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www.ildialogo.org Incontro con la comunità islamica,di Francesca Mele Tripepi

SAE –Segretariato Attività Ecumeniche
XII Giornata del dialogo cristiano-islamico

Incontro con la comunità islamica

di Francesca Mele Tripepi

La linea programmatica di quest’anno del Gruppo SAE di Reggio Calabria si snoda in un cammino d’incontro con le comunità parrocchiali, le chiese cristiane delle varie confessioni e i credenti delle varie religioni presenti nel territorio, per approfondire la conoscenza attraverso l’ascolto reciproco e avviare rapporti di collaborazione all’insegna della speranza.
In questo spirito si è svolto, martedì 26 novembre, nei locali della chiesa di San Giorgio extra, un incontro con la comunità islamica di Reggio Calabria; un incontro senza formalismi e senza uno schema prefissato, piuttosto un colloquio a cuore aperto tra persone che vogliono superare le barriere invisibili che separano chi vive nella stessa città, abbattere i muri d’indifferenza che fanno sentire estranei chi s’incontra nella stessa strada quotidianamente, cancellare i pregiudizi che fanno guardare con sospetto chi appartiene a un’altra fede.
L’autopresentazione dei partecipanti ha messo subito in evidenza come fosse ben rappresentata la varietà degl’interessi e degl’impegni, sia nel campo religioso sia in quello civile, che animano la società reggina. La problematica, subito emersa, dell’integrazione degli immigrati ha potuto essere vista dalle diverse angolature grazie alla presenza di rappresentanti di tre generazioni: significativa la testimonianza di una nonna di origine marocchina che risiede nella nostra città da trentacinque anni, di suo figlio arrivato qui giovanissimo e della nipote, Sara, nata a Reggio Calabria. Molto interessante il racconto, appunto, di come Sara ha vissuto e vive l’essere italo-marocchina, delle difficoltà d’inserimento nell’ambito scolastico nel corso dei suoi studi e dei disagi che ancora vive da universitaria che frequenta la facoltà di agraria; ma anche il racconto delle difficoltà incontrate nel voler conservare un legame con la cultura originaria della sua famiglia e con la religione mussulmana che lei pratica.
A questo proposito, Hassan, anche lui marocchino, mentre ha riconosciuto la disponibilità all’accoglienza della gente di Calabria, ha lamentato la scarsa attenzione delle istituzioni alla richiesta di poter costruire una moschea che consenta ai musulmani residenti in questa città di pregare in un vero luogo di culto, mentre è stato loro consentito solo di aprire un Centro di cultura islamica, inadeguato per le loro esigenze di pratica religiosa.
E, a proposito, di scuola e di volontà d’integrazione, è stato sorprendente sentire che tutti i genitori presenti avevano voluto che i figli si avvalessero dell’insegnamento della religione cattolica.
Sull’altra tematica emersa, quella dei matrimoni misti, sono state concordi le testimonianze di rapporti familiari improntati al rispetto e all’incontro, non allo scontro, di civiltà.
Diversi i contributi al dialogo dei presenti sempre su tematiche legate alla realtà locale: Tonino Perna, da sempre impegnato sul piano della cittadinanza attiva, ha fatto un parallelo tra quello ch’è stato il fenomeno dell’emigrazione dalla Calabria e l’attuale fenomeno dell’immigrazione; sua moglie Mariella De Martino, presidente dell’associazione International House, ha illustrato le iniziative di questo centro di aggregazione per facilitare lo scambio interculturale e l’inserimento degli stranieri nel contesto cittadino. Giorgio Bellieni, insegnante di religione cattolica, ha rilevato quanto può essere proficuo, di fronte ad una religiosità popolare che spesso non va oltre le forme tradizionali della ritualità, il dialogo interreligioso per porre alla base della convivenza la coerenza tra fede e vita. Sulla stessa linea si è posto l’intervento di Sayd Sardarzadeh, iraniano, di religione Ba’hai, che ha spiegato con molta chiarezza i principi di fede della religione che professa sottolineando come l’obiettivo principale che essa si prefigge è costruire insieme alle altre religioni un mondo in cui la pace universale sia il frutto dell’armonia tra tutti gli esseri viventi.
A conclusione dell’incontro, il pensiero è stato rivolto al Dio unico che chiamiamo con nomi diversi: unite le mani a formare un circolo, i cristiani hanno recitato il Padre Nostro e i mussulmani una loro preghiera in lingua araba.
Né poteva mancare, per prolungare il piacere di stare insieme, il momento della condivisione conviviale.
Francesca Mele Tripepi



Venerdì 06 Dicembre,2013 Ore: 15:57
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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