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www.ildialogo.org GIUSEPPE RICALDONE, EX MAGISTRATO IN PENSIONE, INTERVIENE SU “ LA DONNA E I MINISTERI NELLA CHIESA”, CI SCRIVONO I LETTORI, ROCCA, 15 FEBBRAIO 2019,A CURA DI CARLO CASTELLINI.

GIUSEPPE RICALDONE, EX MAGISTRATO IN PENSIONE, INTERVIENE SU “ LA DONNA E I MINISTERI NELLA CHIESA”, CI SCRIVONO I LETTORI, ROCCA, 15 FEBBRAIO 2019

A CURA DI CARLO CASTELLINI.

Sono un vecchio abbonato a “Rocca”, che dopo avere servito per tutta la vita operativa in quasi tutti i campi del diritto, da quello costituzionale a quello amministrativo, a quello penale, a quello civile, a quello della persona e della famiglia, a quello commerciale e marittimo, e infine anche a quello tributario, giunto all'età di 95 anni sono rimasto assolutamente indignato dal procedimento della Congregazione per la dottrina della Fede che si è permessa di stabilire che, nessuna donna potrà mai essere ordinata ministro della Chiesa ed ha per giunta asserito che, questa norma è assolutamente immodificabile.
In primo luogo infatti l'ordinamento giuridico temporaneo della Chiesa cattolica (ferma l'essenza di questa come alleanza tra Dio e l'umanità: Paolo 1 Cor 11, 25; Mc 14, 24; Lc 22, 20; Mt 26, 28) non è materia di fede e pertanto, quanto contenuto nella dichiarazione di cui parlo, è al di fuori della sua competenza.
In secondo luogo sarebbe bene che gli uomini che ricoprono incarichi nella Chiesa si spogliassero di vetusti e superstiziosi pregiudizi.Ad una corretta interpretazione delle Scritture fondamentali del cattolicesimo emerge chiarissimo il fatto che nessuna differenza puo' essere fatta tra l'uomo e la donna.
Vero è che in un passato maschilista e patriarcale, il versetto della Genesi 1, 27 non poteva che essere interpretato nel senso che la similitudine dell'uomo a Dio apparteneva soltanto ai maschi; se invece si legge il versetto senza pregiudizi si deve dedurre che la somiglianza non spetta la maschio soltanto ma alla coppia: “maschio e femmina li creo'” e ciò sembra evidente a chi ritiene che Dio è amore, che Dio è anzitutto relazione d'amore. Amore che ha ad un tempo le caratteristiche del desiderio erotico e e della caritù così come sintetizza il verso iniziale dell'antico inno cristiano “Ubi caritas et amor Deus ibi est”.
Ovviamente l'amore coniugale non è quello che sorge da un contratto sempre sempre modificabile e rescindibile che regola i rapporti sessuali nell'incontro tra due egoismi, ma è quello che nasce da una alleanza derivante dalla reciproca illimitata donazione, consacrata da una fede, nella grazia specificamente concessa da Dio e Gesù Cristo, fede che si riflette nella fedeltà reciproca dei coniugi.
Del resto dell'eguaglianza uomo/donna davanti a Dio ci sono altre conferme nella Scrittura. Anche il racconto della creazione non pone la donna in una condizione diversa dal maschio. “Questa volta essa è carne della mia carne e ossa dalle mie ossa....”. Genesi, 2, 23 (quale maggiore identità di natura di questa?).
Ma soprattutto mi sembra che il Santo Uffizio si sia dimenticato del mistero del Battesimo. Il battesimo infatti è stato ridotto alla cancellazione del peccato originale, di cui non vi era alcun bisogno perchè tale peccato non esiste e comunque il battezzando non è responsabile ((basta ricordarsi al riguardo della profezia di Ezechiele che esclude che i figli paghino per colpa dei genitori e viceversa.
“Perchè andate ripetendo questo proverbio sulla terra di Israele:”I padri hanno mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati?” Ezechiele, 18, 2). Il battesimo è invece l'effusione della grazia di Dio che immette il battezzato nel popolo di Dio, popolo che ha le caratteristiche di essere ministeriale (cioè un popolo addetto al servizio diretto dell'azione di Dio abilitante al culto verso di lui), profetico (cioè capace di conoscere la sapienza di Dio e di parlare in suo nome), e regale (cioè dedito al compimento dell'opera di Dio).
Identici sono anche per maschio e femmina i segni significativi:l'unzione con l'olio santo, il sale sulla bocca, la veste bianca, la candela accesa, ecc. Non si vede pertanto quale possa essere la differenza fatta in ordine alla estensione della grazia battesimale tra maschio e femmina.
Non vedo su quali basi si fondi l'esclusione delle donne dall'ordinazione ministeriale (tanto più che Atti 10, 34 ci assicura che Dio non fa preferenze di persone).
Infine l'ordinazione ministeriale della donna non può non essere ricompreso nel riconoscimento che la donna può essere “dottore della Chiesa” e “patrona di varie comunità umane anche non integralmente cattoliche: (GIUSEPPE RICALDONE, GENOVA, a cura di Carlo Castellini).



Domenica 17 Febbraio,2019 Ore: 08:51
 
 
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