impiegati si sono lasciati coinvolgere addirittura nelle speculazioni finanziarie giocando in borsa. Tantissimi investivano in borsa pensando di poter fare buoni affari, salvo poi a rimetterci le penne e quando questo succedeva non ne traevano neppure le dovute conseguenze, cioè una critica dura e serrata ad un sistema sociale, quello capitalista, sanguinario e spietato, che vive sul fallimento e sulla morte dei più deboli, che depreda risorse naturali e vite umane.

«Il paganesimo – scriveva don Primo Mazzolari - è un sistema di vita associata, ove tutte le forze convergono verso l’esaltazione oppressiva dell’individuo, il quale accetta l’oppressione, non perché la riconosca cosa buona, ma perché spera di essere tra i primi, vale a dire tra i pochi che convogliano l’oppressione altrui a proprio vantaggio». Parlava in realtà del sistema capitalistico dove c'è l'idolatria del “dio denaro”.
Io non credo nell'astensionismo, e non credo affatto che gli 11milioni di persone che nel 2008 si sono astenute lo abbiano fatto perché hanno preso coscienza di ciò che il mio amico dice. Chi si disimpegna dalla vita politica, piaccia o non piaccia questa affermazione, non è inquadrabile in nulla, fa semplicemente il gioco di chi vince e di chi detiene il potere. Rimando al testo di Brecht.

Così come non credo che la parola “comunista” sia sinonimo di persona amante delle armi o che rifiuta la democrazia. Anzi al contrario il rifiuto della violenza si trova fin dall'inizio negli scritti dei dirigenti della Lega Dei Comunisti, quella di Marx ed Engels. I comunisti italiani, poi, hanno contribuito, insieme agli altri partiti antifascisti dell'Assemblea Costituente, a scrivere la nostra Costituzione, accettandola integralmente e facendola propria, compreso il diritto di voto e la possibilità di costituire partiti.

Non condivido neppure la visione militarista della Resistenza al nazifascismo che oggi è di moda in certi settori della sinistra, anche fra giovani iscritti alla stessa ANPI. Si tratta di una visione estremamente volgare della Resistenza ridotta a “guerra civile”. Una visione questa propagandata e diffusa dai negazionisti e da chi in questi anni ha cercato di riabilitare i combattenti repubblichini di Salò, che sono stati invece dei veri e propri delinquenti al servizio dell'occupante nazista. Basta leggere qualche libro di Giorgio Bocca per capire che cosa è stata la Resistenza e chi erano i repubblichini.

Non mi appartiene neppure l'idea che “il potere si conquista sulla canna del fucile”, come qualcuno diceva nel '69, o che la parola “rivoluzione” si debba necessariamente coniugare con “lotta armata”, che oltre ad essere una idiozia è anche una scorciatoia assolutamente inesistente e perdente, come la storia dimostra. Non c'è rivoluzione senza il consenso, che si conquista con la politica, delle grandi masse popolari. Basta leggere la storia della stessa rivoluzione bolscevica del 1917 per rendersi conto che la loro vittoria fu un fatto eminentemente politico e niente affatto militare.

La verità è che siamo in una fase di sonnambulismo e di avvelenamento generalizzato delle coscienze che porta a galla il peggio delle persone. Se così non fosse non potrebbe spiegarsi il fenomeno Grillo, non avremmo cioè bisogno di affidarci ad un comico che ha come primo punto del proprio programma quello del “mandiamoli via tutti”, buoni e cattivi, chi ha rubato e chi no. Va cacciato chi ha rubato, chi ha corrotto o si è fatto corrompere, ma vanno anche messi all'indice tutti quei cittadini che per tali personaggi hanno votato ben sapendo per chi votavano. Io e tanti altri come me non abbiamo mai votato per i corrotti e i corruttori, perché dovremmo essere cacciati?

