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www.ildialogo.org DEL COMBATTIVO PIERO OSVALDO BOSSI,di Sebastiano Saglimbeni

DEL COMBATTIVO PIERO OSVALDO BOSSI

di Sebastiano Saglimbeni

A questo mondo, io sarò sempre
dalla parte dei poveri, sarò sempre
dalla parte di coloro che non hanno
nulla e ai quali si nega persino la
tranquillità del nulla.
F. G. Lorca
E’ trascorso un quarto di secolo da quando nella comunità lombarda di Gallarate ho conosciuto Piero Osvaldo Bossi. A presentarmelo, con una certa dose di orgoglio, è stato l’avvocato civilista, giudice onorario, bibliofilo, Matteo Steri, siciliano, vivente a Cardano al Campo, da alcuni anni defunto. Piero Osvaldo, che mi è apparso come una figura emersa, per incanto, da quel grandioso dipinto Quarto stato del 1901 di Pelizza da Volpedo, si è fatta una ragione di vita in difesa dei deboli ed offesi. Un’ azione, la sua, ardua e coraggiosa persistente in questa èra molto tragica e dai secolari e ripugnanti privilegi, mai sconfitti. Per questo sento, mia sponte, di scrivere per questo insonne uomo, appassionato cultore delle belle pagine sulla Resistenza nel suo territorio dagli uomini che seppero dire un no a quell’esecrabile ventennio del secolo scorso. E mi ritorna in mente quel giovane, una bellezza e una bontà, Angelo Pegoraro, ucciso da una belva fascista e ricordato di recente il 25 Aprile da Piero Osvaldo e da altri compagni imperversante la peste. Non, pertanto, in me, in nome di Piero Osvaldo, un obsequium per poterlo illusoriamente elevarlo. Ma perché credo che questa mia nota possa giovare e possa stimolare ad emularlo, a sentire l’empito di uno che costantemente guarda alla sofferenza umana mentre continuano a vivere spudoratamente nel nostro Paese e altrove tanti potenti corrotti.
Piero Osvaldo della terra lombarda, una sorta di eden nel dopoguerra di dura e grande ricostruzione. Qui, infatti, un’intensa ondata migratoria, del meridione, soprattutto, non solo di artigiani e intellettuali, ma di contadini e di braccianti, si era riversata. Piero Osvaldo ne è tanto a conoscenza. Di questo uomo non si contano le battaglie. Ultimamente, come ancora ne ho parlato, ha divulgato, perché la memoria non si affievolisse e morisse, un suo libro dal titolo Le brigate Garibaldi 127A e 181A nel Gallaratese e il partigiano John. In questo lavoro, tanto meditato e sofferto, le immagini riportate sono molto eloquenti. Dicevo delle battaglie di Piero Osvaldo. Comunisti, antifascisti, partigiani i suoi familiari. Ed egli per nulla diverso.
In una sua nota che mi ha inviato si apprende, fra l’altro: ” Nel 1971 la mia condizione di lavoratore studente, l’ottusità dei dirigenti comunisti dell’epoca che non vedevano di buon occhio il tentativo di riportare nello stesso tavolo le lotte studentesche e quelle dei lavoratori, mi fa maturare una scelta, benché dura e sofferta della quale ne sono sempre stato orgoglioso. Mi riferisco all’uscita dal PCI con il compagno Albergante e l’adesione al Movimento studentesco milanese con il contributo alla nascita del MS di Gallarate”. La nota di Piero Osvaldo continua e ricorda ”gli anni di lotte anche dure a livello sindacale” e gli “anni degli scioperi di metalmeccanici, le famose 200 ore” che egli si fece “tutte partecipando ad assemblee, manifestazioni, picchetti nelle fabbriche nella zona di Acciaierie Tacca Gallarate”.
Si apprende ancora dalla nota quanto segue. “Nel 1973 un commando fascista formato da una cinquantina di individui approda a Gallarate e come le squadracce d’altri tempi aggredisce un gruppo di giovani tra i quali c’ero io che finisco al Pronto Soccorso. Il giorno dopo, durante un volantinaggio di protesta nei confronti della vile aggressione, le forze dell’ordine sequestrano e aggrediscono i giovani che stavano volantinando, solo l’intervento dei Partigiani, fra cui mio padre, evita il peggio., ma la vicenda non finisce lì. Il giorno dopo due gazzelle di carabinieri vengono a casa a prelevare mio padre e lo portano in carcere a Busto Arsizio, io stesso sono costretto ad allontanarmi da casa per qualche giorno”.
Ed altre storie in Gallarate, città governata dalla destra. Ma Piero Osvaldo come se avesse sentito in mente risuonare parole che dicono: “Laddove non ti pieghi esisti, tu, noi e la storia”, ha continuato le sue battaglie. Cosi è assurto a consigliere comunale del PCI dal 1986 al 1990. Nel 2016 è stato candidato a sindaco della sua comunità ed altri degni ruoli
Di lui, a parte l’aspetto combattivo, sin da giovanissimo, e le inevitabili cadute e sofferenze, conta moltissimo l’attenta cura che continua a dedicare all’Associazione Concetto Marchesi, un sito dal quale vengono partecipate note politiche e varia cultura. Un sito molto seguito dedicato a un grande umanista perché viva di memoria.
Ed infine un affettuoso saluto all’ amico Piero Osvaldo, con questi cinque versi:
“Oggi tendo il mio linguaggio al vento
per stringere le tue parole
e portare con me un po’ del tuo dolce lamento
a dividere stupori
che già sto vivendo”.
Sono versi di Che Guevara, l’idolo di Piero Osvaldo e di moltissimi uomini liberi.



Giovedì 26 Novembre,2020 Ore: 18:26
 
 
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