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www.ildialogo.org NON SONO LA COSTOLA DI NESSUNO, LA DONNA NEL RACCONTO BIBLICO DELLE ORIGINI”,A CURA DI CARLO CASTELLINI

NON SONO LA COSTOLA DI NESSUNO, LA DONNA NEL RACCONTO BIBLICO DELLE ORIGINI”

TESTI, IDEE, CONFRONTI E APPROFONDIMENTI CULTURALI, BIBLICI E TEOLOGICI, DA ROCCA 15 MARZO 2020


A CURA DI CARLO CASTELLINI

“NON SONO LA COSTOLA DI NESSUNO”:
LETTURE SUL PECCATO DI EVA”, GABRIELLI LUCIA E CECILIA EDITRICI, SAN PIETRO IN CARIANO (VERONA).
Le tradizioni delle varie comunità religiose che si richiamano alla Bibbia sulle origini della storia umana, sono molto varie sia nell'interpretazione degli eventi, sia in rapporto agli attori coinvolti sia in ordine alle loro conseguenze storiche. Opportuna perciò è stata l'iniziativa di PAOLA CAVALLARI di sollecitare e raccogliere le riflessioni di 7 teologi: 4 donne compresa LILIA SEBASTIANI, che ha scritto la Prefazione o Presentazione, e tre maschi come espressione della cultura ebraica, cattolica e della Riforma. Il titolo è indicativo di una scelta al femminile e rappresenta una dichiarazione e una decisione: NON SONO LA COSTOLA DI NESSUNO. Il sottotitolo precisa LETTURE SUL PECCATO DI EVA. Il libro che propone le varie riflessioni è pubblicato dall'editore GABRIELLI di San Pietro in Cariano (Verona), diretta attualmente da donne (LUCIA E CECILIA GABRIELLI). Non intendo farne la recensione, ma evidenziare solo alcuni aspetti del tema affrontato.
LA SFIDA BIBLICA.
La tradizione ebraica, in questa rassegna è esposta da due non ebrei (GIANPAOLO ANDERLINI E BRUNETTO SALVARANI
L'ALBERO, LA CONOSCENZA E LA LIBERTA' UMANA. UN ITINERARIO A PARTIRE DALLA TRADIZIONE EBRAICA (pp. 53-83). Essi hanno una particolare sensibilità molto attenta a cogliere i dati culturali ebraici più significativi e importanti. Mettono in luce che il racconto biblico non rappresenta la fine dell'innocenza Per questa raccolta invece, ha scritto l'Introduzione, dell'armonia e della felicità, ma l'inizio della storia. L'essere umano con la sua trasgressione dischiude il tempo della storia che è anche storia della salvezza. La curatrice è presentata come PRESIDENTE DELL'OSSERVATORIO INTERRELIGIOSO CONTRO LE VIOLENZE CONTRO LE DONNE. L'iniziativa di questo organismo è stata presa dal basso. Le partecipanti non rappresentano le varie comunità cui appartengono ma semplicemente la loro condizione nella società. Il protocollo d'intesa è stato firmato a Bologna il 23 marzo 2019.
Per questa raccolta invece ha scritto sia l'Introduzione (PECCATO ORIGINALE O PECCATO PATRIARCALE D'ORIGINE? Riletture a partire dalle radici della fede ebraico-cristiane pag. 19-29), sia un contributo interpretativo (STAVANO DI FRONTE L'UNO ALL'ALTRA PP. 85-116).
Nella introduzione ammesso che il contesto biblico è androcentrico, tuttavia afferma che non mancano “interstizi e fenditure” che incrinano la logica del patriarcato”, “la stessa prassi di Gesù, inoltre e delle comunità delle origini... Rappresentano una sovversione del paradigma patriarcale; è altrettanto innegabile tra l'altro che unn'esegesi orientata nel recepire un Dio dell'alleanza tra i generi, trova e vede nel testo aspetti sorprendenti e inauditi (pp. 28-29).
Nel contributo interpretativo capovolge le responsabilità e afferma che il “peccato originale” - una costruzione della Dottrina cristiana – fu “peccato contro Eva” Peccato contro le donne e contro lo Spirito Santo; peccato che ha depotenziato e non soffocato, nel corso dei secoli, il nutrimento della vita dell'anima.
Un peccato che è stato uno stupro del cuore e della mente – più grave di ogni esclusione fattuale, visibile – messa in atto nel campo sacramentale, liturgico, e di apostolato, della predicazione ed evangelizzazione: qui, in questi ambiti, si rendono visibili gli effetti e le conseguenze di quella premesssa” (p. 115).
E' bello, infine, pensare che col Cantico sia stato posto il sigillo finale di una vicenda iniziata nel primo libro, nell'esultanza e nel giubilo di due anime che, donandosi, ma non possedendosi, sconfinano l'UNO DI FRONTE ALL'ALTRA, acconsentendo alla vocazione del piacere, che è accordante e accomunante, prima ancora che procreativo (116).
Esamino in dettaglio una sfida proposta all'interno della stessa tradizione biblica da LIDIA MAGGI pastora battista. Nel suo contributo (IL FIANCO SFIANCANTE ivi pp. 31-52) parte dalle parole della prima Lettera a Timoteo (2, 11-15 “attribuita dalla tradizione all'autorità dell'Apostolo Paolo” p. 34). Il testo è noto. Lo riporto nella traduzione seguita da LIDIA:”La donna impari in silenzio con ogni sottomissione. Poiché non permetto alla donna di insegnare né di usare autorità sul marito. Ma stia in silenzio. Infatti ADAMO fu formato per primo, e poi EVA; e ADAMO non fu sedotto, ma la donna, essendo stata sedotta, cadde in trasgressione; tuttavia sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell'amore e nella santificazione con modestia”.
