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www.ildialogo.org Coronavirus: una valanga di soldi alle imprese per rilanciare lo stesso identico sistema sociale che è alla base dell’attuale pandemia,di Mattina Montanile

Editoriali
Coronavirus: una valanga di soldi alle imprese per rilanciare lo stesso identico sistema sociale che è alla base dell’attuale pandemia

di Mattina Montanile

Mattina Montanile
L
a lotta al coronavirus non è la IV guerra mondiale, ma la previsione BCE che l’epidemia sarebbe stata di tipo regionale e che in Europa poteva coinvolgere paesi e aree più fragili, e che avrebbe avuto uno sviluppo a forma di “V” capovolta con una rapida salita e una precipitosa discesa, con effetti economici e sociali affrontabili utilizzando gli strumenti già attivi in UE, si sono rivelate del tutto sbagliate. L’epidemia è diventata pandemia, la salita rapida è diventata impennata poderosa, la discesa non è ancora cominciata e siamo su un altopiano ondivago e la discesa si preannuncia lenta e piena di insidie mentre il ritorno alla normalità non è ancora prevedibile.
Allo stato attuale i contagiati nel mondo sono oltre 1 milione e trecentomila che, stando nel tema della guerra, sono i feriti della guerra virale di cui alcune centinaia di migliaia hanno avuto bisogno di cure ospedalieri, di terapie intensive costituite da antivirali, antibiotici e farmaci preesistenti per la cura di artrite reumatica e di sale rianimazioni. Sono gli attuali feriti della guerra combattuta contro un nuovo nemico che ha lasciato sul campo ad oggi 75 mila morti che insieme al milione e passa dei feriti hanno messo a dura prova il sistema di difesa sanitario nel mondo, in particolare nei paesi a sistema capitalistico dove questa difesa, affidata negli ultimi venti anni in larga parte ai privati, è letteralmente crollata, in Lombardia e a Milano, a Madrid, come a Parigi e New York.
Nella prime due guerre mondiali le vittime, morti e feriti sono stati braccianti, contadini, proletari e poveri di tutto il mondo. Nella terza guerra mondiale ancora in corso le vittime sono stati e saranno i popoli dei paesi sotto sviluppati. Nella quarta, quella contro il coronavirus, anziani e pensionati non più funzionali all’accumulazione capitalistica.
A Londra e a New York per sostituire strutture sanitarie inadeguate e insufficienti l’ex Impero Britannico e gli USA, potenza militare ed economica dominante, hanno allestito ridicoli ospedali da campo in dotazione alle rispettive forze armate.
La dilatazione dei tempi necessari a combattere la pandemia hanno fatto saltare il patto di stabilità, creato uno spiraglio per la riforma del Mes e un varco per trovare un compromesso su corona bond o Euro bond.
La destra italiana, e il suo gruppo dirigente, Salvini, Meloni e Berlusconi, in difesa fino a qualche settimana fa, alla sbarra e impegnata nel gioco al rialzo sulle questioni di sostegno al reddito del suo blocco sociale fatto di imprese e partite IVA libere da vincoli, appena ha avvertito la possibilità di sforamento del debito consentita dall’Europa ha sferrato un offensiva mediatica pericolosa e a tutto campo. Hanno chiamato alle armi Il Giornale, Libero, le reti Mediaset, Rai2 e La7 di Cairo ed i loro direttori Sallusti e Belpietro, Feltri, Sgarbi e Vespa, lanciando la campagna su tre obbiettivi principali per recuperare l’immagine della Lombardia come regione guida scalfita dalla gestione dell’epidemia COVID-19.
Siamo di fronte ad un operazione restauratrice su tre direzioni; difesa dei poteri regionali acquisiti sulla sanità come premessa per rilanciare l’autonomia differenziata su fisco e istruzione; sostenere il più alto indebitamento possibile a favore delle imprese utilizzabili a loro scelta senza vincoli di orientamenti programmatici e senza rischio dal momento che le aziende saranno esonerate da fideiussioni o garanzie su loro patrimonio; scaricare i rischi di fallimenti sullo Stato assicurando alla imprese i profitti, restaurando la nefasta e trentennale politica conservatrice a vocazione parassitaria.
Il governo giallo-rosa è caduto nella trappola bipartisan della falsa e strumentale politica di unità nazionale di fronte all’emergenza sanitaria o è la scelta consapevole delle forze politiche, PD e M5S, che reggono il Governo?
Temo che la scelta del governo di immettere liquidità nei portafogli delle imprese, con lo sforamento di 400 miliardi garantiti dallo Stato, sia stata la scelta condivisa da maggioranza e opposizione e si è dimostrato che nella politica del governo non c’è vera azione riformatrice. Questi 400 miliardi garantiti dallo Stato possono diventare tranquillamente una bomba a orologeria per il patrimonio dello Stato e per il proletariato, pensionati e cittadini Italiani. Esattamente così come è avvenuto in Grecia dove imprese e benestanti nel periodo della destra dei colonnelli si sono arricchiti e ingrassati sull’indebitamento e al popolo son stati lasciati sacrifici e sofferenze.
Questa offensiva mi preoccupa e mi sconcerta perché siamo ancora in piena emergenza non siamo ancora in grado di prevedere quando inizia la fase due e quindi non ancora in grado di prevedere conseguenze sociali ed economiche e già il governo decide sugli investimenti necessari alla presunta ripresa invece di lavorare per proporre un piano nazionale in grado di affrontare i temi del clima, dell’inquinamento e dell’ambiente, ed elaborare un piano nazionale di difesa del territorio da disastri, sismici, e idrogeologici e preparare e varare un piano per la manutenzione delle infrastrutture viarie e ferroviaria che cade a pezzi procurando disastri umani e materiali da decenni.
Ancora una volta una valanga di soldi alle imprese fondata sull’indebitamento dello Stato che si fa garante, prima di ogni ipotesi keynesiana o di stabilizzazione della precarietà sociale. Niente sui salari minimi, niente sulla stabilizzazione degli sfruttati in agricoltura, niente sul lavoro nero, niente sulla precarietà del lavoro ma solo qualche decina di miliardi per la sopravvivenza in emergenza e invece ben 400 miliardi per rilanciare il paese così com’è oggi, senza cambiare e innovare niente, anzi peggiorando le diseguaglianze esistenti, rilanciando lo stesso identico sistema sociale che è alla base dell’attuale pandemia.
Tutto questo in un momento in cui la crisi ha messo a nudo i limiti del sistema e ha riaperta l’agenda della trasformazione che da vent’anni sembrava chiusa. Tutto questo senza analisi sul modello produttivo, per oliare ancora banche e piccola e media borghesia in un momento in cui le giovani generazioni si aspettavano un’attenzione al nuovo futuro per il paese.
Non mi ero illuso ma speravo almeno in un cambio di passo. Penso che l’amarezza e l’immensa delusione non sia solo mia ed è per questo che ritengo necessaria la battaglia a tutto campo per neutralizzare l’offensiva restauratrice e tenere aperta la via della trasformazione.
Mattia Montanile



Martedì 07 Aprile,2020 Ore: 16:06
 
 
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