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www.ildialogo.org LA DISOBBEDIENZA E' LA VIRTU' DELLE DONNE, DI LIDIA TOMASSONE, PASTORA VALDESE E TEOLOGA, PRATICHE DI LIBERTA' FEMMINILE,A CURA DI CARLO CASTELLINI

LA DISOBBEDIENZA E' LA VIRTU' DELLE DONNE, DI LIDIA TOMASSONE, PASTORA VALDESE E TEOLOGA, PRATICHE DI LIBERTA' FEMMINILE

A CURA DI CARLO CASTELLINI

CHI E' LETIZIA TOMASSONE?
E' pastora della chiesa valdese e teologa. E' socia fondatrice del Coordinamento delle Teologhe in Italia. E' stata vice-presidente della Federazione delle Chiese evangeliche in Italia, incaricata delle relazioni ecumeniche e interreligiose. Dal 2010, presiede l'incarico di docenza e coordinamento dei corsi di Studi femministi di genere presso la Facoltà Valdese di Teologia.
DENTRO IL PROBLEMA.
Quasi sempre le donne che hanno abitato la storia occidentale hanno disubbidito a dei canoni. Sono andate contro le norme, contro i ruoli assegnati loro, contro le aspettative. In nome di una libertà che ha fatto loro intravvedere una realtà più ampia e più alta. Ancora oggi, se si manifesta una paura nei confronti delle donne, è che esse vadano oltre gli spazi in cui dovrebbero contenersi. Così le donne che predicano, le donne su un pulpito, fanno paura. Nonostante la lunga storia che sta dietro, a questa realtà contemporanea, e la crescente genealogia femminile che ha portate alle vescove luterane e anglicane, e alle pastore riformate. Nella Bibbia stessa, la presenza delle donne, è segnata dalla loro posizione divergente. Ne
farò qualche esempio.
CHE COSA E' LA DISOBBEDIENZA CIVILE?
Ma prima mi preme definire che cosa intendo per DISOBBEDIENZA. C'è differenza rispetto ai temi della disobbedienza CIVILE che valorizza la coscienza personale libera (basta pensare agli antesignani THOUREAU E GHANDI). La pratica della disobbedienza femminile mette al centro dell'attenzione sia il Soggetto sia il Contesto. Il contesto patriarcale e androcentrico che ha reso le donne e i minimi invisibili, non degni di occupare uno spazio di alcun tipo; il soggetto femminista che mette in gioco non solo la sua coscienza ma il corpo e le relazioni.
Recentemente è stata la filosofa JUDITH BUTLER a portare all'attenzione “l'alleanza dei corpi” e il fatto che solo con la com-presenza dei corpi può portare a trasformazioni sociali, a far comprendere cosa significa che i soggetto donna è segnato dall'appartenenza di classe e dalla condizione sociale, è non è un universale astratto. Le relazioni e i corpi sono anche ciò che aveva guidato la riflessione di CAROL GILLIGAN nel delineare un' etica che non si apoggia semplicemente ai principi e alle leggi ma dà la priorità alle relazioni nelle scelte che opera.
La DISOBBEDIENZA FEMMINISTA si differenzia quindi dalla disobbedienza civile perché mette in campo un soggetto che non basa le proprie scelte sulla coscienza individuale, ma sulla rete di relazioni che fanno vivere.
PERCHE' LA STORIA DI ANTIGONE?
Oggi è venuta alla ribalta con forza la figura tragica di ANTIGONE, che sfida la legge in nome della relazione fraterna e mette il dolore del lutto al centro del suo agire, non lo tiene nascosto, ma lo fa diventare fondazione per il suo stare nel mondo. ANTIGONE è una figura che mette in campo la vulnerabilità e ha permesso al pensiero femminista di superare l'enfasi moderna sull'individuo padrone di sé, razionale e autonomo.
Antigone rimanda all'esperienza comune dell'elaborazione del lutto, della sofferenza procurata dalla perdita di una persona cara, sofferenza che è legata alla nostra natura coporea ed emotiva, alla nostra esposizione all'altro, alla nostra fragilità e vulnerabilità. E' qui che entra in gioco la politicità dei corpi, dei corpi in relazione.
LA FORZA E LABELLEZZA DEI CORPI.
Ma sarebbe necessario parlare dei corpi nella loro forza e bellezza, nella loro capacitù di intrecciare relazioni erotiche potenti e trasformative. Raramente si parla in questo modo dei corpi nelle chiese. Il cristianesimo ha messo i corpi nella categoria della colpa e del peccato, assorbendo così tutta la dimensioe della sessualità nell'immoralità. Non a caso le streghe erao accusate di compiere orge sessuali:quando emerge il desiderio sessuale femminile esso viene visto come èpericoloso e colpevolizzato. La donna si fa “porta del diavolo”, come dice TERTULLIANO, ed è avvenuto che le donne sono state identificate con i corpi e la natura, regalando agli uomini delle esistenze disincarnate, tutte legate alla ragione e allo spirito.
La rivelazione cristiana di un Dio che si fa corpo in un neonato generato da una donna, viene rarefatta: la leggenda cristiana allontana dalla madre di Dio la sessualità necessaria a concepire e a generare, allontana da madre e neonato la fatica del parto, anche se non potrà allontanare da loro il dolore dell'agonia e della morte del figlio. La teologia del Verbo del Prologo di Giovanni 1, spiritualizza la nascita, ogni nascita, fino a far diventare il colloquio tra Gesù e Nicodemo (Gv 3, 1-7) che discutono della nuova nascita un paradigma del rifiuto della nascita da un corpo materno, per indicare la vera nascita nello Spirito come pura, pulita e nuova.
LA CULTURA PATRIARCALE E GLI EFFETTI.
E' stato il patriarcato a rendere le donne vulnerabili e dunque oggetto di salvazione; le ha rese anche peccatrici e colpevoli, e dunque tenute ad umiliarsi e a chiedere perdono.
