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www.ildialogo.org AUSTRIA: FALLISCE IL REFERENDUM SUI PRIVILEGI DELLE CHIESE,da Adista Notizie n. 17 del 04/05/2013

AUSTRIA: FALLISCE IL REFERENDUM SUI PRIVILEGI DELLE CHIESE

da Adista Notizie n. 17 del 04/05/2013

37145. VIENNA-ADISTA. Evidentemente il popolo austriaco, benché molto più secolarizzato rispetto a qualche decennio fa, non ritiene prioritaria l’abolizione dei privilegi ecclesiastici. Con soli 56.660 voti è infatti miseramente fallito – non avendo superato la soglia delle 100mila adesioni, non può essere preso in considerazione dal Consiglio nazionale – il referendum promosso in Austria da una piattaforma appoggiata da diversi gruppi (“Plattform Betroffene kirchlicker Gewalt”, “AgnostikerInnen und AtheistInnen für ein säkulares Osterreich”, “Freidenkerbund Osterreich”, e “Giordano Bruno Stiftung”) intenzionato a portare in Parlamento la discussione sui privilegi delle Chiese e il Concordato con la Chiesa cattolica (v. Adista Notizie n. 16/13). Non solo: si tratta addirittura del referendum meno partecipato dei 37 finora indetti nel Paese.
I promotori del movimento avevano elaborato una lista di 25 privilegi da discutere. Quelli più importanti dal punto di vista finanziario riguardavano l’esenzione, per le organizzazioni religiose riconosciute, dalle imposte sugli immobili e sui redditi, la deducibilità delle imposte sui redditi rispetto ai contributi obbligatori e il finanziamento, da parte dello Stato, delle scuole confessionali. All’indice vi erano poi altri privilegi di ordine finanziario, di minore impatto, ma simbolicamente rilevanti, come la posizione riservata alla Chiesa cattolica nei vertici della Televisione e Radio Austriaca (Orf).
Di fronte al fallimento del referendum, non ha nascosto la propria soddisfazione il presidente della Conferenza episcopale, l’arcivescovo di Vienna card. Christoph Schönborn, che nei giorni antecedenti la consultazione popolare aveva espresso il proprio disaccordo nei confronti dell’iniziativa. In una dichiarazione, Schönborn ha parlato di «fallimento sostanziale» che dimostra che la grande maggioranza degli austriaci apprezza le comunità religiose e i servizi che queste offrono alla collettività. Peraltro, ha anche sottolineato di augurarsi «un dibattito essenziale sul ruolo della religione nell’ambito pubblico». Per Schönborn, insomma, i risultati del referendum rappresentano «un voto chiaro a favore della collaborazione di Stato e Chiesa in Austria tramite una contestuale separazione istituzionale». La «libera Chiesa in libero Stato», insomma, continuerebbe ad essere ritenuto dalla grande maggioranza dei cittadini un modello valido di reciprocità pacifica tra istituzioni.
Le discussioni inerenti il referendum hanno anche evidenziato – così Schönborn – «quanti servizi la Chiesa presti per il sociale, l’educazione, la cultura e la collettività nella società». L’arcivescovo ha insistito sul fatto che le istanze dei promotori della petizione si basavano su «valutazioni non rigorose e opinioni unilaterali sulle Chiese». In definitiva, comunque, «un dialogo sincero e premuroso con chi la pensa diversamente e con chi critica è compito di tutti, nella Chiesa», ha osservato. (ludovica eugenio)

Articolo tratto da
ADISTA
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Sabato 04 Maggio,2013 Ore: 16:22
 
 
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