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www.ildialogo.org LE FRECCE TRICOLORI SU ASSISI E LA CROCE,di Raffaello Saffioti

LE FRECCE TRICOLORI SU ASSISI E LA CROCE

CHI CUSTODISCE LA TOMBA DI SAN FRANCESCO? SE IL SANTO VEDESSE


di Raffaello Saffioti

Lo scandalo delle Frecce Tricolori su Assisi il 4 ottobre 2020. Come per un diario tra cronaca e storia.


L’11 ottobre 2020
E’stato pubblicato l’editoriale del direttore de “il dialogo” Giovanni Sarubbi col titolo Stupro”.
Il giorno dopo, pubblicato sull’editoriale il commento del Centro Gandhi di Pisa.
Il 18 ottobre 2020
E’stato pubblicato un nuovo editoriale di Giovanni Sarubbi col titolo “Lo stupro continua” e l’editoriale di Rocco Altieri, presidente del Centro Gandhi di Pisa, col titolo “Il sorvolo di Assisi delle Frecce Tricolori è stato un atto di una gravità inaudita”
L’editoriale di Altieri era una lettera indirizzata:
- Ai frati del Sacro convento.
- Al direttore dell’Osservatore Romano, di Avvenire, di Famiglia cristiana, a tutta la stampa cattolica.
Questo il testo:
Il sorvolo dell’aeronautica militare sui cieli di Assisi il 4 ottobre scorso è stato un atto di una gravità inaudita, una profanazione della vocazione di Pace della città di Assisi. Tali esibizioni di aerei militari, nobilitati col nome di frecce tricolori o pattuglia acrobatica, sono simboli di morte, gravemente inquinanti e costosi, forieri di guerra, che non possono essere giustificati come spettacolo di omaggio a San Francesco. Questi sorvoli sono stati pensati dai militari, dal ministero della difesa e dall’industria italiana Leonardo per promuovere la produzione e il commercio degli armamenti che Papa Francesco ha ripetutamente condannato. Sono sparvieri di fuoco il cui rombo fa tremare le abitazioni, spaventa le allodole care a Francesco, gli uccelli nel cielo e i bimbi sulla terra! Sono insegne imperiali di un comando violento del mondo verso cui i cristiani non accettano di prostrarsi, bruciando i granelli di incenso sull’altare della guerra. Il Dio dei cristiani è il Dio della vita e rifiuta ogni forma di idolatria: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra!”, Isaia 2,4.
Rocco Altieri presidente del Centro Gandhi odv, via Santa Cecilia 30, Pisa
telefono 050 54 25 73
Pisa 18 ottobre 2020”
***
Il 24 ottobre 2020
E’stato pubblicato sempre su “il dialogo” l’articolo di Luca Kocci, ripreso da “Adista”, col titolo:
Questo il testo:
“23/10/2020, 23:40
 40431 ASSISI (PG)-ADISTA. Fratelli e sorelle, ecco a voi le Frecce tricolori! p. Enzo Fortunato, già custode del Sacro convento di Assisi e ora direttore della sala stampa, indossa il saio da presentatore – non quello dei poveri scelto da san Francesco ottocento anni fa – e lo scorso 4 ottobre, alla presenza anche del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, annuncia alla folla riunita davanti alla basilica il passaggio delle Frecce tricolori: «Alla luce di San Francesco, alla luce della firma dell’enciclica di ieri, la pattuglia acrobatica nazionale delle frecce tricolori attraverserà i cieli di Assisi».
