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www.ildialogo.org LE DONNE DEI PRETI, DI MARISA FUMAGALLI.,DI CARLO CASTELLINI

LE DONNE DEI PRETI, DI MARISA FUMAGALLI.

DOMANDE URGENTI E RISPOSTE INTELLIGENTI, STORIE E DRAMMI, MA ANCHE AMORI FINITI BENE


DI CARLO CASTELLINI

CHI E' PETR ZIVNY?
Trentasettenne, di nazionalità cieca, laureato in Teologia e Psicologia presso l'università CARLO di PRAGA. Prima di trasferirsi nel nostro Paese, ha svolto la sua attività nelle ex-Cecoslovacchia. Oggi ZIVNY dirige l'Istituto di Psicologia dell'università Internazionale di Milano. E ormai da un quindicennio si dedica come consulente e psicoterapeuta, ai vescovi, ai sacerdoti cattolici, e alle loro mogli. Studia inoltre il rapporto tra formazione religiosa e salute mentale.
LE DOMANDE URGENTI.
D. “Professore ZIVNY, quali rischi corre una donna che si innamora e sposa un prete? Rispetto ai matrimoni tra laici, quali difficoltà caratterizzano questo genere di rapporti?
R. “Si tratta di unioni ad altissimo rischio. Per una ragione precisa: la formazione del sacerdote. Che comincia dal seminario, dove, adolescente, viene educato nell'idea ossessiva di essere un prescelto da Dio, un privilegiato. Un “diverso”, in virtù dell'altissima vocazione al sacerdozio. Senza contare le pressioni psicologiche finalizzate a inculcare in lui l'esaltazione della purezza e la negazione del sesso. Castità e celibato promessi ancora prima dell'ordinazione, culminano in un solenne giuramento o in un voto ancora più vincolante quando si tratta di un monaco. Con queste premesse, la personalità del seminarista non può uscirne che deformata. La psiche viene deformata profondamente. Di conseguenza, il prete che, poi, si trova coinvolto in una relazione amorosa, che pensa al matrimonio, deve fare i conti, spesso molto pesanti, con la sua personalità complessata. Tra l'altro, non ha esperienza con le donne, e del sesso di solito, conosce solo la masturbazione o l'omosessualità”.
PROSEGUE ZIVNY: “Il prete è destinato a rimanere un eterno adolescente. Il suo sviluppo praticamente si ferma ai quindici anni.......Inoltre, l'educazione repressiva ricevuta, smorza la sua spontaneità, e, al contrario enfatizza l'autocontrollo. A controllarlo, del resto, pensano i fedeli. Che seguono, passo passo, le sue azioni ed i suoi comportamenti. Conclusione? Il marito-sacerdote nella coppia e nella famiglia, rischia fortemente di caratterizzarsi come elemento di squilibrio. Ciò detto, non bisogna generalizzare. In molti casi le eventuali difficoltà vengono appianate e, dunque, anche questo tipo particolare di unione funziona”.
DALLE SUE OSSERVAZIONI, TUTTAVIA, DOVREMMO PROVOCATORIAMENTE DEDURRE CHE è AUSPICABILE E CONVENIENTE CHE IL SACERDOTE NON ABBANDONI LA “VIA MAESTRA””?
R. “Affatto. Sono convinto del contrario. Personalmente mi batto contro il celibato obbligatorio, legge imposta dalla Chiesa cattolica di Roma, di cui i sacerdoti sono vittime. L'interdizione dal matrimonio è un vincolo che, a mio avviso, non ha fondamento nelle Sacre Scritture. Cristo, nel Vangelo, riferendosi agli “eunuchi che rinunciavano a a sposarsi per il regno dei cieli”, si pronunciava infatti in un contesto storico-sociale che esaltava l'obbligatorietà del matrimonio. Gesù, quindi, si prefisse di liberare la gente dall'obbligo di sposarsi......non di imporre la condizione opposta”. “Il celibato incalza ZIVNY, “ è solo una sovrastruttura ecclesiastica che si inserisce in una organizzazione paramilitare, nella quale i soldati, devono essere totalmente disponibili, anzi asserviti. Ascolti bene: alla Gerarchia non importa se un prete non è molto intelligente, conta innanzitutto che sia celibe. Per me, vale il contrario. E' meglio un sacerdote equilibrato, realizzato con moglie e figli (se lo desidera), che dedica magari meno tempo alla catechesi, ma lo fa con preparazione e competenza, piuttosto che un celibe poco preparato. In somma privilegio la qualità, non la quantità. Oggi, per esempio, si fa un gran parlare della crisi delle vocazioni occidentali, contrapposta all'incremento delle chiamate a Dio nei paesi del Terzo Mondo. Ebbene, non esito a dire che molte vocazioni africane o sudamericane, non sono di qualità. La Chiesa offre cibo, alloggio, affrancamento dalla povertà, privilegi,......e non è difficile capire perchè in certe regioni del mondo i preti non mancano. Del resto, molti di loro, non si preoccupano del celibato e vivono in totale promiscuità”.
