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www.ildialogo.org Il progetto Weltethos (Etica mondiale)  ,di Hans Küng

Il progetto Weltethos (Etica mondiale)  

Passaggio di consegne all’Università di Tübingen  


di Hans Küng

Discorso di commiato del professor Hans Küng


(24 Aprile 2013)

REALIZZAZIONI E SPERANZE

La frase dello scrittore Mark Twain che utilizzai all’inizio della mia prima lezione all’Università di Tubinga il 1° giugno 1960 la vorrei utilizzare anche in questa che probabilmente è la mia ultima lezione: “Alessandro il Grande è morto, Giulio Cesare è morto, Napoleone è morto, io vivo ancora, ma non sto troppo bene”.

Caro signor rettore, professori, commilitoni, auditori, amici, signore e signori, vi sarà chiaro che questa frase ha cambiato molto il suo significato nel corso di cinquantatre anni, “Io non sto troppo bene” detto da un trentaduenne suona quasi divertente, altro è se pronunciata da un ottantacinquenne il quale ha pagato il suo tributo psicofisico nel corso degli anni.

Per far sì che questa serata non sia turbata da una malinconica atmosfera di commiato, ho desiderato la rilassante Klenzer Musik degli ebrei d’oriente; originariamente nata come danza, questa musica sprigiona amore e dolore , sofferenza e gioia. Di questo ringrazio sin d’ora i favolosi musici del Trio David Orlowsky.

Ma in un giorno come questo, non è il mio stato d’animo ad interessare, bensì le cose che ci stanno a cuore. Tuttavia non crediate che mi voglia spingere a render conto di vicende personali. Della mia vita privata ho da render conto, come ogni persona, ad istanze più alte. Spesso, come persona pubblica, sono io stesso interessato a render conto della mia vita. Una vita molto ricca, colorata e contemporaneamente molto conflittuale che rende oltremodo difficile iniziarne la biografia. Perciò ho scritto il mio rendiconto e quindi, cari amici, posso darvi la bella notizia che il terzo volume dei miei ricordi verrà dato alle stampe il primo ottobre. Dopo “Libertà conquistata”del 2002 e cinque anni dopo “Verità controversa” del 2007 ora, di nuovo dopo cinque anni “Umanità vissuta”. Questo terzo volume descrive la mia vita da quando, nel 1980, mi sono svincolato dall’autorizzazione ecclesiastica dell’insegnamento, con le spinte, i contraccolpi, le realizzazioni e le speranze deluse, con l’irrisolto problema della riforma della chiesa e con il mio impegno per le riforme della società e la pace nel mondo, con tutti i miei viaggi nel mondo ebraico e islamico, nelle religioni dell’India, della Cina, dell’Africa, con il lento divenire del progetto “Etica Mondiale” conclude, senza timore, anche i miei problemi, ora, alla fine della vita.

Questo terzo volume mi dà anche la possibilità di fare ciò che mi sta a cuore e che in questo momento non è sconveniente: Ringraziare. Ringraziare persone conosciute e sconosciute, tutte quelle che negli scorsi cinque decenni mi hanno sostenuto e accompagnato, che mi hanno criticamente sfidato e quelle che mi hanno incoraggiato e, a volte, consolato. Con l’affetto che porto ai cittadini e cittadine della Svevia, non ho mai potuto far mio il proverbio svevo: “Biasimare garbatamente è quasi lodare” che qui si adatta in tutte le forme.

- Sono infinitamente grato all’Università di Tubinga, che per me è la migliore del mondo, per avermi sostenuto e sopportato per cinquant’anni. Altrettanto grato sono a colleghe e colleghi di grande esperienza e spesso di aiuto nelle diverse facoltà; ai molti studenti e allievi spiritualmente stimolati di ogni parte del mondo.

- Non meno riconoscente sono alla piccola ma colta città universitaria di Tubinga che con il suo insieme di tradizione e modernità, di natura e cultura, è diventata la mia seconda patria e a me, emigrante svizzero, ha persino attribuito la cittadinanza onoraria. Mi sentivo e mi sento legato con molti cittadini di Tubinga, con artigiani, commercianti, funzionari comunali, giornalisti e su, su sino al sindaco della città.

- Profondamente riconoscente sono con tutti i miei cari; nella mia famiglia e nella mia casa e, dal 1963 nell’Istituto per l’implementazione dell’ecumenismo, e dal 1996 nella Fondazione Etica Mondiale. Senza il loro continuo aiuto e il loro affetto non sarei sopravissuto né fisicamente, né psichicamente né, in ogni caso avrei potuto raggiungere questa biblica età.

