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www.ildialogo.org TRE MINIME MEDITAZIONI PER L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA PER LA LIBERAZIONE DELLE DONNE,Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

TRE MINIME MEDITAZIONI PER L'8 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE DI LOTTA PER LA LIBERAZIONE DELLE DONNE

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

In memoria di Clara Zetkin, con gratitudine che non si estingue


Un giorno di lotta, non di festa
L'8 marzo non è la festa consumista e narcotica cui pretende ridurlo la società dello spettacolo.
L'8 marzo è la giornata internazionale che convoca l'umanità alla lotta per la liberazione delle donne.
L'8 marzo è la giornata internazionale che convoca l'umanità alla lotta contro la violenza maschilista e patriarcale.
E quindi l'8 marzo non è il piccolo carnevale che per un giorno all'anno rovescia i rapporti di forza del mondo capovolto e conferma che tutti gli altri giorni vige ancora la violenza dei poteri dominanti, la violenza maschilista e patriarcale, la violenza del potere autoritario, gerarchico, militarista, sfruttatore, segregatore, assassino. No. L'8 marzo è la giornata internazionale che convoca l'umanità alla lotta per la liberazione delle donne.
E quindi l'8 marzo non è il momentaneo sollievo ed il falso risarcimento che il potere maschile concede tra uno stupro e un femminicidio, il giorno di vacanza dei carnefici. No. L'8 marzo è la giornata internazionale che convoca l'umanità alla lotta contro la violenza maschilista e patriarcale.
Senza la liberazione delle donne in tutto il mondo, l'intera umanità resta schiava.
*
1. La prima radice
La prima radice di ogni altra violenza e oppressione è la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanità in due e nega piena dignità e uguaglianza di diritti a metà del genere umano e così disumanizza l'umanità intera.
Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si può sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanità.
Solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanità può essere libera e solidale.
*
2. Non solo l'8 marzo è l'8 marzo (una meditazione del 2013)
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il femminicidio e la violenza sessuale.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro il maschilismo e il patriarcato.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre lottare contro tutte le violenze e tutte le complicità con la violenza e tutte le ideologie della violenza.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.
Vi è questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne è la prima radice di ogni altra violenza.
Vi è questa ineludibile evidenza: che la violenza maschile contro le donne è il primo nemico dell'umanità.
Vi è questa ineludibile evidenza: ne discende il tuo primo dovere.
La lotta delle donne per la liberazione dell'umanità è la corrente calda della nonviolenza in cammino. Questo significa l'8 marzo.
Sostenere la lotta delle donne per la liberazione dell'umanità è il primo dovere di ogni persona decente. Questo significa l'8 marzo.
Ogni volta che fai la cosa giusta per contrastare la violenza maschilista, quel giorno è l'8 marzo.
Non solo l'8 marzo, ma tutti i giorni dell'anno occorre che siano l'8 marzo.
*
3. Dal femminismo molti doni (una meditazione del 2011)
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi è una sola umanità, composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da sé.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che è la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralità, e quindi la relazione, è la modalità di esistenza propria dell'umanità.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca già la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta è nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune è generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune è opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanità, ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che è il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che è la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che è il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanità.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilità e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.
*
E quindi
Occorre opporsi al maschilismo e al patriarcato, ed opponendosi al maschilismo e al patriarcato ci si oppone anche al razzismo, alla guerra, alla devastazione dell'ecosistema, a tutti i poteri criminali, a tutte le forme di sfruttamento ed oppressione.
Occorre riconoscere, difendere e promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
E quindi: occorre sostenere i centri antiviolenza e le case delle donne.
E quindi: occorre la parità di rappresentanza di genere ovunque si decide ciò che tutte e tutti riguarda.
E quindi: occorre applicare subito pienamente la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica.
Vi è una sola umanità.
Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo
Viterbo, 7 marzo 2014
Mittente: "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: nbawac@tin.it, centropacevt@gmail.com, web: lists.peacelink.it



Venerdì 07 Marzo,2014 Ore: 21:49
 
 
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