“Le uniche armi che approvo io – scriveva don Milani - sono nobili e incruente: lo sciopero e il voto”[2]. E fino a quando mi sarà data la possibilità di votare, di costituire un partito o una associazione, di promuovere una qualsiasi aggregazione che possa servire, come scrive la nostra Costituzione, “a concorrere alla politica nazionale” (art. 49), io sarò li, parteciperò e voterò e contesterò, se dovesse succedere, chi ha tradito la mia fiducia facendo cose diverse da quelle per le quali si era impegnato. E se qualcuno ha capito dal mio precedente editoriale che io do indicazioni di voto per il PD o per SEL si sbaglia di grosso e credo sia abbastanza facile capire per chi voterò. Le performance televisive di Berlusconi, ampiamente prevedibili fin dal novembre del 2011 (e se le ho previste io lo potevano capire veramente tutti), sono funzionali al giochino del “voto utile”, secondo il quale sei costretto a votare solo per due partiti, in realtà per uno solo, quello del potere economico, come negli USA. Chi parla di “voto utile” sostiene in realtà la “legge porcata” (ci scusino sempre i porci) che da per l'appunto, questa la vera porcata, un peso diverso al voto dei cittadini. Alcuni voti sarebbero “utili” altri no. Chi lo decide? Utili a chi e per cosa? La nostra Costituzione si difende anche votando liberamente nel rispetto dell'art. 49, non certo rinunciando ad un diritto che sotto il fascismo era negato. Sotto quel regime, per abbattere il quale sono morti migliaia di partigiani, c'era un unico partito e si poteva votare solo per quel partito. Fecero anche un referendum con un'unica risposta obbligatoria a cui tutti dovettero partecipare per non essere repressi. La Costituzione, figlia della Resistenza, rimette le cose a posto. Possiamo noi rinunciare a questa eredità lasciataci da chi ha combattuto nella Resistenza? Credo di no!

La storia non la si fa con i “se” e non la si fa astenendosi quando milioni di persone sono coinvolte in scelte quali quelle per il governo nazionale. A queste elezioni, male che vada, si registreranno fra i 32 e i 35 milioni di voti validi. Persone in carne ed ossa andranno a votare per i più svariati motivi. Possiamo rimanere a guardare o incitare a restare tutti a casa? A fare che, a stare davanti alla TV per rincitrullirci meglio? Il fatto che il potere politico stia oggi nelle mani di chi ha anche un devastante potere economico religioso e militare, dovrebbe moltiplicare l'impegno delle persone, soprattutto quelli che si dicono comunisti o anche semplicemente di sinistra, ad organizzare la Resistenza al loro potere. Così si difende la Costituzione che diventerà un ferro vecchio se smetteremo di chiederne l'applicazione, se rinunceremo ai diritti e ai doveri che essa contiene, se con i nostri comportamenti negheremo i principi in essa contenuti.

Non ci possiamo permettere l'astensionismo. Non ce lo possiamo permettere, per quante delusioni e mazzate ognuno di noi possa aver preso nella sua vita.

Giovanni Sarubbi

NOTE

1Si tratta probabilmente della cosiddetta Eurogendfor eurogendfor.org Vedi anche it.wikipedia.org

