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www.ildialogo.org VIII RAPPORTO SULLA SECOLARIZZAZIONE: PER LA CHIESA QUALCHE TIMIDO SEGNALE DI RIPRESA,da Adista Notizie n. 15 del 20/04/2013

VIII RAPPORTO SULLA SECOLARIZZAZIONE: PER LA CHIESA QUALCHE TIMIDO SEGNALE DI RIPRESA

da Adista Notizie n. 15 del 20/04/2013

37126. ROMA-ADISTA. Non registra differenze sostanziali rispetto all’anno precedente l’VIII Rapporto sulla secolarizzazione in Italia curato dalla Fondazione Critica Liberale e dalla Cgil-Nuovi Diritti e diffuso alla fine di marzo. L’indice di secolarizzazione – che sintetizza una serie di dati relativi a pratica religiosa, adesione alle indicazioni della Chiesa cattolica, scelte nell’istruzione e organizzazione ecclesiastica – nell’ultimo anno è sceso in misura lievissima. I dati, aggiornati al 2009 o al 2010, a seconda della disponibilità, mostrano dunque una leggera inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti, caratterizzati da una crescita costante dell’indice.
Gli indicatori riguardanti la pratica religiosa visibile, come spiega Silvia Sansonetti nella presentazione del Rapporto di quest’anno, si riferiscono a riti di passaggio come il battesimo, la prima comunione, la cresima, il matrimonio religioso. Per quanto riguarda la percentuale dei bambini con età inferiore ad un anno che sono stati battezzati, rispetto al totale dei nati vivi nell’anno di riferimento, non ci sono novità, essendo l’ultimo aggiornamento disponibile quello già noto lo scorso anno: il 70,3%, con una perdita, rispetto al 1991, primo anno di riferimento, di più di 19 punti percentuali. Quanto al tasso delle prime comunioni e delle confermazioni si evidenzia una lieve controtendenza tra il 2009 ed il 2010 dopo che per molti anni la tendenza alla diminuzione era stata costante: «Il primo era passato dal 9, 9 del 1991 al 7,5 per mille cattolici del 2009 e nel 2010 è risalito al 7,7 e il secondo dall’11, 1 al 7,6 nel 2010 ha raggiunto il 7,8 per mille cattolici».
La percentuale dei matrimoni concordatari sul totale dei matrimoni concordatari e civili rivela una tendenza alla crescita dei secondi a svantaggio dei primi (nel 1991 i matrimoni concordatari erano l’82,5%; nel 2010 il 63,5%), ma anche in questo caso si evidenzia un lieve incremento dei matrimoni concordatari tra il 2009 ed il 2010.
Lo stesso dicasi per le sentenze di divorzio che, «dopo un andamento calante tra il 1991 ed il 1993 (da 23.000 a 19.800), sono in continuo aumento, tanto da aver raggiunto quota 54.456 (più del doppio rispetto al 1991) nel 2009, anche se poi nel 2010 mostrano una lieve tendenza alla diminuzione (sono 54.160)».
Una minima inversione di tendenza che per ora non muta lo scenario globale contro cui la Chiesa si spende con tutti i mezzi a sua disposizione. Basti pensare al lobbyng condotto in materia di riproduzione che si riflette, oltre che negli impressionanti numeri dell’obiezione di coscienza alla legge 194, anche nella capillare presenza di “centri di difesa della vita e della famiglia” sul territorio nazionale, fortemente impegnati contro la scelta dell’interruzione volontaria di gravidanza: passati dai 487 del 1991 ai 2.385 del 2010.
Se passiamo a considerare l’andamento delle vocazioni, «aspetto che denota anche la vitalità dell’organizzazione, in quanto è così che essa riproduce se stessa», gli indicatori del numero di sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose, laici e laiche consacrati mostrano una tendenza alla diminuzione (tra il 1991 ed il 2010 i sacerdoti sono passati da 57.274 a 48.745, i religiosi da 5.000 a 3.485, le religiose da 125.800 a 91.286, i laici consacrati da 500 a 200 e le laiche consacrate da 13.500 a 8.610) anche se per tutti si è evidenziata una lieve tendenza all’aumento nel 2010 rispetto al 2009. Gli unici che mostrano invece una tendenza continua alla crescita sono i diaconi e i catechisti: i primi nel 2009 sono quasi quadruplicati rispetto al 1991 (da 1.146 a 3.912) mentre i secondi sono cresciuti dal 1996 (primo dato disponibile, circa 75.000) al 2009 raggiungendo una numerosità pari a quasi tre volte quella iniziale (240.604). Differenze di tendenza forse attribuibili al diverso grado di impegno richiesto (maggiore per i diaconi e minore per i catechisti) ma anche, come sottolinea Sansonetti, dal genere di coloro che possono accedere ai due ruoli: la catechesi è aperta a uomini e donne mentre il diaconato solo agli uomini.
Un quadro complesso, quello del fenomeno religioso cattolico, che lascia però intravedere, è la conclusione di Sansonetti, «la direzione di questo processo» verso «una maggior autonomia nelle scelte di vita». (i. c.)

Articolo tratto da
ADISTA
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Venerdì 19 Aprile,2013 Ore: 21:35
 
 
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