- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (556) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org Palermo: L’efferato delitto di Aid Abdellahdi ( Aldo)  che non ha trovato adeguati spazi nelle cronache nazionali,di Domenico Stimolo

Editoriali
Palermo: L’efferato delitto di Aid Abdellahdi ( Aldo)  che non ha trovato adeguati spazi nelle cronache nazionali

di Domenico Stimolo

Quando la realtà supera la più bieca fantasia
I “protagonisti” :
  • L’ucciso: il clochard colto  franco-algerino di 56 anni
  • L’omicida: un ragazzo romeno di 16 anni
  • Il presunto complice: un bambino-ragazzino di 12 anni
  • Il gatto “Helios” intimo amico del clochard
Aid Abdellaih non era un “ brutto, sporco e cattivo”. Bensì, affabile, colto e gentile. Un franco-algerino che parlava quattro lingue, suonatore di organetto, era stato pittore e mimo.  Gli imperscrutabili percorsi della vita lo avevano da tempo portato a praticare a Palermo l’esperienza dell’ “assoluta libertà”, in mancanza di quell’altro che in attivo sostegno e solidarietà per i poveri dovrebbe sempre connotare una società civile e democratica. Negli anni precedenti aveva vissuto in diverse regioni italiane.  
Era un clochard, conosciuto come Aldo. Apparteneva alla categoria dei “senzatetto”. Stazionava in un’area centrale di Palermo, dormendo dentro un sacco  a pelo sotto i portici di piazzale Ungheria. Non disponendo d’altro come abitazione, di fatto, quella ormai era la sua “casa”. Benvoluto da tutti, residenti e commercianti della zona. Forte della sua dignità di Umano consapevole della sua condizione non chiedeva elemosina, accettava con grande gentilezza ciò che veniva dalla sensibilità degli altri, con un sorriso. Molte persone erano solite da tempo fermarsi, giusto per parlare con il clochard gentiluomo. Conversazioni piacevoli. Lui sapeva molte cose, si intratteneva cordiale. Il suo accento francese gli dava un tocco di bohemienne.  
Il giovane sedicenne romeno abitava nel vicino quartiere di Ballarò, noto per i suoi vicoli, il mercato all’aperto, il mercatino delle pulci, e le condizioni di degrado strutturale. Conosceva Aid Abdellaih, era solito frequentare la zona di piazzale Ungheria. Poi, la notte di domenica, la furia, diventata omicida. Ha confessato, le telecamere della zona non lasciavano possibilità di “fuga”. Non voleva uccidere, ha detto. Lo ha colpito ala testa con una spranga di ferro mentre dormiva nel suo sacco a pelo. Nel portafogli ha preso venticinque euro, portando via il telefono cellulare, mentre Aid Abdellaih giaceva ormai morto nel suo giaciglio.
Il gatto “ Helios” era il compagno di strada. Tutti lo ricordano, sempre a fianco del suo padrone che lo portava al guinzaglio. Lo ha vegliato tutta la notte, fino al rinvenimento dell’uomo ormai cadavere da parte di una commessa di un bar che ogni mattina gli portava brioche e caffè. Dopo la tragedia il gatto è stato adottato da una persona di buon cuore.
Il luogo del delitto da parte di tanti palermitani addolorati  è stato riempito di fiori, messaggi e oggetti di cordoglio. Una corona di fiori è stata depositata da una delegazione del Sunia – il sindacato degli inquilini e degli assegnatari di casa della Cgil -. Il sindaco Leoluca Orlando sì è recato in piazzale Ungheria per rendere omaggio ad Aldo, comunicando di avere posto alla Commissione Toponomastica l’avvio della procedura per  intitolare al clochard i portici della piazza.  Sabato il funerale.
Lui è morto ammazzato. Ma quanti altri “senza tetto”, vagabondi, clochard, i più poveri dei poveri, periscono di “morte naturale” ogni anno nelle città italiane, abbandonati dalle Istituzioni? Tanti, in varie decine, sempre di più - date le violente contraddizioni sociali sempre più crescenti -, specie nel gelo del periodo invernale. Tra le tante decine di migliaia di persone che in Italia sono costrette a vivere per strada, in rifugi improvvisati, in luoghi “trovati”, abbandonati poiché chiusi da tempo. Mentre a “fianco” impazza l’opulenza e l’indifferenza. Sono i poveri additati all’odio dalla “cultura” politica montante.  
domenico stimolo



Sabato 22 Dicembre,2018 Ore: 14:13
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Editoriali

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info