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www.ildialogo.org Lettera aperta al segretario del PD Zingaretti: cosa pensa della legge che nega il certificato di nascita ai figli di migranti senza permesso di soggiorno?,di Augusta De Piero

Editoriale
Lettera aperta al segretario del PD Zingaretti: cosa pensa della legge che nega il certificato di nascita ai figli di migranti senza permesso di soggiorno?

di Augusta De Piero

Lettera aperta – 8 marzo 2019
Monsieur le Président
Je vous fais une lettre
Que vous lirez peut-être
Si vous avez le temps
Boris Vian Le Deserteur 1954
Gentile segretario Zingaretti,
nel 1954 avevo 16 anni  ma quel testo – che amai moltissimo per il suo radicale rifiuto della guerra - mi gira per la mente ogni volta che mi rivolgo a un ‘presidente’ (sia pure segretario ma non è questione di denominazioni) che … non so se leggerà.
Però scrivo … chissà!
Non sono iscritta al Pd (pur avendo avuto  una antica militanza nel PCI e anche – in tempi lontani – una presenza istituzionale), non ho votato per il segretario perché voglio mantenere la possibilità di dire dall’esterno ciò che all’interno del Pd non  ha significativo riscontro.
Da dieci anni sto tentando di far emergere il problema dei piccoli che, nati in  Italia, restano per legge senza certificato di nascita.
Lo vuole la legge che un inconsapevole ossimoro chiama ‘pacchetto sicurezza’ (n.94/2009 art. 1 comma 22 lettera g  - presente nel Testo Unico sull’ immigrazione – testo coordinato dl 286/1998 art. 6/2).
La  norma, costruita attraverso un  perverso intreccio di geografia e burocrazia, sostanzialmente  è, mi sembra di poter dire, una misura razzista:
- geografia: i genitori o un genitore di un nato in Italia non sono comunitari,
- burocrazia:  i genitori o un genitore non hanno il permesso di soggiorno e, dichiarandolo come la legge vuole per registrare la nascita in Italia del loro bambino,- si espongono al rischio di espulsione.
Ce lo segnala anche il Terzo Rapporto Supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia (novembre 2017. cap.3.1): «Rispetto … al diritto di registrazione alla nascita, si fa presente che l’introduzione del reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato, avvenuta con la legge 15 luglio 2009 n.94 in combinato disposto con gli artt. 316-362 c.p., obbliga alla denuncia i pubblici ufficiali o incaricati di pubblico servizio che vengano a conoscenza delle irregolarità di un migrante. Tale prescrizione condiziona i genitori stranieri che, trovandosi in situazione irregolare, spesso non si presentano agli uffici anagrafici, proprio per timore di essere eventualmente espulsi».
Soltanto il fragile contributo di una circolare  consente ai genitori di aggirare questo vincolo mentre la norma, introdotta nel 2009, permane nella soddisfazione di chi, confortato dall’indifferenza dei più, vuole costruire la politica sul ‘nemico’, a non dimenticato modello schmittiano, e quale nemico più facile da vincere e gloriarsene di un nato dalla fragilità assoluta? .
La modifica non impone onere di spesa, non  si scontra con  interessi forti, finanziari o altro che siano  (non è il TAV!), ma chiede soltanto di sapersi disonorati da una misura che l’indifferenza e l’incompetenza fanno sembrare  inaffondabile.
Ci sono di mezzo gli articoli 3 e 10 della Costituzione.
Mi piacerebbe conoscere un parere – quale che sia - del neopresidente del Pd.
Cordialmente

Augusta De Piero
Udine  - augdep@alice.it



Venerdì 08 Marzo,2019 Ore: 18:09
 
 
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