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www.ildialogo.org Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà in occasione della quindicesima giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico ,di Giovanni Sarubbi

Lettera agli uomini e alle donne di buona volontà in occasione della quindicesima giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico 

di Giovanni Sarubbi

Care amiche, cari amici,
fra due giorni verrà celebrata in Italia la quindicesima edizione della Giornata Ecumenica del Dialogo Cristiano-Islamico. Questa giornata cade a pochi giorni da una pericolosa manifestazione razzista avvenuta in un paese della provincia di Ferrara (vedi link) di quella regione Emilia Romagna da sempre regione ospitale e accogliente. In questa sciagurata iniziativa sono stati coinvolti persino i bambini di quel paese per opporsi all’arrivo di 12 donne e 8 bambini provenienti da zone di guerra. È un segno inequivocabile del degrado sociale al quale siamo giunti. C’è poco da dire: siamo diventati il paese più razzista d’Europa, come segnalano, tra l’altro, anche gli istituti di ricerca sociale.
Quanto avvenuto in provincia di Ferrara è solo l’ultimo episodio di razzismo figlio di un clima di odio che da anni viene alimentato nel nostro paese da forze politiche di destra, fasciste e naziste, contro cui poco o nulla è stato fatto negli anni a livello governativo, consentendo loro, fra l’altro, di andare anche al governo del paese per troppi anni.
Il razzismo, occorre ricordarlo sempre, è un crimine contro l’umanità. Esso è bandito a livello internazionale da una apposita convenzione approvata e oramai ratificata da anni dalle Nazioni Unite e che anche il nostro Stato ha recepito nel suo ordinamento. Ma, come ogni legge, la sua attuazione è demandata agli Stati nazionali che hanno sia il compito repressivo degli atti illeciti, sia il compito educativo. E quando gli stati sono inerti o addirittura conniventi con le ideologie razziste, i trattati e le leggi e la stessa Costituzione diventano carta straccia.
Occorre allora innanzitutto un fermo e deciso appello al governo ad operare contro tutti i gruppi razzisti, fascisti e nazisti a cui da troppo tempo viene lasciato ampio spazio di intervenire persino nelle televisioni pubbliche. Il razzismo, per i nostri mass-media mainstream, è stato sdoganato come una sorta di “legittima opinione”, dimenticando che esso è un preciso reato punito dal nostro ordinamento e dal diritto internazionale. E quando un giornalista o un editore dà ampio spazio a posizioni razziste, fasciste e naziste, commette egli stesso reato.
Ma occorre al tempo stesso intensificare l’iniziativa dal basso, quella che da 15 anni a questa parte ha contraddistinto la nostra Giornata Ecumenica del Dialogo Cristiano-Islamico.
Quando si passa alla violenza, ai pogrom[1] apertamente razzisti, gli spazi di democrazia si restringono. La violenza genera paura e le minoranze, soprattutto quelle religiose, tendono a chiudersi su se stesse. La violenza, come quella di Ferrara, distrugge la democrazia. La libertà, e quella religiosa in particolare, viene distrutta e le conseguenze per la vita sociale sono devastanti. Diventa dunque fondamentale, per sconfiggere la paura, ripartire dal basso, fare rete fra le associazioni di volontariato, intensificare gli scambi e il confronto fra le comunità religiose, diffondere e difendere i principi della nostra Costituzione.
Quindici anni sono tanti per una iniziativa nata dal basso nel lontano 2001, all’inizio di quella che oggi tutti chiamano “terza guerra mondiale”, dopo che così l’ha chiamata Papa Francesco. Abbiamo bisogno di trovare nuove vie per praticare il dialogo o, per dirla con Brunetto Salvarani, Dare corpo, nella quotidianità, alla pratica del dialogo . C’è bisogno di un nuovo protagonismo, di forze giovani che sappiano legare l’iniziativa del dialogo alle giovani generazioni, a quei giovani con i quali in questi 15 anni abbiamo fatto molte e importanti iniziative.
E contemporaneamente abbiamo bisogno di superare le difficoltà esistenti sia in casa cristiana sia in casa musulmana, emarginando quelle forze che, mascherandosi da cristiani o musulmani, propugnano la guerra fra le religioni, per favorire i mercanti di armi, le multinazionali del petrolio e delle materie prime o dei terreni agricoli. Le guerre, da che mondo è mondo, si fanno per i soldi, per il potere, per conquistare paesi. La religione non c'entra nulla, viene al più strumentalizzata.
E abbiamo bisogno di sostenere la libertà religiosa, che è pesantemente sotto attacco nel nostro paese, come dimostra sia la vicenda delle leggi regionali contro le moschee del Veneto, Lombardia, Liguria, sia la vicenda delle decine di luoghi di culto islamici chiusi a Roma negli ultimi mesi. E su questo argomento non è più possibile continuare ad avere atteggiamenti ambigui come quello che ha manifestato oggi, in una intervista al quotidiano La Stampa di Torino[2], il Capo della Polizia Gabrielli che da un lato afferma: «i numeri parlano chiaro, non c’è stato alcun incremento di reati con l’aumento della presenza degli immigrati in Italia» e dall’altro non solo continua a diffondere paure nei confronti dei musulmani che “dovrebbero denunciare i sospetti terroristi” (e non si capisce perché solo loro), ma annuncia di voler proseguire con la politica della chiusura dei luoghi di culto islamici come sta accadendo a Roma. Continuando con questa politica si può favorire solo l’odio e la violenza, questa si certa e diffusa, dei gruppi razzisti, fascisti e nazisti.
Lo stato ha il dovere di garantire la libertà religiosa, che è un diritto umano fondamentale garantito sia a livello di diritto internazionale che dalla nostra Costituzione. O essa è già carta straccia?
Il nostro è dunque un duro compito. Potremo continuare nella nostra iniziativa, che in tantissime realtà coinvolge decine e decine di realtà associative ed istituzioni locali che si stanno facendo garanti dell’applicazione della Costituzione, se, tutti insieme, riusciamo a fare quel salto di qualità che è sempre più necessario per mettere nell’angolo le forze della guerra, i razzisti, i fascisti e i nazisti. Nei prossimi mesi auspichiamo che si possa dar vita ad iniziative che vadano in questa direzione.
Dunque, buona giornata del dialogo a tutte e a tutti.
Con un fraterno saluto di shalom, salaam, pace
Giovanni Sarubbi
NOTE
[2]Quotidiano La Stampa edizione nazionale pag. 3 del 25/10/2016 intervista a Franco Gabrielli dal titolo «Gabrielli: chi arriva da noi rispetti le regole. Se una moschea è illegale va chiusa»


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Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico 15 anni di impegno per la pace


a cura della Redazione del sito www.ildialogo.org
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Martedì 25 Ottobre,2016 Ore: 23:17
 
 
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Dialogo cristiano-islamico

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