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www.ildialogo.org Antonio Montagnese: Una storia da far conoscere alle giovani generazioni,di Rocco Altieri

Antonio Montagnese: Una storia da far conoscere alle giovani generazioni

di Rocco Altieri

Presentazione
Antonio Montagnese, avvocato calabrese di Serra San Bruno, ha conservato sempre nel suo cuore, come ricordo d’infanzia, questo racconto antico della sua terra, una storia vera, ma che ha quasi le caratteristiche irreali di una favola ancestrale, sentita raccontare in famiglia, dalla gente del suo paese di Nardo di Pace, dove i nonni erano soliti raccontare ai bambini i propri ricordi del tempo di guerra, quasi a esorcizzare il ripetersi di immani sciagure, scatenate da forze lontane, oscure, demoniache, indecifrabili.
Qui la narrazione si rivolge alla biografia di un uomo che la guerra l’ha rifiutata, un giovane semplice, un boscaiolo analfabeta, che al momento della chiamata alle armi istintivamente si rifiuta, nascondendosi negli impervi boschi della Serra calabrese, in luoghi inaccessibili e inospitali che solo lui conosce, in anfratti ove nei secoli hanno trovato rifugio e protezione eremiti in fuga dall’Oriente e briganti di ogni sorta.
Antonio, diventato adulto, acculturatosi a Pisa nelle scienze della giurisprudenza e nella pratica professionale forense, ha sentito il bisogno interiore, dopo tanti anni, di condividere e far conoscere questa storia antica di disobbedienza civile a una legge ingiusta, dove l’anima profonda del Sud cercò di sottrarsi all’imposizione tirannica della leva obbligatoria, introdotta dopo l’Unità d’Italia dalla monarchia sabauda, secondo un subdolo piano di dominio coloniale, di totale soggezione, attraverso il servizio militare, delle masse popolari.
In tanti furono i giovani meridionali che, come il giovane boscaiolo calabrese, rigettarono d’impulso la retorica della patria, che voleva strapparli alla loro terra per portarli a combattere nemici immaginari, sconosciuti, morendo per questo a migliaia, inclusi negli elenchi mortuari alla base dei monumenti ai caduti costruiti in ogni paese, a ricordare l’immane follia della guerra e infauste politiche di potenza, completamente estranee alla misera vita dei contadini.
Qui, grazie ad Antonio, conosciamo una vicenda nascosta, che non è nei libri di storia, ma che va preservata nella memoria collettiva, nella cultura dei giovani, la dolorosa esperienza esistenziale di un giovane calabrese che volle sfuggire alla fatalità della guerra, facendosi renitente alla leva, obiettore di coscienza ante litteram.
Di tali storie abbiamo bisogno in un momento in cui la propaganda edulcora la guerra, la ripropone surrettiziamente ai giovani disoccupati come unica e sicura prospettiva di lavoro nelle forze armate, impegnate, così viene detto, non più in azioni belliche, ma in “nobili missioni di pace”, per esportare nel mondo la democrazia e difendere i diritti umani. Nel linguaggio falsificante dei moderni mass-media la guerra è diventata abnegazione, aiuto internazionale e solidale!
In realtà, il complesso militare sottrae all’economie rurali, ai bisogni sociali fondamentali delle popolazioni, risorse essenziali che vengono bruciate nella corsa ad armamenti sempre più sofisticati: droni, bombardieri, navi, sommergibili, missili, bombe atomiche da cui non c’è scampo o difesa.
È ora di dire basta! La storia di questo testimone solitario della Calabria rurale del secolo scorso può aiutarci a una maggiore consapevolezza, a prendere le distanze da un sistema bellico che oggi cerca di corrompere e comprare la vita e il futuro dei giovani meridionali.
La scrittura di Antonio ha pregi letterari notevoli. È sommessa, piana, asciutta, essenziale, secondo il carattere montanaro della sua gente, priva di inutile e fatua retorica. Eppure avvertiamo nelle sue parole una vibrazione, una profonda empatia, quasi una identificazione col protagonista.
Di questo scritto auspichiamo la lettura nelle scuole distratte dell’Italia contemporanea, allo scopo di educare alla pace, come contributo originale e importante al patto educativo globale promosso per il 2020 da Papa Francesco.



Martedì 04 Febbraio,2020 Ore: 23:05
 
 
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