Ella poi osserva che i miti e i racconti sono state “Storie usate per colpevolizzare e denigrare le donne fino a legittimare la sottomissione e minimizzare la violenza nei loro confronti. Narrazioni che agiscono dentro ognuna di noi, anche quando si perde la trama del racconto, anche quando i dettagli sfuggono i protagonisti diventano la caricatura di se stessi e possono logorare, come un cancro (p. 31). E anche le letture corrette dei miti risultano ambigue “Perché anche queste ultime sono a rischio di discriminazione.
E DOVE STA LA TRAPPOLA NASCOSTA IN QUESTE
LETTURE CORRETTE?
Innanzitutto nel pensare ancora in modo magico: che se dici la verità, che se riesci a trovare il senso giusto del racconto, hai risolto il problema” (p. 38).
LIDIA da parte sua si chiede:”come è potuto accadere che un movimento radicale, sorto all'interno dell'ebraismo, che aveva riconosciuto alle donne il pieno diritto di studiare la TORAH, che le ha legittimate ad essere discepole, apostole e profetesse, abbia in pochi decenni ristabilito, di fatto, l'ordine patriarcale cancellando l'iniziale protagonismo femminile? La Chiesa, fin dalle origini, come segno di appartenenza, sceglie come portale di ingresso nel patto rinnovato tra Dio e il suo popolo non più la CIRCONCISIONE, ma il BATTESIMO, un segno dato sia a uomini che a donne.
Un simbolo rivoluzionario, che rimanda alla piena parità di ogni creatura in Cristo, a prescindere dalla propria identità sociale, culturale e di genere (Galati 3, 28)” (pp- 34 – 35).
“Come è stato possibile, in poco più di una generazione, passare da una chiesa che accoglie le donne per loro stesse, senza richiederne l'appartenenza (di chi questa donna? Moglie di....figlia di....), ma semplicemente con il loro proprio nome, a una chiesa che vieta alle donne di imparare e parlare, sottomettendole di nuovo ai loro mariti e padri?
Insomma come è accaduto che a distanza di un decennio dall'evento fondatore, dalla nascita delle prime chiese che vedono un sorprendente protagonismo delle donne, testimoniato nelle lettere paoline, si arrivi di nuovo a imprigionare le donne alle catene patriarcali da cui erano state liberate? La liberà acquistata da Cristo ha fatto paura? Ha reso le donne più euforiche, ha creato tante nuove LILITH, creature indomabili, che rifiutano di sottomettersi al proprio ADAMO rivendicando la piena eguaglianza, dal momento che al pari di Adamo, anch'esse sono state tratte dalla terra e non dal fianco?
L'aver annullato la distanza gerarchica tra uomini e donne ha scatenato queste ultime disorientando gli uomini? Non lo sappiamo. Tuttavia quello che un testo come la pagina di I Timoteo ci racconta: “al tiranno non piace perdere il proprio dominio” (p. 35).
“Qualcosa di terribile è accaduto all'interno della Chiesa: il demone del patriarcato scacciato con un esorcismo da Gesù Cristo è rientrato in modo strisciante, proprio nel centro della vita religiosa. Le donne, liberate nella fede, si ritrovano, in fine, in una condizione peggiore della prima. Lo spirito immondo del patriarcato, dapprima espulso, ha ritrovato, aperto e disponibile, lo spazio ecclesiale (pp. 35-36).
Richiamo infine anche le ambiguità esaminate da PAOLO RICCA (Lutero, Calvino, Barth e Noi alle prese con Genesi 1,2 e 3 pp.117-145). Egli conclude:”Ma quel che comunque evidente è che nella punizione divina non c'è nessun accenno vago o solo indiretto, all'ambito privato o domestico. E' l'uomo che ha voluto e imposto questo confinamento, non la punizione divina!
Due errori devono quindi in questo campo, essere evitati: il PRIMO è attribuire a un “fatto di natura” il dominio dell'uomo sulla donna; il SECONDO è attribuire alla puizione divina il confinamento della donna nell'ambito privato e domestico” (ivi, p. 138).
Alla fine vorrei osservare che nell'attuale prospettiva evolutiva il significato dei racconti è ancora più complesso. Il MASCHIO E LA DONNA sono inseriti insieme in un processo: il loro rapporto introduce un dinamismo che cresce nel tempo ed esprime in modi nuovi la stessa energia creatrice di Dio.
Il CONCILIO ECUMENICO VATICANO II nell'ultima costituzione approvata (7 dicembre 1965), parlando delle profonde mutazioni in corso ha scritto:”ne segue un'accelerazione tale della storia, da poter essere seguita dai singoli uomini. Unico diventa il destino dell'umana società senza diversificarsi più in tante storie separate. Così il genere umano passa “da una concezione piuttosto statica dell'ordine a una concezione più dinamica ed evolutiva”; cio' favorisce il sorgere di un formidabile complesso di nuovi problemi, che stimola ad analisi e a sintesi nuove” (GAUDIUM ET SPES, n. 5, in EV1, 1331).
A questa novità volgiamo insieme lo sguardo e scopriremo che ci sono nuovi passi da compiere. (CARLO MOLARI, a cura di Carlo Castellini).



Venerdì 17 Aprile,2020 Ore: 18:14
 
 
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