- E infine sono riconoscente anche ai miei benefattori, tre dei quali per il loro elevato sostegno finanziario nomino individualmente. I primi sono il conte e la contessa Von der Groeben i quali, nel 1995, immediatamente prima del mio pensionamento, con un grosso capitale iniziale hanno reso possibile istituire la Fondazione Etica Mondiale. Negli ultimi anni sono stati soprattutto Karl e Brigitte Schlecht che hanno garantito un ulteriore sviluppo della Fondazione e hanno sponsorizzato la realizzazione dell’Istituto Weltethos nell’università di Tubinga. Una massima del conte Groeben recita: “Io ho i soldi e Lei la mente”. Con questa suddivisione dei compiti e con reciproco rispetto, abbiamo condiviso un lavoro comune per molti anni e ho avuto molto piacere che, in occasione del mio ottantacinquesimo compleanno, quando la televisione svizzera ha trasmesso un mio profilo, la contessa Groeben ha ribadito quanto sia riconoscente del tempo dedicato alla Fondazione dicendo: “ Essa ci ha donato così tanto, proprio una terza vita, come mio marito definiva quegli anni. Abbiamo incontrato tante persone e tante idee che mai avremmo conosciuto e con le quali abbiamo convissuto con gioia”.

C’è una terza benefattrice che qui non può essere dimenticata: La realizzazione della Fondazione Weltethos Svizzera nel 1996 è stata possibile solo grazie al grande contributo di Maritta Jöhr-Rohr di Zurigo. Era la vedova del professore di economia e mecenate Adolf Jöhr dell’università di San Gallo. La signora Maritta è morta nel 2008 a novantasei anni, Mi farà piacere poi che il mio successore alla presidenza della Fondazione Weltethos Svizzera professor Walter Kichschläger ce ne dia un ricordo.

Naturalmente noi tutti sappiamo che la scienza ha bisogno di soldi. Anche le scienze umane, sociali e anche quelle dello spirito hanno bisogno di soldi, le scienze naturali e biologiche addirittura di molti soldi. Però, signore e signori, anche in un’epoca in cui la scienza è fortemente economicizzata dai fondi e dai listini di borsa, il denaro non deve trionfare sullo spirito; neppure sulle scienze umane e sociali e tanto meno in quelle biologiche e naturali.

Non si può trascurare che: nei momenti di difficoltà la scienza se la può cavare anche senza molto denaro. Questo valeva, perlomeno nel passato, per i grandi geni della filosofia e della teologia. Valse anche sino agli anni attorno al 1960 fin tanto che al centro della scienza c’erano ricerche individuali e monografiche. Detto apertamente, da giovane laureato in teologia, ho ottenuto la cattedra a Tubinga senza abilitazioni, motivata da una straordinaria dissertazione sulla dottrina di Karl Barth. Lo stesso Barth ottenne il professorato a Göttingen e prima di lui Friedrich Nietzsche la ottenne a Basilea addirittura senza dottorato, ma con straordinari risultati scientifici. Anche i miei successivi libri tra il 1960 e il 1970 li ho scritti senza finanziamenti da terzi.

Ovviamente fui felice e riconoscente che poi, attorno al 1980, caduto in disgrazia con la Santa Sede e dispensato dai doveri e diritti di insegnamento, ottenni sostanzioso supporto da terzi e principalmente dalla Fondazione Bosch che mi permise di attuare il mio progetto “Non c’è pace nel mondo senza pace tra le religioni” che uscì in tre volumi sull’ebraismo, il cristianesimo e l’islamismo. Accanto a questo monumentale progetto di ricerca scaturì anche un volumetto dal titolo: “Progetto etica mondiale” che venne sostenuto dal conte Groeben con l’istituzione della Fondazione Etica Mondiale che divenne poi ritenuta importante anche da Karl Schlecht per fondare l’Istituto Etica Mondiale. Così, anche dopo il mio “pensionamento” mi è stato possibile mantenere il piccolo team, altamente qualificato per l’amministrazione e il supporto scientifico dal quale si è definitivamente sviluppata la Fondazione.

Così come il capitale finanziario, anche il capitale spirituale per il progetto Etica Mondiale si è dovuto elaborare faticosamente; il tutto in una avvincente gara con la quale potevo saziare la mia insaziabile sete di sapere. Senza conoscere la meta alla quale dedicavo i miei sforzi, nei decenni precedenti avevo individuato problemi complessi le cui soluzioni non sarebbero state possibili senza il progetto Etica Mondiale. Ne indico alcuni:

1 – L’Extra Dogma della Chiesa cattolica romana: “Extra ecclesiam, fuori dalla chiesa, nessuna salvezza!” L’infallibilità di questo dogma dovette essere sistematicamente messo in dubbio e sostituito dal punto di vista filosofico, storico, esegetico.

