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www.ildialogo.org Papa Francesco, la Chiesa, e la Società Civile,di Giorgio Forti

Editoriale
Papa Francesco, la Chiesa, e la Società Civile

di Giorgio Forti

I discorsi e le prese di posizione del Papa Francesco I sui problemi drammatici della politica, dell’economia e delle strutture delle società umane di oggi, rivelano pensieri e propositi di radicale cambiamento rispetto al tradizionale pensiero ed azione della Chiesa Cattolica. Molto recentemente, infatti, il Papa, addolorato per gli scandali ed i reati di cui si sono resi responsabili preti ed esponenti delle gerarchie ecclesiastiche in diversi Paesi, tra cui l’Italia, nel campo dei comportamenti sessuali ( inclusa la pedofilia), aveva offerto le scuse di tutta la Chiesa e sue personali alle persone ed ai popoli offesi, ed aveva anche richiesto agli ecclesiastici di sottoporsi al giudizio dei tribunali civili degli Stati in cui hanno commesso i reati, come qualsiasi altro cittadino dello Stato. E’, questo, un atto mai avvenuto dai tempi dell’Editto di Costantino, e rivela il desiderio di Papa Francesco di riconoscere alle società umane organizzate l’autonomia e la legittimità le più complete, ed il desiderio che la Chiesa partecipi da uguale tra uguali alla vita delle società umane, in cui oggi convivono atei di diverse opinioni sui “fatti della vita”, e fedeli di altre religioni, Cristiane e diverse, tra le quali l’Islam e l’Ebraismo.
Nei discorsi fatti recentemente in diverse occasioni, papa Francesco ha affrontato gli argomenti più drammatici del mondo contemporaneo: guerra e pace, rapporti tra poveri e ricchi e struttura, teorica e applicata, delle società umane. Papa Francesco ha pensato ed adottato una non ambigua opposizione alla politica di guerra in nome dell’idolo Nazione che, legata alla enorme redditività della produzione e commercio delle armi più sofisticate e capaci di sterminio di intere popolazioni, rende probabile l’innescarsi di conflitti generalizzati, e più probabile l’inizio della Terza Guerra Mondiale.
La constatazione che la Chiesa cattolica sia disposta a “scendere in campo” insieme a tanta parte dell’Umanità non cristiana, alla pari tra pari, per scongiurare la guerra e cercare pace e concordia è una constatazione molto favorevole sull’evolversi della cultura politica, di quella religiosa e della cultura tout court in Italia ed in tutto il mondo, date le dimensioni globali dell’azione di papa Bergoglio. Infatti, appare chiaro che il Papa è nettamente schierato con i poveri e contro teoria e pratica del liberismo economico oggi dominante nella politica e nell’economia mondiale. Il Papa si schiera in tal modo perché lo esige la teoria e pratica del Cristianesimo, ma anche per la sua adesione alla lotta politica, anche dura, dei poveri organizzati politicamente come Movimento dei Lavoratori contro le classi dominanti. Nei discorsi fatti durante un suo recente viaggio, il Papa rompe dunque un altro tabù sinora fondamentale per lo Stato Città del Vaticano, se non per la Chiesa del Popolo di Dio, cioè dei credenti nel Dio che parla all’Umanità attraverso la razionale struttura del cervello umano, che consente di distinguere giusto da ingiusto, vero da falso, e avanza di continuo nella conoscenza del mondo fisico del quale siamo parte.
In un suo precedente, memorabile intervento, papa Francesco aveva detto che la Chiesa Cattolica non solo condanna comportamenti immorali di suoi preti a qualunque livello nella gerarchia, ma chiede loro di sottomettersi ai tribunali delle nazioni-stato nelle quale vivono e lavorano, secondo le leggi che regolano la vita dei cittadini, purchè siano leggi giuste ed accettabili secondo criteri condivisi. Oggi, Francesco si dichiara apertamente internazionalista, constatando che la politica delle Nazioni è colpevole in quanto dedica immense risorse alle armi di distruzione e assassinio, trascurando invece le risorse da destinarsi al benessere ed alla