Un episodio e delle parole che non passano inosservate agli occhi e alle orecchie di nonviolenti e pacifisti. Il primo ad accorgersene e a reagire è Rocco Altieri, del Centro Gandhi di Pisa. «Il sorvolo dell’aeronautica militare sui cieli di Assisi il 4 ottobre scorso è stato un atto di una gravità inaudita, una profanazione della vocazione di Pace della città di Assisi», si legge nella lettera aperta del Centro Gandhi ai frati del Sacro convento e alla stampa cattolica, a cominciare da Osservatore RomanoAvvenire e Famiglia cristiana. «Tali esibizioni di aerei militari, nobilitati col nome di frecce tricolori o pattuglia acrobatica – prosegue la lettera –, sono simboli di morte, gravemente inquinanti e costosi, forieri di guerra, che non possono essere giustificati come spettacolo di omaggio a san Francesco. Questi sorvoli sono stati pensati dai militari, dal ministero della Difesa e dall’industria italiana Leonardo (ex Finmeccanica, ndr) per promuovere la produzione e il commercio degli armamenti che papa Francesco ha ripetutamente condannato. Sono sparvieri di fuoco il cui rombo fa tremare le abitazioni, spaventa le allodole care a Francesco, gli uccelli nel cielo e i bimbi sulla terra! Sono insegne imperiali di un comando violento del mondo verso cui i cristiani non accettano di prostrarsi, bruciando i granelli di incenso sull’altare della guerra. Il Dio dei cristiani è il Dio della vita e rifiuta ogni forma di idolatria: “Forgeranno le loro spade in vomeri, le loro lance in falci; un popolo non alzerà più la spada contro un altro popolo, non si eserciteranno più nell'arte della guerra!”».
A stretto giro anche Giovanni Sarubbi, direttore del periodico ecumenico ildialogo.org e da sempre impegnato sul tema della pace e del dialogo interreligioso, denuncia lo «stupro» di Assisi, perpetrato con la complicità dei francescani. «Padre Enzo Fortunato – scrive Sarubbi – non è un frate qualsiasi chiuso nella sua cella a pregare e ignaro delle cose di questo mondo. È rappresentante francescano alla “catena umana” Perugia-Assisi (che quest’anno, causa Covid, ha sostituito la tradizionale marcia della pace Perugia-Assisi inventata da Aldo Capitini, v. Adista Notizie n. 37/20, ndr) e nella Tavola della Pace». Dovrebbe sapere, prosegue Sarubbi, «cosa sono le Frecce tricolori e per cosa vengono usate. Sono lo strumento di propaganda del nazionalismo italiano e delle industrie belliche italiane che le mandano in giro per il mondo e per l’Italia a propagandare il mito della forza e della superiorità italiana nel settore degli armamenti. E quegli aerei sono aerei da guerra, che vengono usati sia per i combattimenti sia per l’addestramento dei piloti alla guerra. E chi applaude alla Frecce Tricolori applaude alla guerra. Mai offesa più grande è stata fatta a Francesco d’Assisi di quella compiuta il 4 ottobre 2020 con questo indegno sorvolo di Assisi. I Francescani hanno compiuto lo stupro di Francesco d’Assisi e di tutti gli ideali di pace».
Pierangelo Monti, presidente del Movimento internazionale per la riconciliazione (Mir), sostiene che «il mezzo scelto per rendere omaggio a san Francesco, a parere mio e di tanti amici impegnati nei movimenti per la pace, il disarmo, la nonviolenza e la salvaguardia della natura, è assolutamente improprio e dai frati di san Francesco mi sarei aspettato una presa di distanza. Cos’ha da spartire la pattuglia acrobatica formata da 9 aerei militari con lo spirito di Francesco d’Assisi? Sono velivoli militari (non civili), dispendiosi e inquinanti, che non meritano il plauso di chi ha a cuore i poveri». Monti nota anche la contraddizione con quanto avvenuto il giorno prima ad Assisi: la firma, da parte di papa Francesco, dell’enciclica Fratelli tutti, in cui è ribadita la condanna delle armi: «Con il denaro che si impiega nelle armi e in altre spese militari costituiamo un Fondo mondiale per eliminare finalmente la fame e per lo sviluppo dei Paesi più poveri». «Ma non è solo per motivi economici che i francescani di Assisi avrebbero dovuto criticare l’omaggio militare – prosegue Monti –: è per il messaggio recondito che sta in quegli aerei presentati come vanto della nazione, cioè nascondere sotto la spettacolarità di quegli aerei da addestramento, l’orribile sceglie,verità degli strumenti di guerra, i cacciabombardieri, capaci di portare morte e distruzione persino con le bombe atomiche».