2 – Anche l’Extra Dogma protestante: “Extra Cristum, fuori da Cristo, nessuna salvezza!” dovette essere relativizzato: A questo ristretto punto di vista la Bibbia contiene chiare testimonianze sull’universale volontà di salvezza che fanno riflettere su tutte le sue conseguenze, la volontà che tutte le persone abbiano possibilità di salvezza e non solo quelle che si riconoscono in Cristo.

3 – Fondamenti di fede: Ad ogni persona, sia religiosa che non religiosa, deve essere data la possibilità di professare tradizioni o fondamenti di fede quale filosofica base etica.

4 – La rappresentazione antropomorfa di Dio nella Bibbia: Questa molteplice rappresentazione con forme umane dovette essere confrontata con le analoghe rappresentazioni originanti dalle religioni indiane e cinesi e anche conciliate con i medesimi risultati delle scienze naturali.

5 - La dogmatica comprensione di Cristo: Questa è stata formulata secondo categorie greche e dovette essere riesaminata da ricercatori storici-critici di Gesù e così essere superata dalla figura storica del Gesù di Nazareth: una solida base per il dialogo con altre religioni.

6 – Una più profonda comprensione delle altre religioni: Valse per ogni religione l’essere rappresentata non come noi vorremmo interpretarla, bensì come essa stessa si rappresenta.

In questo lavoro preliminare per il progetto Etica Mondiale mi hanno aiutato con entusiasmo molti docenti e studenti di filosofia, teologia e in particolare studiosi di scienze delle religioni e anche di altre discipline. Con riconoscenza cito l’islamologo Josef van Ess, l’indologo Heinrich von Stietencron, il buddologo Heinz Bechert, la mia collega e amica cinese Julia Ching e pure l’erudito ebraista Pinchas Lapide, prematuramente morto. Con tutti loro negli anni ottanta ho tenuto in questa sala lezioni e dibattiti sul cristianesimo e le religioni mondiali che furono poi pubblicati.

Tuttavia, già nel 1967 durante una conferenza in occasione del centenario dell’Università americana di Beirut, nell’allora pacifico Libano, mi nacque un’intuizione: Il dialogo tra le religioni non è solo accademico o religioso bensì anche un importante approfondimento politico. Già nel 1984 in coincidenza con una nostra conferenza di dialogo, ho potuto formulare la proposizione che ha trovato risonanza mondiale: - nonostante nel frattempo fosse entrata in contrasto con la debole tesi di Huntington di un “inevitabile scontro di civiltà”- Non c’è pace mondiale senza pace fra le religioni, non c’è pace fra le religioni senza dialogo fra le religioni e non c’è dialogo fra le religioni senza la ricerca delle loro fondamenta.

Sono pienamente consapevole che la mia storia con l’Etica Mondiale, vista dal di fuori ha suscitato una carriera accademica si successo che si è sviluppata organicamente poco a poco. Vista dal di dentro è però una storia di sorprese, di regali sorprendenti, si, se mi è concesso di parlare come teologo, di grazia sorprendente alla quale non sarò mai abbastanza riconoscente. Dopo che nel 1979 mi è stata tolta la facoltà di insegnare, ero destinato ad essere un professore che fa tappezzeria, tagliato fuori da promozioni o abilitazioni, senza assistenti e pochi studenti. Ma, detto in modo poco accademico: la Curia propone e Dio dispone.

Prima sorpresa: Senza che all’inizio me ne fossi reso conto, la nuova situazione di indipendenza da ogni facoltà mi regalò quello che mai avrei ritenuto possibile. Qualcosa come l’offerta nell’Istituto Max-Planck per la teologia ecumenica con la quale avrei potuto sviluppare le mie ricerche e continuare l’insegnamento.

Seconda sorpresa: Potei rimanere a Tubinga e Walter Jens non volle il trasferimento ad Amburgo. Questo, nel 1980, rese possibile riprendere le nostra comune iniziativa di ravvivare all’Università di Tubinga lo studio generale; una singolare storia di successo ancor oggi.