cultura dei popoli. Sembra dunque che la Chiesa Cattolica si sia gettata alle spalle la sua tradizionale politica dei secoli da Costantino in poi, e, forse, con essa la separazione che le sue strutture politiche hanno voluto imporre a sé stesse ed ai loro fedeli dagli ultimi sei secoli di progresso del sapere umano in tutti i campi: del mondo fisico e del fenomeno Vita, nella sua evoluzione dai suoi inizi ai nostri giorni. Compresa la comparsa dell’Homo sapiens e la sua Storia, dunque anche l’evoluzione culturale delle strutture e sovrastrutture delle società umane. Possiamo aspettarci che questo processo continui, nella pace ed abolendo guerre, armi, e l’imposizione autoritaria di stili di vita impropri per esseri razionali? Perché questo avvenga, occorre che la Chiesa cattolica riveda il suo modo di considerare le antiche scritture che chiama correntemente “Sacre”, e di cui si è sempre considerata la unica interprete autorevole ed autorizzata.
Scritta originariamente nella lingua dell’antica Tribù degli Ebrei, in date che gli esperti non hanno finito di discutere, la Bibbia è, come ogni altra scrittura umana, soggetta ad interpretazioni diverse, anche perché le traduzioni nelle lingue moderne hanno il difetto di usare parole antiche tradotte letteralmente con parole che, nell’evoluzione dei linguaggi usati, hanno cambiato radicalmente significato. Per fare un esempio: la parola “sostanza” in italiano moderno (e le corrispondenti parole nelle altre lingue moderne), significa un oggetto materiale di composizione chimica definita e costante, p.e. l’acqua, fatta di due atomi di idrogeno ed uno di ossigeno. Ora, nel Credo che tutti i fedeli recitano come parte essenziale della Messa, si dice che il Figlio è dall’eternità della stessa Sostanza del Padre, il quale è un puro Spirito Creatore di tutte le cose create, visibili ed invisibili. Dove la parola “sostanza” ha il significato che aveva nella filosofia di Aristotele, fatto proprio nel 13° secolo da S.Tommaso d’Aquino, e conservato nelle Facoltà Teologiche della Chiesa Cattolica nei nostri giorni. Nell’Antico Testamento, parte integrante delle Sacre Scritture, i pensieri saggi e giusti erano poeticamente portati agli umani, in sogno, da “angeli di Dio”. Così un Angelo ha fermato la mano di Abramo che stava offrendo a Dio la vita del figlio Isacco, per ubbidire agli ordini del Creatore incorporati nella tradizione delle antiche tribù, compresa quella degli Ebrei. Il pensiero sapiente e giusto di Abramo ha suggerito al patriarca di abolire i criminali sacrifici umani, e quel momento ha segnato un enorme progresso di civiltà della primitiva tribù degli Ebrei.
E’ probabile che i fedeli, mentre partecipano alla Messa, non pensino al concetto di sostanza in Aristotele e nella cultura moderna dal Rinascimento ad oggi: tuttavia, non sarebbe meglio che i fedeli, tutti, sapessero esattamente cosa significano le parole in cui credono? E’ d’obbligo pensare, anche sulla base degli insegnamenti del Catechismo come viene oggi comunemente praticato, che forse i sacerdoti, vescovi ed i loro assistenti (tutti i preti) ne avrebbero maggior bisogno dei semplici fedeli. Possiamo sperare che l’Aggiornamento della Chiesa Cattolica che il Concilio Vaticano II si era proposto, venga messo in fase di realizzazione da Papa Francesco I? La scelta politica di giustizia, libertà ed uguaglianza sembra esser stata fatta dal Papa e da un gran numero dei cristiani, cattolici e non, disposti a lottare per questo, insieme alla moltitudine dei non credenti che hanno lasciato la religiosità tradizionale per una nuova religiosità umanista e naturalista. La lotta comune è dunque per la pace e l’abolizione delle Nazioni l’una contro l’altra armate in nome di una teoria che ha portato alla pratica assassina di armi e guerra, teoria che arricchisce enormemente una infima minoranza di umani, fa vivere negli agi una parte degli appartenenti al mondo “sviluppato”, a spese della miseria ed oppressione della grande maggioranza e della distruzione della vivibilità della Terra.