E l'umiliazione, il perdono e la salvezza, per le donne passano attraverso il silenzio. Infatti proprio il testo di Gn 1-3 viene riletto nella 1 Timoteo con un invito alle donne a stare in silenzio sulla scena pubblica, e a sottomettersi all'ordine patriarcale, limitandosi al loro ruolo di mogli e madri (Tm 2, 11-14).
Perchè il peccato è stato attribuito a Eva e in modo traslato a tutte le donne non dalle Scritture ebraiche, ma dalla rilettura cristiana, fin dai testi del Nuovo Testamento e poi nelle omelie dei padri della chiesa.
PECCATO E DONNA NEL CRISTIANESIMO.
Il pensiero femminista ha messo bene in evidenza il modo speciale in cui il concetto di peccato è stato associato alle donne nel cristianesimo, e ha tolto loro libertà. Il SESSISMO è stato così identificato come il vero “peccato originale” della , quello che ne definisce tutti i modi di relazionarsi tra i sessi e la posizione di ognuno e ognuna nel proprio genere. La stessa teologia cristiana, continuando del resto un paradigma che appartiene già all'ebraismo, definisce i ruoli di genere come qualcosa che mantiene o distrugge l'ordine del creato. La disobbedienza femminile, come anche la visibilità e la presa di parola, di persone intersessuali o transessuali, mettono a rischio non solo la morale corrente, ma lo stessoordine del mondo.
La critica femminista postcoloniale, ha tuttavia messo in evidenza il rischio di identificare completamene il peccato con il sessismo, oscurando altre oppressioni e forme di peccato, perchè sessismo e patriarcato non sono che una delle facce molteplici dell'operare del male nel mondo.
Tale identificazione limitante porta anche al rischio di non sapere analizzare la distorsione delle relazioni che esiste tra donne, a partire da appartenenze sociali, censo, colore della pelle, culture diseguali. Poiché anche le teologie femministe mettono al centro l'”esperienza” delle donne come criterio ermeneutico, è importnate quindi non farci prendere dalla trappola ideologica di un pensiero a senso unico. L'esperienza infatti nasce dalla relazione ed è modellata dal linguaggio. Quel linguaggio spesso negato alle donne , non permettendo loro di accedere ad una forma di educazione, a volte del tutto, a volte negando l'accesso all'istruzione più approfondita e a quella scientifica. La posizione prevista per le donne nel cristianesimo è stata a lungo quella di essere sottomesse e silenziose.
I RACCONTI DELLA CREAZIONE.
La lettura dei racconti nella creazione che spesso ha legittimato il DOMINIO MASCHILE, giustifica il SILENZIO FEMMINILE di fronte al desiderio maschile: in Gn 2 è solo il maschio a parlare di fronte alla femmina appena creata, la quale non ha voce per esprimere la sua gioia, il suo dolore, il suo desiderio. Per contrasto è da notare che la prima parola dell'umanità dopo la “caduta” viene pronunciata dalla donna, EVA, che esprime la sua meraviglia per aver avuto parte all'energia divina che crea l'umano:
“Adamo conobbe Eva, sua moglie, la quale concepì e partorì Caino, e disse:”Ho acquistato un uomo con l'aiuto del Signore” (Gen 4, 1).
Certamente il significante “peccato” costruisce intorno a sé tutto un sistema teologico ANDROCENTRICO, che mette in moto la dinamica creazione-caduta-redenzione. Il peccato è identificato con l'IDOLATRIA che sostituisce il vero Dio con un divino falso e vuoto: secondo la classica dottrina protestante (e agostiniana) del peccato, esso è definito con un essere incurvato su di sé, aver perso contatto con l'altro-a e di conseguenza con il divino. Il peccato porta dunque a costruire un'antropologia umana autonoma dal creatore, spesso indicata c on i concetti di orgoglio e valorizzazione del sé.
In questa dinamica la creazione perde il suo valore positivo, e con essa ogni parte della materia, dei corpi, della sessualità, delle relazioni che ci legano; il positivo è tutto dalla parte del mondo rinnovato della creazione , che in alcuni momenti viene concepito persino in modo disincantato.
“Perché alla risurrezione non si prende né si dà moglie; ma i risorti sono come angeli nei cieli. Mt 22,30)”.
Non c'è dubbio che la nuova SENSIBILITA' ECOLOGICA dettata dalla minaccia del riscaldamento globale ha spinto anche la teologia a ripensare le categorie della redenzione e della nuova creazione in termini più umani e terragni.
E' il pensiero di PAOLO, il quale voleva sottolineare la dimensione universale della grazia, che è stato sviluppato fino a portare a un concetto di peccato che è parte inevitabile della creatura umana.
In questo modo la parzialità, la fallibilità, il limite insiti nel nostro essere creature, sono diventati parte integrante del concetto di peccato. E' stato necessario alle teologie femministe e poi ad alcuni teologi maschi che hanno voluto rimettere al centro la dinamica della grazia, come MATTEW FOX, anche riscoprire tutta la positività del limite, delle parzialità e delle differenze che intersecandosi fanno la ricchezza delle relazioni. (LIDIA TOMASSONE, da “NON SONO LA COSTOLA DI NESSUNO, Letture sul peccato di Eva, a cura di PAOLA CAVALLARI, Prefazione di LILIA SEBASTIANI, a cura di Carlo Castellini).



Venerdì 24 Aprile,2020 Ore: 21:06
 
 
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Pianeta donna

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