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www.ildialogo.org DONNA SACERDOTE? MA CON QUALE CHIESA? LE RAGIONI DELL'ESCLUSIONE E LE CRITICHE ALLA STRUTTURA MASCHILISTICA E SACERDOTALE DELL'ISTITUZIONE CHIESA, DI VITTORIO MENCUCCI, IL POZZO DI GIACOBBE,DI CARLO CASTELLINI

DONNA SACERDOTE? MA CON QUALE CHIESA? LE RAGIONI DELL'ESCLUSIONE E LE CRITICHE ALLA STRUTTURA MASCHILISTICA E SACERDOTALE DELL'ISTITUZIONE CHIESA, DI VITTORIO MENCUCCI, IL POZZO DI GIACOBBE

DI CARLO CASTELLINI

CHI E' VITTORIO MENCUCCI?
E' un presbitero cattolico dal 1961. Laureato in filosofia e Teologia., dopo anni di insegnamento preso vri licei statali, ha diretto il reparto di Filoosofia della UNIVERSITA' PER GLI ANZIANI, organizzata dal Comune di Senigallia., ha fondato e diretto il gruppo AMICI DELLA FILOSOFIA, è stato Presidente della SCUOLA DI PACE “Vincenzo Buccelletti” ed è membro effettivo della ACCADEMIA MARCHIGIANA DI SCIENZE LETTERE E ARTI. Attualmente è parroco nella chiesa SAN GIOVANNI BATTISTA di SCAPEZZANO DI SENIGALLIA (AN).
IL MIO COLLOQUIO CON L'AUTORE.
Ho fatto fatica a scovarlo, passando attraverso differenti intermediari, ma alla fine sono riuscito a parlargli a tu per tu. Ne è valsa la pena perché Vittorio, è persona garbata, accogliente per nulla affettato. E le idee espresse nel suo opuscolo, piuttosto tascabile, è ricco di idee e di spunti, ben collegati tra loro, con la chiarezza tipica di chi ha insegnato per tanti anni nei licei statali di Senigallia. Ricco di studi filosofici e teologici e di contatti continui con gli studenti, ha maturato un concetto intelligente e rispettoso di laicità che in genere è difficile trovare
in uomini di chiesa, un po' struttturati e clonati allo stesso modo. Mencucci fa eccezione e rimane fedele al suo stile e alla sua coerenza, valore da non dimenticare in una chiesa marchigiana storicamente marcata da strutture pontificie di tipo feudale. Abbiamo parlato un po' di tutto, al telefono, ancora quello fisso, data l'età, non usa molto il computer, incomincia ad avere problemi di lettura, ma lo senti solidale, non lagnoso. Ha la chiarezza espositiva fluente, non appesantita anche se documentata, ed anche la questione femminile e la valorizzazione della donna nella Chiesa, ottiene una esposizione pacata, oggettiva, non inquinata da fanatismi, o ideologie o slogan gridati. Alla fine ti trovi davanti un quadro sereno ed ed orientante, rispettoso di documenti ufficiali, ma anche di stimoli e proposte per orientarsi verso una visione di Chiesa più includente, meno narcisistica e maschilista, e più attenta ad una vera valorizzazione della donna nella Chiesa, e non solo esaltata nei documenti ufficiali, ma ancora troppo misconosciuta nelle prassi ecclesiali.(Carlo Castellini).
IL SENSO DI QUESTO LIBRO.
Nel medioevo si riteneva che la donna fosse esclusa dal sacerdozio perchè inferiore all'uomo per natura e quindi non adatta a un mininstero direttivo. Dio crea la donna perchè sia di “aiuto” all'uomo, ciò comporta che la donna non abbia un'identità autonoma, ma è in funzione dell'uomo. Per secoli questa è stata la fede indiscussa di tutta la cristianità. Poi il vento della modernità ha spazzato via queste false certezze. Pur crollato il fondamento dell'inferiorità della donna, l'esclusione dal sacerdozio rimane. Si trova un altro fondamento: la metafora nuziale tra Cristo uomo-sposo e la Chiesa donna-sposa, quindi il ministro che agisce in persona Christi deve essere uomo – maschio. A parte l'inconsistenza del fondamento, perchè le metafore servono per spiegare, mai per dimostrare, è curioso notare come una convinzione permanga non ostante il crollo delle motivazioni su cui poggia. Gesù non ha mai usato il termine sacerdote, che compare all'interno della comunità cristiana solo nel terzo secolo. Nel contesto cristiano ha senso il sacerdote o l'apostolo? C'è una differenza essenziale. Allora ciò che deve essere messo in discussione nella istituzione della Chiesa è la struttura maschilista e sacerdotale. (VITTORIO MENCUCCI).