E poi tanti altri manifestano il proprio dissenso con l’operazione Frecce tricolori. Tanto che i frati di Assisi sono costretti a rispondere, mettendo una toppa che però si rivela peggiore del buco.
Una risposta da ministero della Difesa
«Vi sono grato per l'attenzione che ci rivolgete, in particolare in ordine alla salvaguardia della salute dei pellegrini e alla tutela della basilica. A tal proposito, posso assicurarvi che nessun danno hanno subito persone e cose, come di consueto avviene in questo tipo di manifestazioni acrobatiche che prevedono un passaggio piatto sull'area in cui si svolge l'esibizione» si legge nella risposta di frate Mauro Gambetti custode del Sacro Convento di Assisi. Gli aerei quindi non inquinano, rivela Gambetti, secondo il quale, poi, le Frecce tricolori sono poco più che dei aereoplanini di carta. «Quanto all'eticità degli strumenti utilizzati, gli aerei Aermacchi MB- 339 – prosegue il frate –, mi permetto di evidenziare un aspetto che ritengo non trascurabile, ovvero la conversione dall'uso bellico a quello civile di detti strumenti», che sono appunto una «pattuglia acrobatica», dei semplici «aviogetti per lo spettacolo». Forse, conclude Gambetti, «sono sempre attuali gli interrogativi circa l'opportunità di questo genere di attività, anche per il rischio che i piloti si assumono per la loro e l'altrui incolumità e per i costi sostenuti dal Paese, ma, seppur vagamente, ricordo che quando agli inizi degli anni 2000 qualcuno mise in discussione l'utilità delle Frecce Tricolori, le forze politiche di allora, indistintamente, riaffermarono la validità dell'istituzione della Pattuglia acrobatica dell'aeronautica».
La risposta dei frati «sembra scritta dall’ufficio stampa del ministero della Difesa tanto è carica di ipocrisia e di bugie», replica Sarubbi, che evidenzia la falsità di alcune affermazioni, a cominciare dalla minimizzazioni dei rischi delle esibizioni: «16 sono stati i piloti delle Frecce morti durante le loro esibizioni, di cui 8 durante 6 manifestazioni aeree di cui quella di Ramstein del 28 agosto 1988 fu la più drammatica con tre piloti morti e 67 vittime e 346 feriti tra gli spettatori ». E poi, rispetto alla «conversione civile» degli aerei: i dieci velivoli MB-339 usati dalla pattuglia acrobatica delle Frecce tricolori, con tutti gli altri 230 MB-339 in dotazione principalmente all’Aeronautica Militare Italiana sono «velivoli d’addestramento e attacco leggero in dotazione al 61° Stormo di Galatina (Le) con il quale gli allievi piloti dell’Aeronautica militare conseguono il brevetto di pilota militare. Altro che strumenti convertiti dall’uso bellico a quello civile. Essi possono portare “fino a 2.040 kg di carichi esterni (pod per mitragliatrici o cannone cal. 30 mm, serbatoi ausiliari, ecc.)”, come si può leggere sul sito dell’Aeronautica militare». L’unica differenza delle Frecce, conclude Sarubbi, «è la presenza del bruciatore di olio di vaselina che serve a produrre le scie colorate tricolori».”.

