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www.ildialogo.org ALCUNE INTERPRETZIONI DEL CRISTIANESIMO DA HEIDEGGER A JACQUES DERRIDA, IN “PAOLO E I FILOSOFI”, DI TIZIANO TOSOLINI, MARIETTI 1820 EDITORE,a cura di Carlo Castellini

ALCUNE INTERPRETZIONI DEL CRISTIANESIMO DA HEIDEGGER A JACQUES DERRIDA, IN “PAOLO E I FILOSOFI”, DI TIZIANO TOSOLINI, MARIETTI 1820 EDITORE

a cura di Carlo Castellini

CHI E' TIZIANO TOSOLINI?
Saveriano, è Docente alla Pontificia Università Gregoriana, dirige il Centro di Studi asiatico di Osaka, in Giappone, ed è ricercatore al Nanzan Institute for Religion and Culture di Nagoya. E' intervenuto con il biblista Flavio Dalla Vecchia ed il filosofo Salvatore Natoli presso il salone Romanino dei Saveriani di via Piamarta, ) in Brescia, per la presentazione e illustrazione del suo libro.
PERCHE' HA SCRITTO QUESTO LIBRO?
Il primo incontro di Paolo con i filosofi risale al tempo in cui l'apostolo si trova ad Atene. Incuriositi dai suoi strani discorsi, alcuni epicurei e stoici lo invitano a parlare davanti all'Areopago. Ma quando lo sentono argomentare sulla resurrezione dei morti lo deridono e lasciano la platea. Due millenni più tardi, l'attualità delle lettere paoline riecheggia nella riflessione filosofica che si confronta con la nascita del cristianesimo. Questo volume che colma un vuoto nella saggistica sul tema – prende in esame le riflessioni di HEIDEGGER, BADIOU, ZIZEK, TAUBES, AGAMBEN, FOUCAULT, VATTIMO E DERRIDA.
BREVI CENNI CRONACA DI UN INCONTRO MODERNO.
E' proprio l'Autore Prof. Tiziano ad accoglierci proprio nello spazio antistante il salone Romanino di via Piamarta, 9. Gli stringo la mano e gli dico che noi ci siamo già conosciuto alcuni anni or sono nel salone Comboni di viale Venezia, 116. Lui cerca di ricordare e mi sorride dicendo che sì, è probabile, dato che loro sono spesso richiesti negli stessi luoghi. A fare gli onori di casa Padre Mario Menin, direttore della rivista MONDO E MISSIONE, con la quale fa conoscere ai lettori le tematiche della Missione e delle problematiche ad esse legate. Sono presente con Piero Alghisi, attento lettore e interessato a questi temi della ricerca di senso, sia per la filosofia che per la storia della chiesa e della teologia. Per commentare il libro dell'A. Sono presenti due figure di spicco: per l'aspetto biblico DON FLAVIO DALLA VECCHIA, Docente ordinario di Esegesi Biblica presso la Cattolica di Milano e di Brescia, e membro qualificato della RETE DEI VIANDANTI, e Animatore della Pastorale biblica a Brescia; mentre per le riflessioni filosofiche presta la sua opera di esperto il prof. SALVATORE NATOLI, noto conferenziere e riconosciuto comunicatore di temi filosofici ma anche biblici, di varia natura.
L'incontro è stato molto interessante, non solo per l'approfondimento tematico, ma anche per le implicazioni legate alla personalità di Paolo di Tarso ed alle letture che i filosofi moderni hanno realizzato con le sue Lettere; ed alle necessarie conclusioni cui sono giunti con le loro letture filosofiche inserite però nei loro schemi culturali. Peccato che non sia rimasto tempo per le domande del pubblico presente, silenzioso attento e motivato. Era presente Suor LAURA delle Paoline per la distribuzione del libro dell'Autore.
QUALI SONO I CONTENUTI EMERSI?
I relatori, cui è stato concesso un congruo tempo per i loro interventi, hanno espressi loro commenti a partire dell'idea centrale dell'Autore. Questi ha sottolineato come dai tempi di Paolo dal suo Discorso tenuto all'Areopago, i filosofi col passar del tempo, a differenza degli epicurei e dei cinici di quel tempo, come riferisco o gli Atti degli Apostoli, abbiano preso in maggiore considerazione i Discorsi legati legati al problema non solo della Risurrezione ma anche a tematiche religiose che prima esulavano dai loro pensieri e dalla loro argomentazione filosofica.
Sistematica.
DON FLAVIO DALLA VECCHIA, ha accennato all'ambiente culturale e alle idee dominanti ai tempi di Paolo di Tarso, al tema della “parusia”, intesa come seconda venuta del Cristo, e attesa desiderata dai cristiani delle primitive comunità cui sono indirizzate le Lettere di Paolo, che invitano alla conversione ed alla sorveglianza sul corpo ma anche dello Spirito.
BADIOU - ad esempio,ci presenta PAOLO come fondatore dell'universalismo il cui messaggio è oggi più che mai, necessario in un mondo frantumato da particolarismi e da pericolosi relativismi politici e culturali.
ZIZEK - sostiene che la teologia paolina permetta al soggetto di liberarsi dalla perversa circolarità della legge e della sua trasgressione , ch egli vede incarnate nella società edonistica contemporanea
T A U B E S - si accosta a Paolo convinti che l'amore versoil prossimo non si traduca in sentimentalismo, ma anzi,rappresenti l'ingrediente fondamentale per fronteggiare i vari “Imperi” e i vari “Cesari” che alimentano i nazionalismi odierni.