Terza sorpresa: Teologia e scienza delle religioni anche a Tubinga suscitavano sempre un certo sentimento di paura; la simultanea lezione tenuta da due professori era alquanto insolita. Il professor Josef van Ess fu il primo studioso di scienza delle religioni che con me tentò una nuova forma di lezione-dialogo sulla teologia e la religione islamica, dopo la quale ne seguirono altre.

Quarta sorpresa: Un inaspettato risultato di questa lezione di teologia e scienza delle religioni fu il postulato politico: “Nessuna pace mondiale senza pace tra le religioni” che nel 1989 ho potuto presentare come programma nella sede dell’Unesco a Parigi.

Quinta sorpresa: Nel corso del Forum Economico di Davos all’inizio del 1990 ho potuto parlare sul tema: “Perché abbiamo bisogno di standard globali etici per sopravvivere?” L’dea in nuce dell’Etica Mondiale.

Sesta sorpresa: L’inaspettato capovolgimento del 1989/90 nella DDR e nell’impero sovietico fu la spinta iniziale per la pubblicazione del lavoro collettivo nel libro “Progetto Etica Mondiale”.

Settima sorpresa: Meno di tre anni più tardi, nel 1993, la “Dichiarazione per un’Etica Mondiale” elaborata a Tubinga, venne fatta propria dal Parlamento delle religioni di Chicago.

Ottava sorpresa: Allorché a causa del mio “prepensionamento” stavo perdendo il mio piccolo ma efficiente gruppo di lavoro, nel 1993 arrivò una telefonata del conte Von der Groeben con la quale mi metteva a disposizione cinque milioni di marchi per istituire la Fondazione Etica Mondiale.

Nona sorpresa: L’anno 1997 ci portò, non solo alla stesura del libro “Etica Mondiale per la Politica e l’Economia” ma anche alla stesura della Dichiarazione dell’Interaction Council da parte di ex capi di Stato e di governo, coordinati dall’ex cancelliere tedesco Helmut Schmidt. Da loro venne la proposta di scrivere la “Dichiarazione Universale dei Doveri dell’Uomo”.

Decima sorpresa: In qualità di appartenente al “Gruppo personalità emergenti” ebbi l’incarico dal segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan di predisporre una relazione sulla necessità di dialogo delle società civili e di un’Etica comune da presentare all’ONU. Il 9 novembre 2001, poche settimane dopo il devastante attentato terroristico del’11 settembre, presentai all’Assemblea Generale dell’ONU di New York la relazione che può essere sinteticamente così formulata: “Non può esserci né sopravvivenza pacifica, né giustizia sulla terra senza un nuovo paradigma delle relazioni internazionali sulla base di una standard etico globale”.

Undicesima sorpresa: Nel 2007 abbiamo potuto presentare all’ONU il manifesto per l’Etica Economica Globale che venne scritto da un gruppo di esperti composto da imprenditori, esperti di economia e di etica della nostra Fondazione.

Dodicesima sorpresa: L’anno 2011 ci regalò il supporto finanziario di Karl Schlecht per la realizzazione dell’Istituto Weltethos (Etica Mondiale) nell’Università di Tubinga che iniziò a operare nella sessione estiva del 2012.

Già durante i primi dialoghi interreligiosi qui a Tubinga, mi sono reso conto che le religioni, nel comportamento, nella pratica e nell’etica hanno molto più in comune di quanto ne abbiano per quanto concerne la fede e i dogmi. In seguito cercai di approfondire quello che le religioni hanno in comune rispetto all’etica e come tale consenso etico possa essere reso fruttuoso. In altre parole ho potuto aggiungere il concetto: Non ci può essere un serio dialogo interreligioso senza un comune valore etico, regole e comportamenti comuni.

Su queste basi, frutto di diligente lavoro empirico, scaturì l’idea dell’Etica Mondiale, un concetto che affiancai ai sistemi di Politica mondiale, Economia mondiale, Finanza mondiale. Questo poco prima della pubblicazione del libro “Progetto etica mondiale” del 1990 che venne tradotto in inglese “Global Ethic” nel momento in cui apparve la parola “Globalizzazione”.

Ma cos’è questa etica mondiale? Nessun complicato sistema etico, bensì solo alcune poche, elementari regole etiche. L’osservanza di tali semplici regole produce effetti positivi per il benessere individuale, così come per la coesistenza pacifica di una scolaresca o di un’impresa e, allo stesso modo, di ogni società umana, negli Stati e nella comunità mondiale, mentre la loro inosservanza produce fatali e disastrose conseguenze.