2La risposta di don Milani ai cappellani militari Leggi tutto da qui




Venerdì 08 Febbraio,2013 Ore: 22:45
 
 
Commenti

Gli ultimi messaggi sono posti alla fine

Autore Città Giorno Ora
Renzo Coletti Genova 10/2/2013 15.27
Titolo:
Caro Giovanni,
ti ringrazio per aver dato voce ai miei pensieri, non sempre però riesci a comprendere ciò che mi motiva ed a esplicitarlo. ciò che non riesci a comprendere, ma non sei il solo, è che il nostro tempo è caratterizzato dalla incapacità di affrontare la realtà, è troppo folle, troppo al di fuori della nostra immaginazione, supera ogni fantasia, e solo chi ha sofferto molto, ha vissuto l’emarginazione, la lotta senza quartiere, la persecuzione ha qualche chance di comprensione. Tu, caro amico, ammetti di essere in una democrazia che ha tradito la Costituzione, sai di essere governato da criminali che hanno distrutto tutto ciò che avevamo conquistato con lotte e spargimento di sangue, sai che siamo una colonia americana, sai che esiste un trattato che ha di fatto cancellato la nostra sovranità nazionale, ma continui ad illuderti ed a illudere il tuo prossimo che vi sia una possibilità di riscatto attraverso il voto.
Ammesso e non concesso che tu abbia ragione, mi puoi indicare il programma che ti ha convinto a scegliere un partito che sia in grado di opporre una resistenza, una pur minima iniziativa, una nuova linea politica, un nuovo pensiero, una alternativa, un nuovo progetto sociale?
Una campagna elettorale così squallida non credevo fosse possibile, è un vero insulto alla intelligenza umana, non credevo possibile si arrivasse a tanto. Il tuo beniamino politico, non è difficile capire chi sia, ha già detto di volersi alleare con il Pd, di voler essere parte del governo: non sia mai che si possa essere opposizione, non sia mai che qualcuno in questo paese scelga di lottare, di essere controparte, di battersi per una nuova realtà, per un mondo migliore, per una società del domani, ciò che tutti vogliono è entrare nella mangiatoia e rubare, ingozzarsi fino a soffocare.
No! Non vedo proprio per chi dovrei votare, quindi caro Giovanni cosa dovrei fare se non astenermi? Non è una scelta, è una imposizione, una realtà a cui non posso che sottomettermi. Che cosa dovrei fare? Dovrei votare per Grillo? Certo, lui è contro, un contro che se per caso dovesse vincere sarebbe per noi l’inizio di una nuova guerra civile oppure, se ci va bene, l’inizio di una nuova strategia della tensione.
Lascia stare i morti, che riposino in pace, la resistenza è stata usata troppe volte per giustificare posizioni di comodo di questa maledetta sinistra stracciona ed ipocrita; la guerra partigiana non ha mai voluto nessun governo colonizzatore, non voleva nessun governo della Chiesa, non voleva certo governi tecnici di massoni o banchieri alla guida del nostro paese.
I comunisti combatterono per il comunismo, accettarono la democrazia perché gliela imposero, ma non era certo ciò che volevano.
I partigiani non combatterono perché la mafia fosse insediata al governo, non combatterono perché vi fossero i brogli elettorali nel 48 e non solo, quindi per favore lascia stare i morti.
Non farmi passare per un brigatista, non teorizzo la lotta armata, non sono così idiota, ma non credo che con il voto si possa cambiare di un solo millimetro la condizione politica e culturale nel nostro paese.
Il problema è piuttosto creare un nuovo soggetto politico e sindacale, una nuova coscienza di classe, ripartire da una sconfitta che si deve accettare e riconoscere come tale, non farsi illusioni di sorta, non credere alla befana; è dura, lo so che è dura, ma è così.
Tu ti definisci un cristiano, ma un cristiano non si sporca le mani votando per dei criminali, degli psicopatici che in questi anni, avallando le scelte della NATO, hanno sostenuto dittature fasciste in ogni parte del mondo e hanno compiuto violenze e repressioni di ogni tipo in missioni militari definite “di pace”. Un cristiano non si allea con chi ha costretto con leggi oppressive e discriminatorie i propri cittadini a svendere, e sottolineo il termine svendere, la propria casa perché impossibilitati a pagare una tassa spropositata come l’IMU. Un cristiano non chiude gli ospedali, né privatizza i servizi sociali. Cos’altro dovrebbe ancora succedere affinché qualcuno si accorga che stiamo precipitando in un abisso ?
Ci sentiremo dopo aver espletato il nostro dovere diritto costituzionale di voto, vedremo allora cosa sarà cambiato e quali prospettive avremo dinnanzi a noi.
Renzo Coletti

Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (1) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info