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www.ildialogo.org “La competizione: un cancro assunto come terapia”,di Mario Mariotti

Editoriale
“La competizione: un cancro assunto come terapia”

di Mario Mariotti

Siamo tutti d'accordo che noi stiamo vivendo, noi italiani, in una repubblica democratica? Siamo tutti d'accordo che noi siamo in un regime di libertà, e che ogni cittadino ha il potere, con il voto, di cambiare le cose? Siamo tutti d'accordo che la nostra libertà deve avere il limite di non portare danni al nostro prossimo? Siamo infine tutti d'accordo che i ladri e tutti coloro che violano la legge, debbano finire in galera? Partiamo da quest'ultimo punto. Prendiamo gli evasori fiscali, oltre 10 milioni quelli che corrompono e quelli che si lasciano corrompere; quelli che non fanno il lavoro per il quale vengono pagati; quelli che hanno compiuto abusi edilizi; quelli che assumono in nero e pagano in nero; quelli che ... Ne ho già detti abbastanza! Se tutte queste benemerite compagnie di probiviri dovessero essere sottoposte alle leggi vigenti, e quindi incriminati, processati e messi in galera o ecco che l'Italia si trasformerebbe in una terribile dittatura comunista, con al comando Stalin prima che faccia colazione: non ci sarebbero abbastanza cittadini onesti da assumere per fare le guardie carcerarie!
Passiamo a parlare della libertà. Ci abbiamo mai pensato che il nostro modo di concepirla è interconnesso con la nostra condizione soggettiva? Che se noi fossimo messi male, disoccupati e privi del necessario, per noi la più importante libertà sarebbe quella dal bisogno, mentre, se noi siamo già garantiti, con un lavoro che rende e con il futuro protetto, per noi la libertà è il potere di decidere e di fare quello che ci pare? Passiamo al potere che ogni cittadino ha di influire sulle scelte economiche, politiche e culturali attraverso il voto. Don Milani univa questo diritto a quello dello sciopero; e diceva che essi erano le due armi non violente a disposizione dei cittadini per influire sulle situazioni in senso positivo. In teoria avrebbe avuto ragione; in pratica oggi che lo sciopero generale sì è nascosto in qualche necropoli etrusca, e che il voto viene manipolato facendo percepire all'elettore quello che è stato pianificato per fotterlo, il cittadino si trova col due di coppe mentre a briscola c'è denare!
Passiamo infine all'ultimo, cioè al primo punto, che ci vede collocati in uno dei tanti Paesi democratici dell'Occidente. Siamo proprio sicuri che le cose stiano così? Perché il cittadino possa decidere liberamente il proprio voto, bisogna che abbia potuto fruire di un'informazione democratica e pluralista. La consapevolezza della necessaria connessione fra informazione e sistema democratico, però oggi assolutamente non esiste Il pensiero unico, il neoliberismo capitalista, passato attraverso l'informazione pilotata dai poteri forti e fatta propria da coloro che ne pagheranno il prezzo, è ormai diventato un dogma che ha soffocato l'utopia prima cristiana e poi socialista, di un mondo Fraterno, senza servi e senza padroni.
La cultura impestata dal cancro della competizione ci fa percepire, nel nostro prossimo, non uno come noi, ma a un concorrente da superare, o un nemico da cui guardarci. I padroni, oggi, sono i vincitori della competizione; i proletari sono i perdenti; la lotta di classe non, esiste più semplicemente perché non viene percepita e perché gli oppressi sono stati trasformati in oppressori-mancati, portatori di una cultura funzionale a coloro che li fottono e li fotteranno, probabilmente, fino al momento del collasso ecologico del Pianeta; esito strutturale per un'umanità che, rifiutando la compassione, si sta trasformando in un branco di lupi assatanati, tecnologicamente avanzatissimi ma già cadaveri in rapporto alla Verità di Dio…



Domenica 10 Marzo,2019 Ore: 16:54
 
 
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