A G A M B E N . Riflette sui primi versetti della lettera aiRomani con l'intento di indagare quella particolare congiuntura di memoria e speranza, passato e futuro,assenza e presenza, che caratterizza il tempo messianico. Altri pensatori, invece, concentrano il loro interesse su alcuni vocaboli utilizzati dall'apostolo nei suoi scritti.
H E I DD E G G E R - intende studiare il “come “ e il “modo” in con cui i contenuti della vita cristiana, debbano essere attuati.
V A T T I M O - vede nella kenosis il tratto caratteristico della società post-moderna, che si distanzia da quella forma di struttura forte e sacrale m,per dare spazio alle molteplici interpretazioni del reale..
F O U C A U L T - indaga il concetto di dire-il -vero delineando i vari significati che questo termine ha assunto a partire dalla filosofia antica fino alle soglie del cristianesimo.
D E R R I D A – infine, intraprende un dialogo con Paolo esplorando le tematiche della circoncisione e della logica del velo, sottoponendole al vaglio della sua peculiare pratica decostruzionista”.
Il pensiero paolino sembra dunque rieccheggiare all'interno dei vari circoli filosofici, e questo nostro testo si propone di offrire un ulteriore contributo al dibattito contemporaneo, ripercorrendo le idee principali elaborate dai filosofi appena menzionati. Tuttavia, prima di addentrarci nelle opere di questi pensatori, è necessario evidenziare alcuni tratti caratteristici che accomunano la loro peculiare interpretazione delle LETTERE PAOLINE.
IN PRIMO LUOGO,
si deve notare che per lo più che questi filosofi non appaiono prestare una sufficiente attenzione al nucleo fondamentale della teologia paolina, cioè il messaggio della risurrezione – né tantomeno essere consapevoli che proprio questo evento aveva dato vita alle comunità cristiane, poi destinatarie ella maggior parte delle lettere dell'apostolo. In altre parole, svuotando il contenuto dei testi della della loro carica religiosa e spirituale, questi filosofi leggono gli scritti di Paolo come fossero dei trattati 0 dei saggi di filosofia antica – rivelandosi così eredi (in maniera consapevole o meno) della secolarizzazione del pensiero paolino operata da Nietzsche.
IN SECONDO LUOGO,
questi pensatori appaiono più attenti a selezionare e a estrapolare dal corpus paolino alcuni brani o versetti, con il solo scopo di avvalorare o sostenere le proprie argomentazioni filosofiche, che a lasciarsi interrogare ed entrare in dialogo con quanto l'apostolo vuole trasmettere. Detto altrimenti: questi filosofi si concentrano su alcune isolate nozioni paoline, “traducendole” all'interno all'interno della soluzione filosofica che intendono offrire ai propri lettori. Questa indebita appropriazione di Paolo e del suo pensiero, appare come un caso emblematico della “morte dell'autore” vaticinata da ROLAND BARTHES, cioè di quella lettura che si sbarazza della necessità di ricorrere all'intenzione dell'autore, per conversare solo con la rete acefala dei testi e favorirne così una lettura puramente sincronica.
UN ULTERIORE OBIETTIVO
di questo nostro studio sarà quindi quello di “ri-dare” voce a Paolo, affinchè il suo messaggio sia debitamente contestualizzato, e le sue parole non smettano di interpellarci, di diventare di diventare interlocutrici di giudizio e di grazia, di trasformarci come individui, di sovvertire i nostri idoli e di guarirci dalle nostre illusioni e ambizioni.
E COME CONCLUSIONE?
Allo stesso tempo riteniamo però importante sottolineare che queta lettura “secolare” operata dai filosofi, potrebbe aiutare coloro che si dedicano agli studi teologici ed esegetici, a (ri)scoprire dei significati o dei val ori che a volte non sonosno presi in debita considerazione , proprio perchè l'interesse di questi studiosi è principalmente rivolto alle tematiche religiose. In altri termini siamo convinti che una lettura filosofica dei testi di Paolo possa contribuire ad approfondire quei richiami alla libertà, alla verità, alla giustizia, alla pace, all'ospitalità, all'equità, all'uguaglianza, alla pietà.....che trapelano dalle sue parole - parole che proprio per questo devono continuare a mantenere una loro “irriducibile alterità”, se si vuole evitare che vengano troppo presto diluite o incanalate nei mille rivoli delle disquisizioni teologiche o delle sottigliezze esegetiche. In definitiva quindi, e come ben afferma PETER FRICK, :Il problema è se una lettura puramente teologico-esegetica di Paolo è, al contempo, una lettura prettamente politico-filosofica di Paolo non siano letture che, più o meno, sospendono Paolo sia come autore che come altro”.
Osservare invece, come i filosofi odierni leggono Paolo, cogliere le loro intuizioni e le loro giustificazioni, aiuta a osservare da una diversa prospettiva le idee dell'apostolo e incoraggia a riscoprire al sua profondità spirituale e la sua carica innovativa. 8TIZIANO TOSOLINI, a cura di Carlo Castellini).



Giovedì 19 Dicembre,2019 Ore: 21:54
 
 
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