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www.ildialogo.org CRISTIANI E NON CRISTIANI, CREDENTI E NON CREDENTI SIAMO TUTTI “FRATELLI IN CAMMINO”: UNO SGUARDO DI RICCARDO BURIGANA TRA LE CARTE DEL VATICANO II,di Maria Teresa D’Antea

CRISTIANI E NON CRISTIANI, CREDENTI E NON CREDENTI SIAMO TUTTI “FRATELLI IN CAMMINO”: UNO SGUARDO DI RICCARDO BURIGANA TRA LE CARTE DEL VATICANO II

di Maria Teresa D’Antea

E’ uscito da poco, per i tipi della casa editrice Terra Santa, un libro per tutti gli appassionati di ecumenismo, che sono anche, com’è facilmente intuibile, gli innamorati della pace testimoniata da Cristo. Ne è autore il professor Riccardo Burigana, fiorentino, docente di storia ecumenica a Venezia, collaboratore dell’Osservatore Romano e autore di numerosi saggi sul Vaticano II. Il titolo “Fratelli in cammino” è seguito dal sottotitolo “ Storia della dichiarazione “Nostra aetate” “.
“Nostra aetate” è una dichiarazione uscita dal Vaticano II sulle religioni non cristiane, per la prima volta prese in considerazione dalla Chiesa cattolica, ed è anche uno dei documenti con un iter non solo complesso, ma travagliato e accidentato, al punto che, messo nell’agenda dei padri conciliari, riceve attacchi da tutti i fronti fino ad essere cancellato del tutto, per poi ritornare, attraverso vie che solo la provvidenza conosce, ad essere ridiscusso in aula. Alla ricostruzione della redazione di “Nostra aetate”solo uno studioso paziente, appassionato e competente come il professor Burigana poteva dedicarsi. Ha studiato infatti con pazienza certosina sia la documentazione edita che quella inedita, contribuendo in questo modo ad approfondire la complessità del Vaticano II, che ancora una volta mostra una sorprendente attualità nella passione dei molti che vi lavorarono per promuovere l’unità e la carità tra gli uomini e tra i popoli. Un messaggio, questo, oggi così presente e sentito nel magistero di papa Francesco.
Nella prima metà del XX secolo, sia per il nascere dell’ecumenismo, sia per la terribile tragedia della Shoah, i rapporti tra Chiesa ed ebrei si erano aperti a nuove prospettive, per questo si ritenne opportuno doverne parlare in concilio. Ma l’idea che dal Vaticano II uscisse un documento che prevedesse rapporti riconciliati con gli ebrei fece paura a molti, non solo a tanti prelati cresciuti alla scuola di un millenario antisemitismo, ma in particolare al mondo arabo e ai paesi del Medio Oriente. Si temeva che la tematica teologica, presentata nella categoria del dialogo, si prestasse a interpretazioni politiche, specie in un momento storico in cui l’appena nato stato di Israele si preparava a giocare un ruolo di forza nell’assetto geopolitico del mondo.
L’elezione di Paolo VI, che apre la terza sessione del concilio, dà una svolta significativa alla diatriba sugli ebrei. Con l’enciclica “Ecclesiam suam” papa Montini presenta una Chiesa nella luce della sua azione missionaria, chiamata ad annunciare il vangelo e ad avere rapporti di dialogo con le altre religioni cristiane e anche non cristiane. Per Paolo VI, al dialogo con i fratelli maggiori quali sono gli ebrei, si deve associare il dialogo con l’Islam e quello con qualsiasi altra religione. Non solo: anche uomini e donne che rifiutano qualunque appartenenza confessionale, impropriamente detti atei, come se Dio non li ritenesse propri figli, devono avere ascolto, attenzione e amicizia dai credenti in Cristo, perché questo in fondo è l’insegnamento del vangelo. Questa enciclica ebbe un peso enorme, come si può ben immaginare, sui lavori del concilio e la dichiarazione “Nostra aetate” poté arrivare in porto con tutta la sua ricchezza innovativa. Da questo documento emerge infatti una Chiesa che si interroga sul patrimonio spirituale comune a tutte le religioni, una Chiesa pronta a considerare, senza rinnegare se stessa, uomini e donne di tradizioni religiose diverse, ma con valori condivisibili, una Chiesa consapevole che credenti e non credenti costituiscono una sola comunità: la famiglia umana. Solo da una piattaforma come questa si può cominciare ad operare per la costruzione lunga, faticosa e accidentata della pace nel mondo. Dal lavoro “Fratelli in cammino” del professor Riccardo Burigana si evince tutto questo e nei rigurgiti xenofobi e razzisti del tempo presente gliene dobbiamo essere grati.
Maria Teresa D’Antea



Giovedì 03 Gennaio,2019 Ore: 16:00
 
 
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