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www.ildialogo.org Messina. Operazione antimafia Beta e scempi ambientali sul Torrente Trapani,di Antonio Mazzeo

Messina. Operazione antimafia Beta e scempi ambientali sul Torrente Trapani

di Antonio Mazzeo

“E’ indubbio che da tutto il complesso delle opere eseguite risulta una palese violazione dell’art. 2 delle norme tecniche di attuazione del piano regolatore generale, con gravi rischi per l’incolumità pubblica; in altri termini, non si è affatto in presenza di scelte meramente inopportune sul piano urbanistico-amministrativo ma di un vero e proprio contrasto dell’intero strumento urbanistico e degli atti esecutivi consequenziali a precetti imposti per il corretto governo del territorio a tutela dell’interesse collettivo alla sicurezza e salubrità degli insediamenti abitativi”. Così scrivevano i giudici della Seconda sezione penale del Tribunale di Messina (presidente il dottor Mario Samperi) nella loro sentenza di primo grado emessa il 13 luglio 2016 a conclusione del procedimento relativo ad uno dei più devastanti piani di lottizzazione dell’area sovrastante il Torrente Trapani, il complesso La Residenza Immobiliare, 239 unità abitative per più di un migliaio di nuovi residenti su una superficie totale di 81.050 mq ad alto rischio idrogeologico. “Le macroscopiche violazioni accertate sono state commesse nel quadro di una trasformazione rilevantissima del territorio in contrasto con i numerosi parametri urbanistici esaminati”, aggiungevano i giudici peloritani. “Il complesso delle violazioni riscontrate (sotto il profilo del vincolo idrogeologico ed ambientale, delle variazioni non autorizzate, del cronogramma eseguito e dell’inadeguatezza delle opere di urbanizzazione) ha posto in evidenza che il programma costruttivo e gli atti concessori erano affetti da una serie di palesi illegittimità di tale portata da non poter sfuggire a nessuno degli imputati”.
Al processo di appello in corso presso la Sezione penale del Tribunale di Messina (presidente la dott.ssa Maria Celi), come un fulmine a ciel sereno è giunta due giorni fa la richiesta di prescrizione per quattro degli imputati da parte del Sostituto procuratore generale Santi Cutroneo: si tratta di Giuseppe Pettina (rappresentante legale della società di costruzioni Pett Srl); Silvana Nastasi (responsabile della Se.Gi. Srl); Franco Lo Presti (rappresentante della Residenza Immobiliare Srl e delle Imprese C.O.C. e Costa Srl, recentemente rinviato a giudizio nell’ambito del procedimento Beta sulle attività criminali del gruppo Santapaola-Romeo nella città dello Stretto); il costruttore Biagio Nicola Grasso (già titolare della Carmel Srl – società subentrata alla Se.Gi - e padre del collaboratore di giustizia Biagio Grasso, condannato a 6 anni e 4 mesi al primo troncone del processo Beta). Assoluzione con formula dubitativa la richiesta invece per il quinto imputato, l’ingegnere Giuseppe Rando, all’epoca dei fatti dirigente pro tempore del Dipartimento “Attività edilizie e repressione abusivismo” del Comune di Messina. Al processo di primo grado, il Tribunale aveva condannato ad un anno e tre mesi di reclusione e 20.000 euro di ammenda più altri 6 mesi di reclusione e 10.000 euro per i sei reati contestati al costruttore originario di San Piero Patti, Giuseppe Pettina e a Silvana Nastasi; ad un anno e tre mesi più 20.000 euro di ammenda invece per Franco Lo Presti, Nicola Biagio Grasso e Francesco Rando.
Per i danni prodotti, gli amministratori delle società coinvolte nell’affaire Torrente Trapani erano stati condannati altresì al risarcimento dei danni a favore del Comune di Messina e del WWF Italia, associazione ambientalista rappresentata in giudizio dall’avvocata Aurora Notarianni. Proprio il WWF, con un esposto all’Autorità giudiziaria del 30 aprile 2009, aveva segnalato “possibili abusi edilizi in violazione delle norme di tutela vigenti in materia ambientale”, durante la realizzazione delle opere da parte de La Residenza Immobiliare. “Oltre a presentare irregolarità procedurali per la normativa vigente, queste opere assumono carattere di elevato rischio idrogeologico che la città, a seguito di quanto accaduto anche recentemente, non può essere in grado di sopportare senza possibili gravi rischi futuri”, denunciava il WWF. “La Valutazione di Incidenza risultava inoltre priva della importantissima valutazione delle opere congiuntamente ad altri piani e/o progetti, rendendo di fatto tale importantissimo strumento, inutile e inconsistente (…) Numerosi sbancamenti anche di notevole entità erano visibili a distanza nell’area in esame, mentre si evidenziava una notevole situazione di instabilità dei pendii, segnati da evidenti solchi di scorrimento delle acque piovane e punti di frana”.



Domenica 18 Novembre,2018 Ore: 16:06
 
 
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