 
***
Il 25 ottobre 2020
Su “il dialogo” “Il Mattinale” del direttore ha il titolo “Sogni e realtà” e riporta una pagina di “Avvenire”.
SOGNI E REALTÀ Le buone notizie sono sommerse da quelle cattive. Oggi nessuno parlerà della 50esima ratifica del TPAN (Trattato di proibizione delle Armi Nucleari) (https:) che consentirà, tra 90 giorni, l’entrata in vigore di tale trattato. Tra 90 giorni e dopo 75 anni dal loro primo utilizzo, le armi nucleari saranno vietate dal diritto internazionale. Ma questo, noi lo sappiamo, non ne impedirà il loro uso fino a quando il militarismo condizionerà le coscienze delle persone, anche di quelle che a parole dicono di essere pacifisti e che fanno parte di quella chiesa cattolica dove c’è un Papa Francesco che definisce la guerra una follia. Quel militarismo che considera la guerra come “la continuazione della politica con altri mezzi”, secondo la nota definizione di Carl von Clausewitz. Mi riferisco al direttore di Avvenire, Marco Tarquinio(https:), che solo ieri ha risposto alle tante lettere di protesta che ha ricevuto sul sorvolo di Assisi delle Frecce Tricolori. E si tratta di una risposta militarista che Tarquinio affida all’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, già capo di Stato Maggiore della Marina, che lamenta la ritirata della marina italiana dal mar Mediterraneo, la sua scarsità di mezzi e uomini e la mancata “consapevolezza del destino marittimo dell’Italia, dell’importanza del mare per la prosperità e sicurezza dell’Italia, da parte della classe dirigente del nostro Paese”. L’ammiraglio ci ha risparmiato l’Eia! Eia! Eia! Alalà!. Le lettere di Rocco Altieri, presidente del centro Gandhi di Pisa e quella di Pierangelo Monti, del MIR vengono pubblicate dopo quella dell’ammiraglio e usate da Tarquinio per dare forza proprio alle sue tesi. Tarquinio le irride definendole “limpide rimostranze di due altri amici innamorati della pace” che sono nulla rispetto alle parole dell’ammiraglio che prefigurerebbero, secondo Tarquinio, un uso “pacifico” di “strumenti potenzialmente di guerra” che diverrebbero espressione di «Forze armate “disarmate” di intenzione aggressiva secondo lo spirito della nostra Costituzione». E ripete la favola delle “Frecce Tricolori” che “emozionano e rasserenano” che da strumenti di formazione al combattimento aereo per piloti militari diventano innocui strumenti acrobatici. Il fascino della divisa, il militarismo diffuso insieme all’obbedienza sono i tratti distintivi di una cultura che impregna anche chi dice di essere per la pace. Loro però dicono di sognarla la pace, noi vogliamo invece realizzarla e non ci sta più bene essere etichettati come sognatori da chi usa le armi per difendere un sistema sociale ingiusto perché basato sullo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.”
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Degno di nota l’intervento di Enrico Peyretti:
"Non sanno, non si rendono conto, credono che le frecce tricolori siano un innocente carnevale da bambini. L'inganno militare è ben studiato: fa piacere la guerra a chi la paga e a chi non la vuole. Tutta la retorica di stemmi, divise, bandiere, colori, trombe, inni (come l'orribile inno di Mameli) sono da denunciare, sono da "vilipendere", perché la guerra e la sua propaganda è da "vilipendere". E la patria, o è pacifica, entro l'unica patria umana, oppure è da disconoscere come fazione di umanità separata. Ci vuole tanto a vederlo? In questa circostanza delle frecce i fratelli francescani, cari a tutti, si sono fatti ingannare, per incapacità critica. Il vangelo è critica del mondo e per questo è salvezza. Ciao a tutti, compresi i cari francescani!"
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Il 25 ottobre 2020
Papa Francesco annuncia all’Angelus la nomina a Cardinale, tra altri, del Custode del Sacro Convento di Assisi, Frate Mauro Gambetti.
L’annuncio ha provocato sorpresa e sconcerto tra i sostenitori del Papa stesso.
Come spiegare l’annuncio?
Si può dire, ricordando il teologo Marie-Dominique Chenu, che con il Concilio Ecumenico Vaticano II sia finita la cosiddetta “era costantiniana”?
E’ semplicistico pensare che la nomina sia stato un semplice incidente di percorso, nel cammino di Papa Francesco.
Papa Francesco è in cammino tra limiti e contraddizioni. Ha nemici dentro e fuori della Chiesa.
Quando diciamo “Chiesa” di quale Chiesa parliamo?
La Chiesa-istituzione, che è gerarchico-monarchica, maschilista e clericale, si può dire che sia evangelica?
La “questione romana” è stata risolta coi Patti Lateranensi del 1929 e i rapporti con lo Stato italiano sono regolati dal Concordato, pur riformato nel 1984.
Ma la Via della Conciliazione non è la Via della Croce.
La novità del nome del Papa e gli atti che sono segni profetici del suo pontificato sono sufficienti per la riforma della Chiesa in senso evangelico?
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Se vogliamo la pace, dobbiamo disarmare la guerra”. (Padre Felice Scalia, 2013)
Gesù pianse su Gerusalemme: perché?
Vangelo secondo Luca:19,41-44
In quel tempo Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa, dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».”.
***
Roma, 28 ottobre 2020
Raffaello Saffioti
Centro Gandhi – PALMI (RC)
raffaello.saffioti@gmail.com



Mercoledì 28 Ottobre,2020 Ore: 13:09
 
 
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Autore Città Giorno Ora
Antonio D'Agostino Vibo Valentia 15/11/2020 17.19
Titolo:Presente e futuro negli scritti di Raffaello  Saffioti
I testi che Raffaello Saffioti ci propone, non sono mai facili, ma una volta letti e riletti, aprono strade e sentieri sempre meno battuti. E ci ricordano che alcune Verità, se pure non mutano nel tempo, vanno comunque, in ogni tempo, disvelate, dovendo la storia e le storie fare i conti con loro.E la storia, a dir poco paradossale, delle frecce tricolori nel cielo di Assisi, col suo triste corollario, è certamente una di queste. Antonio D'Agostino

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