Quale può essere il principio etico fondamentale per tutti gli uomini e le loro istituzioni? Se deve avere un valore universale deve essere formulato in modo molto semplice. Dunque non può essere altro che: “Ogni persona deve essere trattata umanamente”. Questo principio di umanità è valido per “ogni essere umano” maschio o femmina, bianco o di colore, ricco o povero, giovane o vecchio, eccetera.

E cosa significa “umano”? Definito in modo negativo si capisce subito che “umano” vuol dire “non disumano”, ovverosia bestiale. E’ opinione comune che è disumano violentare una donna; torturare un prigioniero, così pure è disumano l’abuso di un minore da parte di un insegnante o di un sacerdote.

Tuttavia il termine “umano” può anche essere definito in modo positivo. Già nel Progetto Etica Mondiale avevo scritto: “L’Uomo deve diventare di più di quanto è; egli deve diventare umano!” Ciò che è bene per gli uomini è il saper dimostrare la propria umanità, favorirla e attuarla; questo oggi ancor più di ieri. L’Uomo deve attingere dal proprio potenziale umano per realizzare una società umana e un ambiente sano molto di più di quanto abbia sinora fatto.

Dunque, detto chiaro e tondo, l’Uomo deve realmente comportarsi da Uomo , vale a dire umanamente. Questo basilare principio di umanità viene rafforzato e reso più acuto dall’altro basilare principio della reciprocità, “Non fare agli altri quello che non vuoi sia fatto a te”. Naturalmente questa regola aurea non è una ricetta per facili soluzioni moralistiche di ogni problema umano. E’ però una direttiva generale per un etico comportamento umano che noi, quantomeno, apprezziamo quando ne siamo personalmente coinvolti.

So che molti imprenditori hanno molto da combattere in tempi di concorrenza internazionale. Tuttavia la regola aurea è valida anche per la concorrenza economica e politica poiché differenzia molto bene quelle che sono strategie oneste da quelle disoneste, concorrenza pulita da concorrenza sporca, politica corretta da politica scorretta. La regola aurea è valida anche per la collettività, particolarmente per i partiti politici e i gruppi di interesse, persino per i rapporti tra le nazioni. Dopo le orribili vicende della seconda guerra mondiale, la regola aurea è di fatto applicata nei rapporti tra la Francia e la Germania e malauguratamente inapplicata tra quelli tra Israele e Palestina.

Evidentemente non è però detto che l’Uomo si comporti effettivamente in modo umano. Perché? Per noi è ormai fuori discussione che l’Uomo è una derivazione del regno animale. Nella sua evoluzione ha sempre mantenuto contemporaneamente sia l’essenza spirituale, sia la natura animale. Questo significa che l’Uomo ha dovuto imparare a comportarsi umanamente. Studi e viaggi in Nuova Guinea, nel nord dell’Australia e in Africa, mi aiutarono a capire che già gli uomini primitivi avevano un’etica elementare innata che li aiutava a vivere e sopravvivere e che tale etica sia ancor oggi il fondamento per la sopravvivenza umana. Più tardi usai la definizione “Etica primitiva” per indicare il nucleo, il nocciolo dell’Etica Mondiale e creò i presupposti per una consapevolezza condivisa.

Non è dunque per caso che nelle diverse regioni abitate della terra si siano sviluppate comuni regole basilari. Queste si concentrarono in quattro importanti criteri nelle aree dove l’Uomo viveva in comunità.

- Innanzi tutto il rispetto della vita: “Non commettere omicidio” (diverso da “uccidere”, per lo meno entro certi limiti stabiliti); oggi per noi significa non torturare, non molestare, non ferire.

- Anche la protezione della proprietà: “Non rubare” che oggi si intende non sfruttare, non inquinare, non corrompere.

- Inoltre la protezione della verità: “Non dare falsa testimonianza” non mentire, non falsificare, non manipolare.

- Da ultimo la protezione dei rapporti sessuali: “Non commettere impudicizie”, non commettere abusi sessuali, non disonorare, non profanare, non ingannare.

I comandamenti, le regole fondamentali, il nucleo delle norme morali spesso possono venir dimenticate e ignorate volontariamente, proprio in quest’epoca di individualismi di pluralizzazione e secolarizzazione. Compito del Progetto Etica Mondiale era è quello di rendersi consapevoli di tali norme basilari e di farle applicare nel contesto attuale. Ho piena fiducia che anche il mio successore alla guida della Fondazione avrà consapevolezza di questa eredità etica dell’Umanità mantenendola e proseguendo il concetto di “Weltethos” senza sostituirne i valori.