L'ESCLUSIONE DELLA DONNA DAL SACERDOZIO: LA SITUAZIONE OGGI.
Nel cielo della MODERNITA' brilla come stella il DE EHOMINIS DIGNITATE, scritto da PICO DELLA MIRANDOLA nel 1846. La modernità si caratterizza per il riferimento a questo punto luminoso, il suo sviluppo ha come filo conduttore il diffondersi della sua luce. L'uomo prende coscienza di essere identità irripetibile, libero, capace di scelta, responsabilearbitro del proprio destino storico.
Anche la STORIA acquista pian piano un nuovo significato: non è l'eterno ritorno di una ciclicità stabilita dal fato, in cui l'uomo nulla può decidere, né lo scorrere di eventi accidentali su una sostanza immiutabile, ma un PROCESSO attraverso cui l'uomo prende coscienza di sé re si plasma continuamente in rapporto alla propria consapevolezza.
IL MEDIOEVO era strutturato secondo il modello opposto della subordinazione entro lo schema della società patriarcale. Anche Dante, espressione più intelligente e innovativa del medioevo, concepisce l'uomo come un cavallo scalpitante che ha bisogno delle guide: il Papa che lo moderi e lo guidi verso il destino eterno; e l'imperatore che lo tenga a freno nei suoi istinti per costruire qui in terra una società pacificata.
Il MEDIOEVO vive sotto il giogo dell'eteronomia, che impone la sottomissione la potere sia esso ETERNO PADRE che l'ultimo della gerarchia feudale. L' ETA' MODERNA apre un orizzonte infinito dove brilla la costellazione della LIBERTA', affinché l'uomo trovi in sé le risorse e l'orientamento per realizzare la pienezza della propria identità.
L'UMANESIMO nasce nel clima culturale del PLATONISMO e delinea un modello astratto dell'uomo, valido solo per quei pochi fortunati che vivevano alle corti delle signorie italiane. Tuttavia questo modelo ha una grande forza pervasiva e pian piano contagia tutte le coscienze, da quella del mercante a quella del servo della gleba e, da ultimo, anche quella della DONNA.
Mentre il mondo cattolico ha guardato in maniera sospetta all'EMANCIPAZIONE DELLA DONNA, papa GIOVANNI XXIII interpreta in maniea positiva questo fenomeno come “SEGNO DEI TEMPI” in cui Dio si rivela presente nella storia. Era inevitabile che questo suscitasse un nuovo problema all'interno della CHIESA nella sua organizzazione : la possibilità di accedere nei RUOLI DI RESPONSABILITA' all'interno della stessa gerarchia.
Il dibattito si fece presente quando la CHIESA ANGLICANA E poi altre chiese protestanti ordinarono le DONNE AL SACERDOZIO e all'episcopato. Per bloccare l'opinione pubblica sempre più diffusa aperta a nuove esperienze, GIOVANNI PAOLO II interviene d'autorità con la LETTERA APOSTOLICA ORDINATIO SACEDOTALIS (22 maggio 1994):
“Pertanto, al fine di togliere ogni dubbio su di una questione di grande importanza, che attiene alla stessa divina costituzione della Chiesa, in virtù del ministero di confermare i fratelli, dichiaro per che la Chiesa non ha in alcun modo la facoltà di CONFERIRE ALLE DONNE L'ORDINAZIONE
SACERDOTALE e che questa sentenza deve essere tenuta in modo definitivo da tutti i fedeli della Chiesa” (n. 4).
Di fronte allo sconcerto lasciato da questo intervento così forte, tanto da sembrare una DEFINIZIONE DOGMATICA che avrebbe tolto ogni possibilità di discussione, la CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE ha in seguito precisato che si tratta “nel caso presente di un atto di magistero papale ordinario in sé non infallibile”. Questo ci permette di riprendere il dibattito in questione.
La lettera apostolica richiama i documenti precedenti e ne riprende i contenuti: INTER INSIGNIORES (15 ottobre 1976), MULIERIS DIGNITATEM (15/8/1988), CHRISTIFIDELES LAICI (30 DICEMBRE 1988), CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA (1992). ( Fine prima parte, continua, A cura di Carlo Castellini).



Mercoledì 26 Febbraio,2020 Ore: 17:21
 
 
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