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www.ildialogo.org Finirò io, non la Verità,di Mario Mariotti

Editoriale
Finirò io, non la Verità

di Mario Mariotti

Contrariamente a come la pensa la stragrande maggioranza delle persone, io sono fra quei pochi che pensano che non e vero che tutte le dittature sono uguali, e tutte ugualmente negative. Benigni, nella sua celebrazione della nostra bellissima Costituzione, ha equiparato Hitler e Mussolini a Stalin, come se le dittature di Sinistra e di Destra fossero ugualmente negative. Io penso che questo non corrisponda alla Verità, e proverò a scrivere il perché.

Sottesi al nazismo ed al Fascismo c'erano i miti della superiorità della razza ariana, c'era una visione del mondo nella quale il più forte si imponeva, il più debole era il servo della gleba del primo, gli ausmerzen, le vite indegne di essere vissute, andavano soppresse, un intero popolo, gli Ebrei, doveva essere cancellato dalla faccia della terra.

Sotteso al comunismo c'era invece un progetto giusto, un mondo senza servi ne padroni, una società nella quale al primo posto c'erano i lavoratori, i mezzi per produrre la ricchezza, le fabbriche e le terre, venivano socializzati, il risultato avrebbe dovuto essere l'egualitarismo di tutti i cittadini, ognuno dei quali avrebbe dovuto contribuire al bene comune e ricevere secondo i suoi bisogni, corrispondenti alla fruizione dei diritti umani fondamentali al lavoro, alla salute, all’istruzione e via di seguito.

Per questo motivo non é giusto equiparare le dittature di destra e di sinistra. Nelle prime il negativo era strutturale, era incluso nel progetto, nella loro visione del mondo; nella seconda, nel comunismo, il negativo era nella sua traduzione pratica, nella non-realizzazione del progetto e nei mezzi per ottenerlo. L'equiparazione, anche se in proporzioni diverse, può essere fatta nell'uso della violenza da parte di entrambe le dittature; ma nel nazifascismo la violenza era strutturalmente inclusa nel rapporto fra il più forte che doveva dominare, il più debole che doveva ubbidire, il portatore di handicap e l'ebreo che dovevano sparire. Nel comunismo essa avrebbe dovuto essere una fase provvisoria ai danni dei ricchi, degli speculatori, dei privilegiati, e poi estinguersi in un futuro socialista scelto liberamente e praticato con amore.

Oggi è un’acquisizione comune che la violenza è sempre e comunque un negativo; ma sarebbe anche necessario sapere, e questo viene generalmente ignorato, che anche la non-violenza, la non-rivoluzione, il non-cambiamento hanno dei costi enormi, perché il nostro esercizio della non-violenza permette all'oligarchia dei ricchi e dei potenti di prosperare, e nel frattempo muoiono in modo non-violento, legale e all'interno dell'ordine costituito, 20mila piccini ogni giorno, in quella che in tanti definiscono “era cristiana”..... Di questo arriverà che dovremo rendere conto, ma ora voglio passare a1 secondo motivo per cui non mi sento di condividere l'equiparazione fatta da Benigni.

É vero che Stalin era un dittatore, che mangiava i preti tre al paio, che arrivava a fare tante epurazioni da epurare gli stessi epuratori, ma é anche vero che, se noi oggi possiamo fruire del positivo della nostra bellissima Costituzione, il merito è anche suo e del popolo sovietico, che pagò con 20milioni di morti la resistenza e la vittoria sul cancro nazifascista. Oggi che gli ex sovietici si sono rimbecilliti, hanno sputato sul loro “evangelico” progetto, ed hanno aderito alla democrazia ed alla libertà made USA, accompagnate dalla mafia e dal ritorno delle differenze blasfeme fra i ricchi ed i poveri come al tempo degli zar, questo lo dimentichiamo: 20 milioni di vittime per difendere un progetto oggi buttato alle ortiche vengono dimenticati, ed é come se fossero stati uccisi due volte!

Ma noi, senza saperlo, stiamo godendo dei frutti di quel martirio, di quella resistenza al nazifascismo che é una bestia che non muore mai. Vi siete mai chiesti, cari lettori, perché i nostri padri costituenti, nel I° Articolo della nostra Costituzione, hanno definito l'Italia una Repubblica fondata sul lavoro? Se non l'avete fatto, ve lo spiego io. Perché la Resistenza al nazifascismo, in Italia, fu soprattutto opera dei Comunisti, della Sinistra, e nel loro progetto, nella loro visione del futuro, l'Italia avrebbe dovuto trasformarsi in un Paese che poneva il lavoro quale valore fondamentale per realizzare la dignità e l'umanità della persona. Oggi che la Repubblica é fondata prima sugli speculatori finanziari, poi sugli imprenditori, e infine sui piazzisti che con le loro “dentiere sorridenti” incantano gli allocchi, corrompono gli spiriti, legalizzano le rapine, umiliano i semplici che pensano ancora che esista corrispondenza fra il promettere ed il fare, tutto questo sembra fantascienza!

La Chiesa stessa, che per prima avrebbe dovuto vedere nel lavoro quella condizione eucaristica da difendere e da rendere accessibile a tutti, da cieca quale é ha lavorato per accecare i guerci, sostenendo quella trinità maligna, capitalismo e c., che strutturalmente il lavoro a tutti non potrà mai garantirlo.

E così finiamo all'oggi, con una Sinistra che si arrovella a definire il proprio programma mentre ce l'ha sotto gli occhi, ed é l'attuazione della Costituzione, che per il 90% e ancora solo sulla carta; e con una Destra che vede nel lavoro del prossimo solo uno strumento per arricchire se stessa,e per costituire quel capitale che finirà nella speculazione finanziaria e porterà al fallimento l'economia reale e quindi il lavoro stesso.

Caro Benigni, la tua celebrazione della Costituzione mi é piaciuta, anche se essa assomigliava a quella della Divina Commedia: due realtà lontanissime nel tempo, con la seconda lontana nel passato e la prima lontana nel futuro, un futuro ancora tutto da costruire. La tua equalizzazione delle dittature é state un messaggio per dodici milioni di persone; la mia distinzione fra loro raggiungerà, se va bene, le dodici persone. Ecco che la non-verità ha una platea ben più vasta di quella che io penso sia la Verità. Eppure la distinzione é importante, perché il futuro del nazifascismo sarebbe stato l'inferno sulla terra, ed esso é un pericolo non certo estinto; mentre il futuro del comunismo, se fosse non imposto ma scelto in libertà e praticato con amore, non sarebbe altro che Cristianesimo finalmente incarnato.

Per questo io non demordo: la Verità é, e se non è sarà, e alla fine sarà Lei ad essere, e la non-verità a morire.

Nella distanza fra l'essere e il dover essere c'é tutta la storia dell'umanità, col cancro del capitalismo, del mercato, della competizione, col razzismo dei ricchi a danno dei poveri che sembra inestinguibile. Ma non dovrà finire così, e non finirà cosi: finirò io, ma non la Verità.

Mario Mariotti




Sabato 23 Marzo,2013 Ore: 20:55
 
 
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