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www.ildialogo.org LA RELIGIONE E TEOLOGIA DI FRONTE ALLA CULTURA POST-MODERNA. QUALI LE SFIDE E LE PROSPETTIVE. ALCUNI FATTORI DELLA MODERNITA', DI SILVANO FUSTI,A CURADI CARLO CASTELLINI.

LA RELIGIONE E TEOLOGIA DI FRONTE ALLA CULTURA POST-MODERNA. QUALI LE SFIDE E LE PROSPETTIVE. ALCUNI FATTORI DELLA MODERNITA', DI SILVANO FUSTI

A CURADI CARLO CASTELLINI.

Al di là di ogni valutazione, questa è la situazione. Anche chi non la assume ne è assunto. Chi invece ha deciso di assumerla, non l'ha ancora digerita ed elaborata come alimento utile per vivere. Non è facile. Infatti chi sposa lo spirito del tempo, si ritrova presto vedovo. (W.R. JUGE); chi sposa la novità ultima, resta vedovo lo stesso giorno del matrimonio. Eppure non c'è alternativa, se voglio vivere qui e ora, nel mio spazio e nel mio tempo, unico modo per vivere. Perciò cerchiamo di vedere meglio cos'è questa nostra epoca moderna, quali sono i fattori che l'hanno prodotta e quali i fatti che essa produce. Se la realtà è nuova, nuovo deve essere il modo di pensare e di atteggiarsi. E' pericolosa la schizofrenia tra pensiero e realtà: porta alla pazzia e alla distruzione, a vivere un pensiero irreale o una realtà impensabile.
PAROLA E LIBERTA' NEI CONFRONTI DELLA REALTA'.
Abbiamo visto alcuni dei fattori che hanno prodotto la modernita'. Ora ci fermiamo a vedere meglio i fatti più visibili che essa produce, soprattutto per quello che concerne la libertà.
Prendiamo atto che ci si è progressivamente liberati nei confronti della realtà, della natura e della cultura.
“L'uomo è condannato alla libertà” (J. P. SARTRE). E non più come possibilità, ma come dato di fatto compiuto. Questa è la novità, rispetto a quando Sartre lo disse.
Cerchiamo di vedere questa situazione nuova, senza subito costringerla nella camicia di forza di ideologie religiose o laiche, varie forme di “fuga dalla libertà” (ERICH FROMM), che oggi la modernità ci propone e impone.
COS'E' LA LIBERTA' NEI CONFRONTI DELLA NATURA?
La libertà, già insita nella parola come libertà nei confronti ella realtà, grazie all'evoluzione tecnologica, si è effettivamente esplicata anche nei confronti della natura. Non nel senso che si sia sbarazzata da essa, almeno per ora! Sempre deve misurarsi col “dato di fatto”; ma con una conoscenza sempre più ravvicinata e approfondita della sua struttura, può intervenire, traducendo in atto le sue potenzialità, in una complessità sempre più vincolante in sé e libera nei risultati che interessano. La natura stessa è sempre pù l'ambito della cultura. Per la prima volta oggi l'uomo si sente praticamente LIBERO DAVANTI AL CREATO.
1. IL PRIMO GIORNO DELLA CREAZIONE (GENESI 1).
Dio fece il giorno e la notte. La separazione tra giorno e notte, La separazione tra giorno e notte – tempo disponibile e tempo indisponibile – luce e tenebra, vita e morte, è ciò che da sempre l'uomo ha cercato di vincere. Superare questa barriera e garantirsi tutto il tempo, la pienezza di vita, è il principio stesso della cultura. Il fuoco che da sempre l'uomo ha cercato, per fare di ogni tenebra luce. La cultura è il tentativo di superare il limite del primo giorno, e la sua cifra nella produzione della luce, energia pura.
2. IL SECONDO GIORNO DIO SEPARO' IL SOPRA DAL SOTTO, il qua dal là: fece lo spazio e le sue dimensioni. L'uomo da sempre ha cercato di eliminare le distanze con il movimento. Dopo aver lasciato il grembo e le braccia della madre, suoi primi vettori, si muove liberamente. I piedi, il cavallo e l'automobile, tutto lo porta altrove, lontano da dove è, verso dove ancora non è. Ma questo movimento è sempre stato vincolato allo spazio naturale in cui si trovava. Oggi, invece, ben più di Icaro, lasciata la terra, grembo originario, può innalzarsi, da tutto e volare, conservando dello spazio, come già detto, una immagine sempre più breve e fugace, tendente all'annullamento. Addirittura, con moto inverso, in tempo reale, con la velocità della luce, può essere presente altrove, in ogni luogo: pur restando fermo, tutto viene verso di lui.