Per noi che abbiamo dato la nostra disponibilità all’Etica Mondiale essa rappresenta quindi il nostro impegno per un mondo migliore. Naturalmente prendiamo seriamente in considerazione il vecchio pretesto che le norme servono a nulla e gli stessi dieci comandamenti di fatto vengono disattesi. Nella Chiesa stessa alcune istanze di orientamento etico hanno enormemente perso credito.

Ma mi sia permesso di affermare: L’Etica è sempre controfattuale. Come apparirebbe il mondo senza comandamenti etici? In fondo sappiamo tutti come appare. Ce lo dimostra quanto accade soprattutto nel mondo della finanza e della politica, quanto appaia senza morale, scandali su scandali, se volessi solo elencarne i principali il mio discorso diventerebbe sconvenientemente lungo. La globalizzazione economica, tecnologica e delle comunicazioni ha comportato quello che si doveva prima prevedere: una globalizzazione dei reati.

Di fronte a tutti gli ostacoli e gli impedimenti, molti di voi si porranno giustamente le domande:

- Come può una singola persona o poche dozzine di persone contrapporsi a tutto questo con l’ambiziosa idea di Etica Mondiale.

- Cosa ha potuto realizzare una relativamente piccola Fondazione, insieme ad altre organizzazioni simili sparse nel mondo in diciotto anni.

- Quali delle grandi pretese che il Progetto Etica Mondiale portava con sé ha potuto onorare.

Non è questa sera il momento e il luogo per tirare un bilancio della nostra Fondazione. Sull’argomento si potrebbero tenere più di alcune conferenze. Chi fosse interessato a conoscere i risultati può leggerli nel “Manuale dell’Etica Mondiale” che è stato pubblicato lo scorso anno. Lì sono descritti tutti i settori di attività dei quali si è occupata la Fondazione dalla sua nascita in poi: di religioni mondiali, di politica e di economia, di pedagogia e del nostro operato internazionale in termini di diritti, di sport e di musica. Dalla lettura del manuale si evince quanto la Fondazione concretamente fa su questi temi.

Per valutare quanto di fatto si è compiuto e quanto si può ancora compiere, ci si può rifare alle due dimensioni centrali della tematica di Weltethos che stanno anche alla base del nostro lavoro. Mi auguro che queste due dimensioni possano essere portate avanti anche in futuro.

- Prima dimensione: Dimensione interculturale e tra religioni e culture. Presupposto per un buon dialogo tra le culture è la conoscenza reciproca di ciò che divide e ciò che unisce in modo che possa esserci capacità di dialogo e non sussistano pregiudizi o stereotipi. Questa conoscenza della propria e dell’altra cultura deve possibilmente essere sperimentata e provata molto presto, in tenera età, meglio se messa in atto già nella famiglia, negli asili nido per poi essere approfondita tutti i giorni nella scuola. Persone di differenti provenienze geografiche e di diverse professioni hanno oggi bisogno di competenze interculturali perché si incontrano oggi persone di religioni e di culture diverse, si incontrano modi di vivere ai quali spesso si è estranei per cui, senza un approccio amichevole, non è possibile alcuna convivenza libera e pacifica. La Fondazione Etica Mondiale può essere orgogliosa che su queste domande non ha condotto solo un lavoro esclusivo e fondamentale. Nel corso degli anni ha pure ricercato le vie migliori per mediare tra genti di diverse culture. Le pubblicazioni, l’utilizzo dei media e gli strumenti didattici della Fondazione, non solo in lingua tedesca, sono diventate parte integrante nel panorama della formazione culturale. Molte di queste hanno trovato diffusione in tutto il mondo e siamo particolarmente contenti e grati per questo e che il modello del materiale scolastico sia tra l’altro utilizzato a Hong Kong, in lingua cinese e abbia trovato modo di entrare nel sistema scolastico della Cina interna. Tutto ciò grazie alla piccola Fondazione di Tubinga.

- Altrettanto centrale nella seconda dimensione delle tematiche di Weltethos è la “Divulgazione dei valori”. Sarete d’accordo con me che: I valori che prima provenivano più o meno dalla famiglia, ora non sono più così evidenti. Perciò sono ora gli asili nido, le scuole per l’infanzia e soprattutto le scuole di ogni grado ad essere in prima linea per la diffusione dei valori e la Fondazione Weltethos ha ottenuto anche in questo settore ottimi risultati e sarà vostro compito intensificarli in futuro.

