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www.ildialogo.org RIPENSARE LA FEDE NELLA FEDELTA' A CRISTO E AL PROPRIO TEMPO, CRITICA AL RITARDO CULTURALE ALLE OMELIE, DI VITTORIO MENCUCCI E LUIGI GIANANTONI, ED. IL POZZO DI GIACOBBE,DI CARLO CASTELLINI

RIPENSARE LA FEDE NELLA FEDELTA' A CRISTO E AL PROPRIO TEMPO, CRITICA AL RITARDO CULTURALE ALLE OMELIE, DI VITTORIO MENCUCCI E LUIGI GIANANTONI, ED. IL POZZO DI GIACOBBE

DI CARLO CASTELLINI

CHI E' VITTORIO MENCUCCI?
E' presbitero della diocesi di Senigallia, sin dal 1961, laureato in Filosofia e Teologia, ha insegnato Storia e filosofia nei Licei statali della città.
CHI E' LUIGI GIANANTONI?
E' presbitero della diocesi di Senigallia, ha conseguito la Licenza in Teologia Morale all'accademia Alfonsiana nel 1983 e il dottorato in Teologia biblica alla Pontificia Università Gregoriana.
Insegna Sacra Scrittura in Corsi di teologia per laici e in gruppi parrocchiali.
CHE SENSO HA QUESTO LIBRO?
Mentre la ricerca teologica è all'altezza della cultura moderna, la fede del nostro popolo sostenuta dalla predicazione ordinaria della omiletica domenicale è ancora fissata allo schema tradizionale tra mito e dogmatismo, senza un minimo di senso critico. Perciò accade che tanti abbandonino la pratica della fede con un senso di sdegnosa superiorità, come di fronte ad un residuo del Medioevo. Il testo vuol dimostrare che è possibile assumere un senso critico della tradizione storica in funzione di un ripensamento con le nuove categorie, tanto da poter essere fedeli a Cristo e al nostro tempo in piena libertà. Nel cristianesimo di Dio, fatto carne come la nostra, si può parlare solo con il nostro linguaggio. A lui non si addice il tono trionfale della sacralità inaccessibile e della maestà che si colloca “nell'alto dei cieli” come continuamente risuonano nelle nostre chiese. D'altra parte non è vero che il testo biblico si perda nel mito e nella barbarie. Invece può essere letto con i nuovi strumenti della critica e rivelare orizzonti insospettati aperti al dibattito sulla modernità. (Gli Autori).
DOMANDE PER CAPIRE MEGLIO LA CRISI DI OGGI...
Le chiese sono sempre più vuote e i preti diminuiscono. La crisi non dipende da qualche circostanza occasionale, come la pedofilia e la violenza sessuale sulle suore, pur cose gravissime, ma da situazioni strutturali.
QUAL E ' IL RUOLO DELLA RELIGIONE OGGI?
Nella società del disincanto e della secolarizzazione la religione è cosa marginale; in più il cattolicesimo conserva alcune strutture della civiltà medievale, non ha fatto i conti con il proprio passato, sembra che abbia paura della propria ombra.
E DEL CLERO COSA DIRE?
Innegabile la chiusura identitaria nel ghetto del clero o inadeguato ruolo della donna in un tempo in cui alcune donne assumono i ruoli più importanti nella guida dell'Europa.
E DI ALCUNI SCANDALI DI CARDINALI COSA DIRE?
Marginali, ma di effetto le vesti di porpora, i titoli onorifici e gli stemmi nobiliari: non si sono accorti che il carnevale è finito e vanno ancora in giro con le maschere!
QUALI LE REAZIONI DELLA GENTE?
Molti preferiscono stare fuori da questa chiesa clericale, anche se sentono il fascino del messaggio evangelico, si definiscono credenti, ma non praticanti.
MA CHE DIRE DELLA MASSA DEI FEDELI?
Mentre la ricerca teologica è oggi all'altezza della cultura contemporanea, la massa dei fedeli vive una fede fossilizzata nelle forme abitudinarie.
E DEL RITARDO CULTURALE DELLE OMELIE'?
Le omelie domenicali non fanno che ripetere la parafrasi del brano evangelico con qualche ritocco di sentimentalismo, senza rendersi conto della diversa civiltà in cui è stato scritto e l'evoluzione culturale di cui siamo figli. Si riscontrano una evidente carenza della cultura del nostro tempo per cui si dicono cose insignificanti, e, allo stesso tempo, un'inadeguata comprensione della parola di Dio.
EPPURE L'OMELIA RIMANE STRUMENTO DI....
Eppure non ostante il grande potere dei sempre nuovi mezzi di comunicazione forniti dalla tecnologia, l'omelia conserva la sua efficacia, principalmente perchè permette un guardarsi in faccia tra persone che si riconoscono nella loro particolare identità.
E CHE DIRE DELL'UDITORIO DELLE OMELIE?
La dimensione dell'uditorio è legata ad una località che spesso si caratterizza come comunità che ha un suo luogo dove riunirsi, vive le sue tradizioni, di fronte a sé ha una persona conosciuta e accreditata che può parlare un quarto d'ora la settimana per un quarto d'ora circa, all'interno di un rito che ispira ossequio e accoglienza. C'è un calore ci umanità che il mezzo tecnologico non può trasmettere.
ALLORA SONO DA SCARTARE?
Le omelie possono avere anche oggi una grande forza per la diffusione delle idee; purtroppo di fatto rimangono nell'ombra della marginalità, perchè sono la ripetizione del sempre già detto che scade nell'ovvietà scontata e considerata non pertinente alla vita reale.
COSA FARE PER INVERTIRE LA TENDENZA?
E' dunque necessario curare l'omelia come uno degli strumenti più efficaci della trasmissione della fede, perchè crea la prospettiva mentale che dà senso alla celebrazione eucaristica del dies Domini e con la sua metodicità genera l'acculturazione del cristianesimo.
IL VOSTRO TESTO COME AFFRONTA LA QUESTIONE?
Il testo che presentiamo affronta questa duplice problematica. La figura del Cristo rimane ancora racchiusa nell'orizzonte del sacro con tonalità misticheggianti in funzione consolatoria. Il cristianesimo viene ancora concepito con le comuni categorie delle altre religioni, senza comprendere la novità di un Dio fatto uomo che sconvolge i parametri delle religioni tradizionali e offre una sponda all'umanesimo dei nostri giorni.
SIAMO POI ANALFABETI DELLA BIBBIA....!
La conoscenza della Scrittura è ancora troppo episodica e superficiale, per cui la spiegazione omiletica finisce per essere un arrangiamento occasionale che, oltre ad essere fuori dal nostro tempo, travisa anche il cammino storico della rivelazione.
NON CI INTERESSA IL SUCCESSO EDITORIALE.....
Tanto GIANANTONI, quanto io MENCUCCI, autori del testo rifiutiamo la presentazione di qualunque celebre scrittore per reclamizzare il libro. A noi on interessa il successo editoriale, né il profitto. Siamo due persone che hanno studiato con libertà di pensiero e onestà, ci siamo formati in mezzo alla gente, desideriamo comunicare ciò che viviamo dentro di noi come proposta a chi soffre la stessa nostra pena e vuole condividere il problema. Ringrazio la dott. LUCIA SPINOZZI per la paziente correzione dei miei errori. (VITTORIO MENCUCCI, a cura di Carlo Castellini).



Sabato 15 Febbraio,2020 Ore: 21:12
 
 
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