3. IL TERZO GIORNO, DIO CREO' LA VEGETAZIONE,
Ogni pianta, con semi secondo la sua specie. Oggi l'uomo è in grado di abolire ogni separazione tra specie e specie, e crearne di nuove.
4. IL QUARTO GIORNO, DIO FECE LE LUCI DEL
FIRMAMENTO, con il sole e la luna che ritmano le stagioni. Oggi anche l'uomo ha posto in cielo le sue luci, ed è in grado, volendo, di variare tempi e stagioni.
5. IL QUINTO GIORNO, DIO CREO' GLI ANIMALI,
ognuno secondo la sua specie. Oggi l'uomo può far rivivere specie estinte e crearne di nuove. La biogenetica ha rotto la soglia di ogni separazione, e può porre le distinzioni e confusioni che vuole. Potremmo costruire chimere centauri, incrociare ogni specie.......anche un pomodoro con un elefante.
6. IL SESTO GIORNO, DIO CREO' L'UOMO A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, per “coltivare e custodire” il creato (Genesi, 2 15), e continuare e completare così la sua opera. Se per tanti millenni lo ha “custodito”, quasi difendendosi da esso, ora l'ha certamente “coltivato”: ha raggiunto nei suoi confronti piena libertà e disponibilità. Ogni limite è rotto, e l'uomo può fare ciò che desidera. Io, per esempio, potrei diventare zia di mia nonna, - superando tutte le barriere dello spazio. Del tempo, della biologia e della cultura! Tutto ciò che Dio fece,, “vide che era buono”. Dell'uomo addirittura “vide che era molto buono” (Genesi, 1 32): è a sua immagine e somiglianza.
Ora che è adulto e ha attuato le sue potenzialità, c'è forse da ricredersi? Prima si poteva agire solo”secondo natura”, senza poter interagire con essa se non minimamente; al massimo si poteva interromperla con violenza distruttiva. Ora, per la prima volta nella sua lunga storia, l'uomo è libero nei confronti della natura.
Questo fatto gli pone problemi totalmente nuovi per orientare il suo pensiero e la sua azione. Dato che una migliore conoscenza delle leggi di natura gli permette di gioca liberamente con essa, come la Sapienza creatrice alle origini del mondo (Proverbi 8, 22-31), quali saranno le regole del gioco?
E che dire quando con le attuali ricerche sulla “tecnologia della torsione”, secondo ANATOLIJ AKIMOV, giungeremo a costruire un computer “cosmico”, con il quale potremo effettivamente disporre dell'universo, interagendo in tempo reale, e solo mediante il pensiero, con tutte le particelle che lo
costituiscono?
Cose da vertigine, di cui ormai bisogna tener conto, con un'adeguata riflessione antropologica: avremo la possibilità di essere simultaneamente ovunque presenti, per operare ciò che vogliamo! Che sarà allora dell'uomo? Sarà davvero il figlio di Dio, pienamente realizzato a sua immagine?, secondo tutte le sue potenzialità? O, più probabilmente, porterà la cifra 666. il marchio della bestia apocalittica, fino ad ora ancora inimmaginabile (Apocalisse 13, 18)?
Da Adamo in poi l'uomo, non è forse incline a usare dei doni di Dio per nuocere a sé e agli altri, cambiando eventualmente, solo dopo aver fatto tutto il male possibile? Ormai può riuscirci!
Più che un'impensabile resipiscenza finale, ci salverà forse solo l'antica distinzione - se è vera! - tra essenza ed esistenza, traducibile col detto popolare:”Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare”? (SILVANO FAUSTI, a cura di Carlo Castellini).



Giovedì 22 Agosto,2019 Ore: 08:01
 
 
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