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www.ildialogo.org "C'erano, una volta, due progetti".,di Mario Mariotti

Editoriale
"C'erano, una volta, due progetti".

di Mario Mariotti

Un tempo, nella terra dei viventi, c'erano due ideologie, due progetti. Il primo aveva cominciato ad essere concretizzato quando nella piana di Giza non c'erano ancora le piramidi, il secondo era partito alla fine del 700, e si é squagliato alla fine del 20° secolo. Capitalismo, mercato, competizione caratterizzavano il primo; socialismo, pianificazione, cooperazione cercavano di farsi strada nel secondo.
Il primo inneggiava alla libertà d'impresa, al privato che funziona, al pubblico che serve come ruota di scorta se il privato ha fallito, all'eliminazione di tutti quei lacci e lacciuoli, compreso quello di pagare le tasse, che impediscono al privato di esplicare i cavoli propri. Il secondo perseguiva la giustizia sociale, l'equalizzazione delle condizioni di vita dei cittadini, il rispetto generalizzato dei diritti umani fondamentali, primo fra essi quello al posto di lavoro. Il mercato avrebbe dovuto venir sostituito dalla pianificazione, dal prezzo politico; e la competizione avrebbe dovuto muoversi all'interno della programmazione, in modo che i frutti dell'impegno individuale andassero a vantaggio di tutti.
Il secondo progetto poi, il socialcomunismo, se S.R. Chiesa si fosse presa il disturbo di conoscere N. Signore, poteva trovare le proprie radici nel fatto che Dio e nostro padre, che noi siamo tutti fratelli, che la ricchezza é omissione di solidarietà, che lo "spezzare il pane insieme" è il sito che fa esistere Dio fra noi, che la condivisione del necessano alla vita è il Verbo che può trasformare l'inferno di questo mondo in Regno. Evidentemente, però, come N.Signore non ha ancora trovato posto nel cristianesimo reale, cosi il socialismo era un obiettivo per il quale il bipede umano non era e non è ancora maturo, e quindi ha fatto la fine del cristianesimo quando, nel 4° secolo, con Costantino, si é messo a ruota della ricchezza e del potere. Qui, oggi, però, c'è l'aggravante-attenuante costituita dal fatto che il primo progetto aveva ed ha in mano da sempre l'informazione, ed è riuscito a rincoglionire, e ci riesce tuttora, quei poveri che hanno mandato alle ortiche il socialismo, ed oggi sostengono con il voto chi li fotte dal tempo in cui, appunto,le piramidi erano ancora solo un progetto.
Il Beati i giusti è diventato, per tutti, il Beati i ricchi. A questo punto io voglio pero focalizzare una cosa sulla quale riflettere: Bisogna tornare a dire il nome del cancro e quello della cura. Quando l'utopia della fratellanza si é dematerializzata, il I° progetto si e ben guardato dall'informare il prossimo su cosa si stava globalizzando, che non era certo il socialismo, ma il capitalismo. Entrati tutti quanti nel pensiero unico del neoliberismo capitalista, nel I° progetto, oggi il cancro, la malattia, il negativo che ci circonda, viene spacciato come medicina, e mentre di volta in volta si cerca di mettere delle toppe ad un negativo che è strutturale al modello, al progetto, nessuno dice più neppure il nome della cura, di quello che avrebbe la possibilità di farcene uscire, cioè il socialcomunismo (economia di comunione) il quale, una volta scelto in libertà e praticato con amore, potrebbe funzionare, perché la fratellanza fra i figli di un solo Padre potrebbe portarci ad una libertà connessa all'uguaglianza, ad una società senza servi e senza padroni, a quel pegno che è già fra noi, ed e materializzato da coloro che condividono fra loro il necessario alla vita.
Oggi si parla solo del negativo, e nessuno fa il nome della medicina che lo potrebbe contrastare. La nostra “libertà” è violenta, soffoca la giustizia, l'uguaglianza, la fraternità. Toglie l'ossigeno a Dio, che vive nella "compassione", e toglie l'umanità all'uomo. A quando tornare ad aprire gli occhi?



Domenica 08 Novembre,2020 Ore: 12:56
 
 
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