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www.ildialogo.org Statua Montanelli a Milano. Sostiene il giornalista Beppe Severgnini: ...” quella vicenda non esemplare...”.,di Domenico Stimolo

Editoriali
Statua Montanelli a Milano. Sostiene il giornalista Beppe Severgnini: ...” quella vicenda non esemplare...”.

di Domenico Stimolo

Prima o dopo i nodi vengono sempre al pettine”. Questione di tempo. Aggiunse Leonardo Sciascia “quando c’è il pettine”.
La forza del pettine statunitense, che si è messo in moto nelle ultime due settimane dopo l’assassinio di George Floyd da parte della polizia, sta diventando una valanga democratica e antirazzista che oltre gli Stati Uniti coinvolge molti dei Paesi (europei) che hanno costruito le proprie fortune storiche sullo sfruttamento schiavista degli altri esseri umani e sulle violente discriminazioni razziali, che “felicemente” ancora continuano.
I fatti sono ben noti, non serve aggiungere altro. La protesta è insorta grande ed impetuosa per contrastare il pilastro principale – etico, discriminatorio, economico….e di morte - su cui si regge il “principale stato democratico del mondo” - Stati Uniti - : il razzismo, e l’uso violento del suo braccio armato.
Bene ha fatto il gruppo dei “Sentinelli di Milano” promuovendo la proposta indirizzata al sindaco e al consiglio comunale di Milano di rimuovere la statua del giornalista Indro Montanelli collocata in un Giardino pubblico della città, poiché – come evidenziato nel testo - “ …...che fino alla fine dei suoi giorni ha rivendicato con orgoglio il fatto di aver comprato e sposato una bambina eritrea di dodici anni perché gli facesse da schiava sessuale, durante l'aggressione del regime fascista all'Etiopia” .
Anno 1935. Sottotenente ventiseienne, volontario, comandante di compagnia di un Battaglione Eritreo ( i cosiddetti ascari), quando il regime fascista andò alla conquista dell’Impero, facendo strage del popolo etiope. Con largo uso dei gas iprite assassini. Questi tragici eventi per decenni furono negati dal giornalista, poi nel 1996, dopo le incontrovertibili documentazioni dello storico Del Boca, la correzione di rotta, con l’ammissione “dell’errore”. Le avventure etiope furono raccontate dal giornalista in un suo libro di memorie “XX Battaglione Eritreo”.
Oggi ( 11 giugno) in un solenne lungo articolo pubblicato dal quotidiano “Corriere della Sera” il giornalista Beppe Severgnini difende l’esistenza della statua. Nell’ammettere la veridicità del fatto sostiene tra l’altro che “abbattere per questo la statua di Montanelli? Sarebbe assurdo ed offensivo, come dicevamo. Quella vicenda – non esemplare, certo – non rappresenta l’uomo, il giornalista, le cose in cui ha creduto, e per cui si è battuto”.
Certo, in quella guerra di conquista e di sterminio, e negli anni della permanenza successiva, fu di largo uso, specie nelle medie ed alte gerarchie dell’esercito italico invasore, prendere per continua compagnia sessuale bimbe/ragazzine etiope “sposate”. Violenza pura, reiterata nel tempo, inammissibile nella cattolica e pudende “madre patria” (….poi, magari, nel chiuso delle famiglie….). Le bimbe erano nere, di razza inferiore, , quindi si potevano tranquillamente violare reiteratamente, con sfoggio pubblico, come semplici strumenti sessuali. L’uso diventò di grande e perverso uso. ll regime fascista, per mantenere la “purezza della razza” e la nascita di mulatti ( furono parecchi), assunse formali iniziative per evitare commistioni sessuali. Ma ormai il gravissimo danno di violenza nei riguardi delle bambine era stato fatto.
Mai ufficiali prese di posizione dai Governi italiani, mai perseguiti i violentatori. A seguito della forza d’urto dei cittadini statunitensi che stanno continuando a protestare per rimuovere le aberranti forme di razzismo vigenti, e’ arrivato il momento di fare finalmente in Italia i “conti con la storia”, con il razzismo praticato nelle ( ex) colonie italiane, nelle discriminazioni e violenze sessuali, …..rimuovendo anche le statue.
domenico stimolo



Venerdì 12 Giugno,2020 Ore: 19:20
 
 
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