La speranza di moltitudini di esseri umani, in tutte le parti del mondo, nella ricongiunzione della Chiesa Cattolica al progresso delle conoscenze e della civiltà umana, da cui si era tenuta orgogliosamente separata da oltre sei secoli, sono state pochi giorni orsono messe in serio dubbio da interventi diretti di Papa Francesco I sull’argomento dell’uguaglianza di donne e uomini al diritto di accesso al sacerdozio nella Chiesa, a tutti i livelli di responsabilità, comprese le più alte gerarchie, compreso il Papato. Al termine di un Sinodo di Vescovi riunito a Roma per trattare degli urgenti problemi posti alla Chiesa dai suoi rapporti con le Società umane nei diversi Paesi e Continenti, la discussione sull’accesso delle donne al sacerdozio aveva, a maggioranza, deciso a favore, contro una forte minoranza. Papa Francesco ha avocato a sé la decisione finale, ed ha stabilito che le donne debbono essere promosse a diverse funzioni importanti nella Chiesa, ma mai al sacerdozio, riservato ai maschi sin dalla sua fondazione nell’ordine di Melchisedek. Il metodo autoritario dell’intervento papale, e la sua fedeltà all’antica tradizione giudeo-cristiana, rivelano la continuità con la politica vaticana tradizionale, che sancisce una presunta inferiorità della donna per quanto riguarda le qualità richieste per diventare sacerdote. Si tratta di una scelta politica senza giustificazioni che possano far pensare ad un cambiamento sostanziale, all’avvicinamento dello Stato Vaticano alla concezione moderna di libertà di pensiero e riconoscimento scientifico della realtà biologica dei due diversi sessi, un fatto della vita che tutti riconosciamo come tale, ed esclude qualsiasi discriminazione contro le donne. Si tratta di conoscere sempre meglio la struttura fisiologica, biochimica e genetica del nostro corpo, compreso il cervello. Proprietà tutte che vengono ereditate secondo la genetica mendeliana, oggi provata da un secolo e mezzo di progresso delle conoscenze con il metodo scientifico, ed in attesa sempre di ulteriori conoscenze, che ci svelino cose nuove nei fatti della vita, o smentiscano ipotesi che provvisoriamente, ad ogni passo, adottiamo. Siamo appena all’inizio del comprendere le conseguenze delle interazioni tra ambiente culturale e funzionamento del cervello, ma si può prevedere che gli studi in questo campo dovrebbero portare a importanti scoperte in un avvenire vicino. La scoperta, nella prima metà del XX secolo, dell’eredità materna, e dopo poco del suo meccanismo molecolare: come una frazione del DNA (la sostanza chimica di cui sono fatti i geni) contenuto nella cellula (quella frazione del DNA contenuto nei mitocondri e non nel nucleo cellulare) passa dalla madre, e mai dal padre, a figlie e figli. Così, di uovo in uovo, ogni donna da Eva in poi trasmette a figli e figlie l’eredità della raffinata struttura con cui la cellula vivente (compresi i neuroni) utilizza e trasforma l’energia per compiere tutte le sue funzioni, comprese quelle del cervello. Purtroppo, nulla sappiamo oggi delle eventuali conseguenze generali di questo fatto, ben stabilito, sulle prestazioni fisiologiche ed intellettive, e sui modi del sentire quel che succede intorno e dentro di sé di uomini e donne.
Evidentemente, i dirigenti Vaticani non ritengono che sia importante occuparsi dei progressi dei saperi umani sul come l’Universo sia fatto e funzioni, compresi i viventi e compreso Homo sapiens, e come si evolva. Quindi, continuano a comportarsi come una struttura politica che deve conservare il proprio potere sugli umani, e stabilire come guidare tutti i fatti della vita con prepotenza, anche in problemi di cui nulla sanno. A differenza di Gesù Cristo, che aveva estromesso con sicurezza la più insidiosa delle tentazioni: quella di dominare il prossimo invece di amarlo.



Martedì 18 Febbraio,2020 Ore: 12:45
 
 
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