DA PIU' PARTI TUTTAVIA, OGGI SI SOSTIENE CHE SIAMO VICINI ALLA FINE DEL CELIBATO OBBLIGATORIO. CHE LA CHIESA CATTOLICA, MAGARI COL PROSSIMO PAPA, RIVEDRA' QUESTA LEGGE. CHE, INSOMMA, I TEMPI SONO MATURI PER LA SVOLTA. DEL RESTO ANCHE GLI ULTIMI SONDAGGI, INDICANO CHE PERSINO MOLTI CATTOLICI PRATICANTI SONO FAVOREVOLI AL MATRIMONIO DEI PRETI. LEI CHE NE PENSA?
R. “Nella Chiesa tutto è possibile, ma io sono scettico. Certo, può venire un altro Papa GIOVANNI XXIII (egli dichiarò pressappoco così:”Potrei abolire il celibato con una firma, ma non lo faccio, tengo conto di un'esperienza millenaria consolidata”); tuttavia, nel panorama dei cardinali papabili vedo una linea fortemente ostile all'abolizione del celibato. Gli aperturisti sono una maggioranza senza potere”.
COME VALUTA QUESTA LINEA OLTRANZISTA DI CONSERVAZIONE?
R. “La Chiesa cattolica è una monarchia assoluta. Ed è per lo più circondata da forze che vogliono distruggerla. Dunque, dal suo punto di vista, occorre serrare i ranghi; occorrono soldati fanatici che difendono gli interessi della grande azienda vaticana. Permettere ai sacerdoti di sposarsi, significherebbe rivedere tutta la loro formazione. Significherebbe non riuscire più a incidere sulla loro psiche, sullo sviluppo emotivo e sessuale. I preti-mariti verrebbero influenzati, invece, dalle mogli; distratti dagli interessi familiari ed economici; meno assorbiti dalla spiritualità. Immagini i problemi! Per la Chiesa è molto più conveniente avere alle dipendenze dei robot che obbediscono ciecamente e non creano ostacoli”.
“SCENDIAMO NEL CONCRETO, osserva ZIVNY. “Prendiamo la contraccezione. Come è noto, i pronunciamenti della Chiesa cattolica sono contrari alla pillola e a tutti i metodi non naturali. La Gerarchia come la metterebbe allora con i sacerdoti sposati? Il loro dovere è di diffondere la Parola di Cristo e le direttive del Papa; ma essi stessi si troverebbero a vivere tutte le contraddizioni delle coppie cattoliche praticanti. Usare contraccettivi o fare troppi figli; per non parlare della cultura laica della della separazione e del divorzio, affermatasi nella società contemporanea. Paradossalmente, sarebbe stato più semplice per la Chiesa, chiudere col celibato obbligatorio cent'anni fa, quando l'istituzione del matrimonio era più forte. Oggi, rompere gli argini significherebbe mettere in pericolo l'autorità dei ministri di Dio. E se crolla tutto, preferisce non correre rischi”.
D'ALTRA PARTE, aggiunge ZIVNY
“....non mi convincono neppure le soluzioni di compromesso. Penso, ad esempio, alle regole della Chiesa cattolica di rito orientale. Qui, anche gli uomini già sposati, possono essere ordinati sacerdoti. Ma sono perplesso, perchè essi, rispetto ai celibi, vengono considerati preti di serie B. Se la moglie muore, infatti, al sacerdote è proibito prenderne un'altra. E inoltre nessun vescovo può essere sposato”.
LA CHIESA DI ROMA – LAMENTA ZIVNY, “è la chiesa dei vergini. Si comincia dalla Sacra Famiglia di Nazareth: vergine Maria, vergine Giuseppe, vergine Gesù. I santi? La maggioranza sono vergini. Da psicoanalista, dico che così la Chiesa di Roma dimostra grande immaturità. E non vuole crescere!”