La divulgazione dei valori non è solo un tema pedagogico, come è stato prima accennato, se ne ha bisogno in ogni ambito della società. Potrei a lungo ragguagliare sulle mie conferenze sul tema “Diritto e Etica mondiali nelle Associazioni di giudici delle Corti Federali, negli studi di giurisprudenza al tribunale di Karlsruhe e alla Georgetown University di Washington e in altri posti ancora.

Oppure si pensi alla Politica: ricordo con riconoscenza le molteplici occasioni che ho avuto di introdurre il tema Etica Mondiale nei discorsi e nella prassi politica. - Il mio lungo impegno con l’ex cancelliere tedesco Helmud Schmidt e l’ex presidente della Germania Richard Von Weizäcker nell’Interaction Council degli ex presidenti e capi di governo di diverse nazioni.

- Il lavoro comune con l’allora segretario generale dell’ONU Kofi Annan nel gruppo “Personalità eminenti” nella stesura del rapporto “Oltrepassare le differenze” per la creazione di un nuovo paradigma dei rapporti internazionali.

- E da ultimo le numerose emergenti personalità della politica che abbiamo potuto ospitare all’Università di Tubinga: Tony Blair, Mary Robinson, Kofi Annan, Horst Köhler, Helmud Schmidt, Desmond Tutu. E’ da riferire l’impegno della Fondazione nell’ambito dello sport per “l’etica e lo sport mondiali”, con i contatti presso il Comitato Olimpico Internazionale e l’indimenticabile discorso del presidente Jacques Rogge a Tubinga, così pure come il comune lavoro con la Lega Calcio tedesca che già da tempo era impegnata nella campagna contro il razzismo e la discriminazione.

Negli ultimi decenni per la nostra Fondazione è diventato sempre più importante occuparci di economia. Già nel 1997 nel mio libro “Etica Mondiale per la Politica e l’Economia Mondiale”, me ne sono occupato sotto la spinta della crisi asiatica le cui conseguenze ebbero fatali conseguenze non solo sugli imprenditori , ma per l’intero sistema economico mondiale. Nel mio libro “Economia onesta: perché l’economia necessita di moralità” del 2010, ho approfondito un’analisi dettata dall’esperienza della grande crisi finanziaria, sollecitando una riflessione sulla necessità di avere moralità economica. Molti ritennero pessimistiche le mie previsioni, ma nei fatti, purtroppo, si sono rivelate giuste.

Qui ci sono non pochi amici, colleghi e esperti i quali sanno che dietro le mie opinioni non c’è solo lo studio letterario, ci sono anche innumerevoli dialoghi e esperienze dalle quali ho imparato. Ho avuto anche la fortuna, proprio nel settore finanziario, di conoscere subito numerosi banchieri e imprenditori della vecchia scuola. Sicuramente non erano dei santi, però delle personalità con carattere, intelligenza sociale, comportamento corretto e degni di fede. Così il mio libro “Progetto Etica Mondiale” del 1990 l’ho dedicato a Kark Klasen ex portavoce della Deutsche Bank, diventato poi presidente della Bundesbank.

Ma già negli anni ottanta e particolarmente durante i miei due semestri ospite a Houston – Texas, vidi emergere un nuovo tipo di banchieri ai quali importava solo la massimizzazione degli utili per gli azionisti e per loro stessi. Non c’è bisogno di illustrare il complesso e fatale sviluppo dell’economia finanziaria e della scienza finanziaria che dall’ottanta in poi, prima negli USA per poi giungere in Europa, sviluppò le bolle speculative delle Borse, del settore immobiliare e si riprodusse nei comportamenti manageriali e condusse infine all’attuale crisi mondiale. Grosso modo si può così riassumere: In primo luogo la colpa è del fallimento dei mercati; in secondo luogo c’è il fallimento delle istituzioni e in terzo luogo il fallimento morale. Invece di un’economia pienamente responsabile abbiamo assistito in questi anni all’istituzionalizzarsi dell’egoismo e della menzogna, in particolar modo nel settore bancario; già allora misi in guardia da tale sviluppo.

Su questo attualissimo tema desidero essere un po’ più concreto. Dai miei incontri con i banchieri ho potuto appurare tre fasi di comportamento durante la crisi economico–finanziaria che, lasciatemelo dire, non è diverso dal comportamento dei vescovi cattolici nella crisi del cattolicesimo a causa degli abusi sessuali e di potere:

- In primis un ostinato e arrogante silenzio: Non siamo i responsabili di tale miseria.

- Poi lentamente l’ammissione di responsabilità: E’ sfuggito qualcosa ai livelli superiori.

- Infine, sempre più decisiva: L’introduzione di cambi monetari irresponsabili.

