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www.ildialogo.org "La beatificazione dei poveri",di Mario Mariotti

"La beatificazione dei poveri"

di Mario Mariotti

Se c'è una sbambocciata che circola nelle meningi della maggioranza silenziosa del nostro Paese è quella che il popolo, quando si esprime col voto e sceglie, ha sempre ragione! A dimostrare la fondatezza di tale convinzione ci stanno le adunate oceaniche attorno agli uomini della Provvidenza, la salita al potere attraverso le elezioni democratiche di Adolfo e Benito, dei loro parenti, amici e benefattori tipo Trump, Salvini, Bolsonaro, Orban e c., fino a risalire alla scelta di Barabba da parte di coloro che, fino a dieci minuti prima, volevano far diventare re Nostro Signore. Si vede che l'uomo già quando è da solo nella cabina elettorale ha dei grossi problemi di lucidità politica e culturale; quando si raduna nella dimensione di folla, e poi di popolo, "libera nos, Domine, a malo”. Esso, il popolo, ha solo un'attenuante, che però non lo risparmierà dal pagare le conseguenze delle proprie scelte squallide, meschine, illogiche e becere: è sempre stato pilotato da un'informazione che era ed è in mano di coloro che, dal tempo degli Assiri, lo stanno fottendo col consenso di lui stesso. Questa è una realtà che riduce con fratture multiple ed ecchimosi varie la speranza che il futuro possa essere migliore del presente.
Altri elementi che congiurano per darle, alla speranza, il colpo di grazia, sono i seguenti: La funzionalità delle virtù "cristiane" dell'umiltà, dell'ubbidienza, della speranza nel miracolo, della rassegnazione a quello che ci succede all'affermazione politica e culturale dei vari fenomeni che mutano di nome, ma conservano la sostanza del fascismo, cioè la violenza e lo sfruttamento dei poveri.
Il rincoglionimento di questi ultimi che votano per coloro che promettono di abbassare le tasse, dimenticando che loro non le stanno pagando, che esse verranno abbassate ai ricchi, che i servizi sociali in mancanza di risorse, di entrate fiscali, saranno sempre più scadenti proprio a loro danno, il rincoglionimento degli stessi soggetti indotti a sputtanare i sindacati, come se loro stessi non fossero il sindacato, ma degli imprenditori che lavorano e sperano nella sua estinzione.
La scarsa lucidità degli stessi soggetti che non si rendono conto che il lavoro è un diritto umano fondamentale; che nel sistema del liberismo capitalista esso è stato collocato fra gli esodati; che si spacciano quali difensori dei diritti umani proprio coloro che lo hanno esodato: vedi Occidente ricco e cristiano.
Il rimbecillimento aggravato e continuato di quasi lo universo popolo che non si rende conto che il terrorismo è funzionale alla conservazione dell'ingiustizia, perché fa diventare "buoni" coloro che l'ingiustizia la generano; e cattivi i terroristi che l'aggravano. Quando non ci sono, o con la CIA, o col lavoro benevolo di qualche alienato, va sempre a finire che saltano fuori i terroristi a deviare l'attenzione dalle reali radici dell'ingiustizia stessa. Ed infine la più recidiva, la bimillenaria alienazione dei soggetti che, da poveri cercano giustizia; quando l'hanno ottenuta per loro stessi lasciano fuori dalla porta coloro che non l'hanno ancora ottenuta; diventano "ceto medio", si alleano con chi li fotteva un tempo per continuare a fottere coloro che sono rimasti poveri.
La mia prolusione a favore dei poveri sta per finire. Per la Chiesa e per i ricchi, loro sono beati; talmente beati che non si rendono conto che il "pensiero unico neoliberista" che essi hanno fatto proprio facendo perciò estinguere l'utopia della fratellanza, il socialismo, li sta condannando alla loro misera condizione per l'eternità!
Se c'è Uno più incavolato di tutti io penso che sia Nostro Signore, che, dopo quello che ha patito, si ritrova usato dalla "sua Chiesa" per benedire sua maestà mammona. Speriamo che l' inferno non sia un'invenzione dei preti come lo è il purgatorio; e che sia attrezzato per la numerosissima folla che sta acquistando i biglietti.



Lunedì 19 Agosto,2019 Ore: 07:19
 
 
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