VENIAMO AL TEMA PIU' SPECIFICO DELLA NOSTRA CONVERSAZIONE: LE DONNE DEI PRETI. PROF. ZIVNY, LEI, ATTRAVERSO LA SUA ATTIVITA' DI PSICOTERAPEUTA, HA AVUTO MODO DI AVVICINARNE PARECCHIE. C'E' UN FILO CHE LE UNISCE?
R. “Il sentimento d'amore per un prete attecchisce se il terreno è fertile. Voglio dire, che, di solito, colpisce solo un certo tipo di donne: le deluse, le idealiste, le romantiche. O, talvolta, coloro che (hanno un forte e a volte perverso) gusto del proibito. Infine, le situazioni limite: non di rado accade che la relazione sessual-sentimentale sia imposta alla donna, attraverso una sorta di plagio, dal prete – tiranno”.
PUO' RACCONTARMI QUALCHE CASO?
R. “Sì, cominciamo con una storia collettiva. Protagoniste una quindicina di donne, tutte invaghite del parroco del paese. Lui, convinto fino in fondo della regola del celibato, non si sognerebbe mai di fidanzarsi con nessuna. Ma accetta la corte delle parrocchiane. Loro gli scrivono, gli telefonano, gli mandano regali. E il prete ne è lusingato.
Concretamente si lascia andare solo a qualche carezza, forse a qualche bacio. Lui è un tipo alto, prestante. Dolce, sensibile. Tra le donne in competizione c'è una grande rivalità, si odiano perchè l'una ritiene che l'altra goda di maggiori attenzioni da parte del parroco, e così via”.
MA QUESTO CHE COS'E'? NON CERTO AMORE......
R. “Be', qui, oltre all'evidente gusto del proibito, scatta il desiderio di entrare nelle grazie di un uomo carismatico, di una star a modo suo. E l'essere prescelta da lui significa ottenere una sorta di riconoscimento, sentirsi privilegiata. In un certo senso, migliore delle altre......
“A questo proposito”, puntualizza il prof. ZIVNY, “mettere un prete celibe in parrocchia, secondo me, determina il rischio di situazioni patologiche. Molte donne, infatti sono portate a riconoscere in lui o il figlio o il padre. Se tenesse famiglia, invece, i vari elementi di tensione verrebbero disinnescati.
RICORDO IL CASO DI UNA QUARANTENNE,
NUBILE, ma con alle spalle una movimentata e insoddisfacente vita sessuale e sentimentale. S'innamora, ricambiata, di un sacerdote di sessant'anni, vergine. Un uomo all'antica, di quelli che portano ancora la tonaca e il cappello nero. Tra i due il rapporto clandestino va avanti un paio di anni, poi lui muore. Pensi che, in pubblico, si davano formalmente del lei, in privato erano due amanti appassionati. Si vedevano in automobile, lui praticamente nudo sotto la cronaca. Poi andavano a fare l'amore nei boschi.
“ERO INNAMORATISSIMA”, mi ha confidato la donna. “L'avrei anche sposato”. Adesso si sente vedova, e sola. Spesso va al cimitero a pregare sulla tomba del suo parroco.
“CONOSCO ANCHE LA STORIA DI UNA DICIASSETTENNE, VERGINE.
Sedotta dal sacerdote tra le mura della canonica. Un giorno la ragazza era su una scala e stava sistemando la tenda di una finestra, quando lui, all'improvviso l'ha abbracciata e portata a letto. Poi, voleva obbligarla a vivere in parrocchia. Il padre di lei è intervenuto e gliel'ha letteralmente portata via, strappandola dal destino di serva amante”.
MA E' FINITA MOLTO PEGGIO PER UN'ALTRA GIOVANE.......”.
R A C C O N T I
“Un prete di quarant'anni aveva al suo servizio una perpetua vedova, con una figlia trentenne. Il terzetto viveva assieme in canonica. A farla breve, il parroco intrecciò una relazione con la giovane. Non so quanto lei l'avesse desiderata o subita. Fatto sta che, morta la madre, fu costretta a restare presso il sacerdote. Ma, dopo qualche tempo, non riusciva più a sostenere la situazione di fronte alla gente, lui e lei, si trattavano con distacco formale; in privato erano amanti. La giovane avrebbe voluto andarsene, rompere il legame. Ma aveva paura, ed era soggiogata dalla personalità del parroco Sa com'è finita? Con un ricovero in ospedale psichiatrico. Lei è morta, lui vive ancora”.
