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www.ildialogo.org Passata la festa ... gabbato lo santo,di Domenico Stimolo

Editoriale
Passata la festa ... gabbato lo santo

di Domenico Stimolo

Il presepe ambulante…..e la tromba di Menelik con gli uccelli canterini
Nei giorni scorsi, nel pieno delle festività natalizie, le cronache televisive ci hanno inondate di immagini riportanti l'esposizione in luogo adibito ad adunate politiche di un “involucro” immaginifico recante esplicito segno di alcuni famosissimi profughi che, perseguiti, cercarono tranquillo luogo di nascitura in terra straniera.
Una mostra “creativa”, facente parte di importante parte della storia umana, che in tal guisa dimostrativa - in maniera lesta lesta e….. tomo tomo - come profferito con tanta grazia ne “ La livella” dal fu magnifico Totò -, data ad esempio, accolta con vivo giubilo e soddisfazione dal pubblico plaudente che, evidentemente, in siffatto modo rinunciava alla strumentale caccia dei clandestini, da tanti anni perseguita.
Si festeggiavano, quindi, con il vivo plauso profferito, i profughi raffigurati, costretti alla fuga dalla propria terra, per scampare dall’iraconda furia di un malvagio re locale, che amava la persecuzione altrui. Riparati, poi, in un anfratto, giusto per dare, strada, nottetempo, alla lieta novella.
Quindi, per oggettiva conseguente deduzione, si accettava e si divulgava la narrazione conseguita, impartita dal nascituro diventato adulto. Messaggio supremo di fratellanza, solidarietà e comunanza, con particolare omaggio ai poveri e ai sofferenti…... in sfregio a tutti i profittatori di turno ( di ieri e di oggi).
La redenzione è sempre in agguato! Una svolta epocale per questi Lor Signori. Del resto in un breve arco di tempo hanno fatto un drastico cambiamento di rotta: dall’ampolla con l’acqua del “ dio Po” sono traghettati alla sacra famiglia.
…….Si sa, che dopo l’evento bimillenario , la “buona novella” ( come….successivamente riproposta, con stampo laico dal sommo ribelle anarchico cucitore di parole e note Fabrizio De Andrè ), fu ampiamente travisata, a supremo consumo proprio, giusto per costruire un nuovo gaudioso ed autoritario impero, in stretta alleanza con i potenti, esclusivamente basato - nelle gerarchie e nella diffusione del messaggio -, nello stampo esclusivamente maschio.
La Memoria degli umani, come ben noto, è un mistero, che naviga nel tempo e nello spazio. Mi ritrovai con improvviso pensiero in un tempo del passato giovanile. In una serata di festa carnevalesca in un paese circostante alla mia ridente residente città, tra la folla gaudente e festante che sciamava nelle strade, travisata all’uopo, spiccavano le gesta di un signore. Con fare sornione, maestoso e vociante, avanzava imperturbabile, incuneandosi nella calca.
Vestiva con l’abito di Pulcinella e, sulla testa, sorretta da artigianale struttura di agganciamento, giaceva una grande gabbia piena di multicolori uccellini canterini che, anch’essi festanti, “cantavano” soavemente con grande allegria. L’uomo, con sorriso sgargiante elargito con grande maestria, intercalava il suono di una “ trombetta di Menelik” che poggiava sulle sue labbra.
Un spasso vero, che mise grande allegria tra i passanti. Il suonatore diventò l’attrazione principale per tanto tempo. Poi, improvvisamente scomparve. Come se fosse stato un fantasma inghiottito nel buio della notte. La cosa, misteriosa, mi impressionò. Tra gli amici ci consultammo con frenesia, non trovando, però, nessuna adeguata risposta. Enigma…...poi si sa il tempo è sempre tiranno.
La trombetta è ancora in uso durante i festeggiamenti carnevaleschi. Si ricordano, in maniera inconscia, le sonore sconfitte ( la principale ad Adua nel marzo del 1896 ) dell'esercito italiano da parte degli Etiopi comandati dal negus Menelik. Andati per fare l’Impero, furono costretti a rovinosa rotta. Poi, diversi decenni dopo, sotto l'imperio dell’uomo solo al comando, beato tra le folle, ritornarono. La presenza fu breve. Sconfitti, fuggirono, lasciando rovine e morti in grande quantità.
Erano stati inviati per “aiutarli a casa loro”. Il grido di sostegno, mai richiesto, aleggia ancor oggi nelle terre italiche, ripreso con grande vigoria. Rinnovato con forza, dai baldi ( ex dio Po) che improvvisamente hanno riscoperto il festeggiamento del nascituro.
Giusto per passare la giornata.
domenico stimolo



Martedì 07 Gennaio,2020 Ore: 22:14
 
 
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