Non intendo approfondire ulteriormente, volevo solo che fosse chiaro che il modello razionale dell’Homo economicus e l’assolutizzazione delle analisi quantitative e dei sistemi fiscali spinge all’indietro la realtà e conduce all’irragionevolezza.

Formulato in modo positivo si può affermare che: L’attenzione per la “dimensione etica” in economia e nelle scienze economiche si fa sempre più pressante. In tutto il mondo si è salutato con favore l’azione promossa dal popolo svizzero denominata “Iniziativa Abzocker” (io stesso l’ho votata), e questo è il segnale dell’indignazione non solo per gli eccessi retributivi, ma manifestò la sfiducia verso tutto il settore finanziario. Lo stesso Josef Ackermann afferma che per riguadagnare la fiducia persa, gli imprenditori non devono avere solo un comportamento rispettoso delle leggi ma devono anche esser eticamente irreprensibili. (Vedasi Neue Zurcher Zeitung del 9 – 3 - 2013).

Da ultimo e più importante. Sono indispensabili provvedimenti legislativi e politici, ma per ottenere risultati c’è bisogno del sostegno etico. Sono da salutare con favore anche le decisioni dell’Unione Europea per il radicale taglio dei bonus dei top manager, che sarebbero più facilmente realizzabili se incontrassero il convincimento etico degli interessati.

Si, c’è bisogno di un ripensamento anche nell’economia e nella finanza, una consapevolezza in materia di etica, una cultura etica. Già le prime fonti del sapere devono essere fatte coscienti al più presto delle dimensioni etiche che sarà poi loro compito sviluppare in seguito. Sarà loro di grande aiuto l’essere sensibilizzate sulle responsabilità etiche, la cui percezione dovrà essere qualificata. Tale qualificazione deve quindi essere realizzata nelle scuole superiori e/o in altri istituti scolastici. Le direzioni necessitano, accanto alle loro qualifiche di base, anche competenze etiche, ossia coordinate elementari di etica e una bussola interna per le decisioni da prendere spesso nella quotidianità del lavoro.

Accanto a tutti gli altri impegni, per la nostra Fondazione quello per una etica economica globale è un punto qualificante e un tema importante. Nelle corporazioni e in innumerevoli forum abbiamo portato a discussione questo tema e insieme a esperti abbiamo cercato il modo di far entrare l’idea di Weltethos nella pratica di imprenditori e manager. Nel 2009 gli scopi principali erano quelli di elaborare un manifesto per l’etica economica mondiale che venne ultimato nel 2011 grazie all’impegno della Fondazione Karl Schlecht e la creazione dell’Istituto Etica Mondiale presso l’Università di Tubinga con la direzione del professor Claus Dierksmaier. Il punto nodale del nostro lavoro, accanto ad altri, è quello di dedicarsi alle domande dell’etica economica globale e cercare, soprattutto con gli organi esecutivi di domani, di sensibilizzare e qualificare tali domande.

Con questo giungo a concludere.

- Spero che la nostra piccola ma importante Fondazione Etica Mondiale continui a svilupparsi anche sotto la nuova direzione, come ha fatto sino ad ora.

- Con il presidente del Tribunale di Stato del Baden Würtenberg Eberhard Stilz – egli si presenterà più tardi – abbiamo trovato un uomo eccezionalmente qualificato, scelto grazie al suo passato, alle sue esperienze politiche in diversi ambiti, per la sua lunga attività di Giudice Supremo e mediatore, e infine per la sua attività internazionale per la costruzione del sistema giudiziario in Sassonia, nel Caucaso e in Cina.

- Spero così che la nostra Fondazione mantenga un ruolo di attore globale e di incrementarlo in modo tale che la sua voce sulle questioni etiche possa essere ascoltata al di sopra delle frontiere e delle culture e le sue idee e concetti aiutino sempre più persone unendole nel loro quotidiano lavoro agendo con comportamenti etici.- Infine spero che la nostra Fondazione possa trovare anche in futuro sostenitori in grado di capire che l’investimento nella diffusione dei valori e del dialogo interculturale è un investimento nella sicurezza delle fondamenta della società e la condizione irrinunciabile per la pace, la giustizia e la felicità umana.

Il nostro convincimento rimane: Nessuna sopravvivenza del nostro pianeta, nella pace, nella libertà e nella giustizia, senza un’Etica Globale, un’etica umana, un’etica mondiale.

Traduzione dal tedesco di  Enrico Sciarini (Segrate - MI)




Lunedì 02 Settembre,2013 Ore: 07:10
 
 
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