SENTA PROF. ZIVNY, FINORA PIU' CHE RELAZIONI D'AMORE MI HA NARRATO DRAMMI E TRAGEDIE: MA VI SONO ANCHE STORIE POSITIVE. E, COMUNQUE SIA, MOLTE DONNE, SONO RIUSCITE A SPOSARE IL SACERDOTE AMATO. VOGLIAMO PARLARE DELLE MOGLI?
R. “La situazione, qui, effettivamente è diversa. A parte gli ostacoli familiari e ambientali, che generalmente incontra una donna che decide di sposare un sacerdote, una volta fatta la scelta, tende a vivere un normale rapporto di coppia. Attenzione: tuttavia, non è così facile. La moglie, infatti, si troverà sempre a fare i conti con i sensi di colpa di un uomo che non riesce mai a cancellare quel giuramento, “tu es sacerdos in aeternum.....”E spesso finisce che anche lei si sente una traditrice. Conosco coppie che, ogniqualvolta hanno rapporti sessuali,, chiedono perdono a Dio. Che non usano la contraccezione, perchè ancora fortemente influenzati dalle leggi della Chiesa. Che insomma, per tutta l'esistenza non riescono a cancellare quel “peccato originale”....Chi solitamente riesce a vivere con minore angoscia il rapporto matrimoniale, è il prete che ha dato un taglio netto con il passato.....Fino, in qualche caso, a diventare ateo......”
DI SOLITO, OSSERVA ZIVNY – LA MOGLIE SEGUE IL MARITO SACER
DOTE ANCHE NELLE IDEE.
“comunque, c'è in queste coppie, un forte desiderio di normalità, una corsa a inserirsi in una società laica, seguendone usi e costumi. E' raro, per esempio, che confessino ai nuovi amici, che “lui” era un sacerdote. A volte non lo rivelano neppure ai figli. E la più grande offesa che la moglie può arrecare al marito, (non è insolito che ciò accada) è, durante le liti, apostrofarlo ironicamente con frasi del tipo: si vede proprio che sei rimasto un prete!”
UN SOGGETTO A PARTE – SPIEGA ZIVNY
“è la moglie del sacerdote che non solo non nasconde la realtà, ma ne fa una ragione d'onore. Al punto da impegnarsi costantemente insieme al marito, a testimoniare nella società, con i comportamenti, un modello di coppia e di famiglia. Dall'educazione dei figli, all'impegno nelle opere sociali, allo stile di vita nel suo complesso, possiamo definire questa moglie “esemplare”. Lui è il tipo che, contrario, al celibato obbligatorio, anche dopo sposato continua serenamente a sentirsi prete, al punto da celebrare frequentemente la messa, in privato, o davanti ad una piccola comunità. Consacra il pane e il vino, distribuisce l'eucarestia. E lei lo assiste acquisendo quasi il ruolo di chierichetta.
UN ESEMPIO ESTREMO?
“Una coppia formata da un sacerdote cattolico e una sacerdotessa protestante. La conosco personalmente. Lui, privato forzatamente del ministero, ecclesiastico, si realizza collaborando con la moglie”.
MA IL CASO DAVVERO SINGOLARE DI UNA DONNA
Che ha sposato un prete per ispirazione soprannaturale, così almeno lei sostiene. E' la storia di una signora sposata con figli, che ad un certo punto della vita sente una voce che le dice: tuo marito morirà e tu sposerai la guida spirituale. Sconvolta racconta tutto al confessore. Che riferisce il fatto al vescovo e al Papa. Qualche tempo dopo la previsione si avvera: il marito di lei muore, mentre continuano le ispirazioni, attraverso la scrittura automatica. Che consiste, in pratica, nello scrivere parole e pensieri, come se fossero sotto dettatura. Ma, fisicamente a dettare, non c'è nessuno.
LA DONNA E IL DIRETORE SPIRITUALE SI UNISCONO IN MATRIMONIO. E la “voce” le indica la strada maestra.: dedicarsi alla battaglia in favore dei preti sposati. Così ormai da molti anni, la signora, assieme al marito, si batte con accesa convinzione. Contro il celibato.E lui, per la causa, ha anche fondato un movimento, chiamano a raccolta altri sacerdoti ammogliati”. (MARISA FUMAGALLI, LE DONNE DEI PRETI, a cura di Carlo Castellini).



Martedì 22 Ottobre,2019 Ore: 22:48
 
 
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