- Scrivi commento -- Leggi commenti ce ne sono (0)
Visite totali: (259) - Visite oggi : (1)
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori Sostienici!
ISSN 2420-997X

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito

www.ildialogo.org TANTO GENTILE E TANTO ONESTA,di Franco Casati

TANTO GENTILE E TANTO ONESTA

di Franco Casati

“…e par che sia una cosa venuta/da cielo in terra a miracol mostrare” scrive Dante nel celeberrimo sonetto dedicato a Beatrice, la donna amata. Una sensazione, questa, che ogni uomo può avere provato nell’ammirare una donna, come se incarnasse un’idea platonica della bellezza, come un gradino verso il Paradiso. L’antropologia sostiene che la divinità, fin dai tempi più antichi, è stata coniugata al femminile, più che al maschile. Anche il cristianesimo, alla fine, ha proclamato il culto della Madonna. Dalla donna nasce la vita, Persefone, ma anche la divinità: Maria, madre di Dio.
Per trovare la vita e la bellezza ideale l’uomo deve guardare alla donna. L’arte e la letteratura sono la testimonianza più antica e continua di questa ricerca. Il maschio cresce tra le braccia della madre, ne insegue il fantasma per tutta la vita, e muore invocandola. Ho assistito mio padre in punto di morte, e l’ho sentito, durante il coma, chiamare ‘mamma, mamma’ fintanto che accarezzavo i suoi bianchi capelli. Mi sembrava che lui, anziano, fosse tornato bambino.
E la donna, cosa cerca? Nietzsche, che tanti considerano come il fondatore della filosofia contemporanea, lo dichiara apertamente: la donna vuole il figlio. Così il cerchio si chiude e la vita si rigenera. Questo l’aspetto ideale, atavico. Ma la donna ha la sua storia, nel quadro dell’umanità, e la sua realtà attuale è il risultato, la somma dei fatti di questa storia, anche per lei (Heidegger). Il dantesco oggetto di ammirazione è diventato, a tutti gli effetti, soggetto del presente, con le sue aspirazioni, i suoi obiettivi, le sue lotte passate, presenti e future. Il decadere della vecchia cultura patriarcale e familiare ha fatto sì che il rapporto uomo/donna sia mutato, articolandosi verso direzioni nuove e diverse, sicuramente più complesse. In ambito sociale anche la donna, alla pari del maschio, lotta per il potere; così come in quello familiare esige la parità dei diritti e dei doveri, nella ricerca di un equilibrio che può generare tensioni. Si dice che questa nuova realtà femminile abbia messo in crisi il rapporto tra i sessi, che anche per questo motivo il maschio si stia allontanando. Contemporaneamente si sta assistendo a una spinta centrifuga verso l’omosessualità, sia maschile che femminile. Una cultura strisciante, sostenuta dai mass-media e subito recepita dalla macchina della pubblicità, sostiene modelli di comportamento omosessuale. E’ diventato di moda fare ‘outing’ , con sofferto orgoglio, per sentirsi oggetto di attenzione, per affermare quello che si sta profilando come un valore esistenziale, segnatamente nel mondo dello spettacolo e dello sport, ma anche in tanti altri settori della società.
La scienza medica ritiene, dati alla mano, che l’omosessuale ‘naturale’ sia raro, e che la maggior parte lo diventi a causa di problematiche psicologiche, per suggestioni culturali o ambientali e, non ultimo, ai fini della prostituzione. Esiste, dunque, una zona grigia dove forze culturalmente avverse (pro o contro l’omosessualità) si contendono il terreno. Personalmente, da vecchio junghiano, preferisco pensare che il maschio possa, anzi debba, liberamente sviluppare la propria ‘anima’ (la sua parte femminile), così come la donna deve fare con il proprio ‘animus’ (la sua parte maschile), rispettando tuttavia la loro identità sessuale, che è il fondamento di un sano equilibrio psicologico. Inoltre, secondo la filosofica saggezza orientale, ritengo che i due principi universali dello yin e dello yang (passivo/attivo, femminile/maschile) restino alla base della creazione della vita.
Un uomo che cerca diverse attrattive rispetto alla bellezza della donna, al suo richiamo verso la natura e la vita, secondo una mia personale convinzione che ciascuno è, ovviamente, libero di non condividere, si mette in un vicolo cieco, a meno che la sua natura omosessuale sia così forte da impedirglielo, e non si tratti solo di scarsa volontà o di errore di valutazione; lo stesso vale per la donna.
Una società che sostenga l’omosessualità come un valore (al di fuori di un doveroso contrasto all’omofobia) non ha un roseo futuro e rischia di aggravare il problema del calo demografico; uno fra i tanti, e non secondari, che assillano questa società dei consumi e del profitto.
Franco Casati



Lunedì 13 Gennaio,2020 Ore: 22:12
 
 
Ti piace l'articolo? Allora Sostienici!
Questo giornale non ha scopo di lucro, si basa sul lavoro volontario e si sostiene con i contributi dei lettori

Print Friendly and PDFPrintPrint Friendly and PDFPDF -- Segnala amico -- Salva sul tuo PC
Scrivi commento -- Leggi commenti (0) -- Condividi sul tuo sito
Segnala su: Digg - Facebook - StumbleUpon - del.icio.us - Reddit - Google
Tweet
Indice completo articoli sezione:
Controcorrente

Canali social "il dialogo"
Youtube
- WhatsAppTelegram
- Facebook - Sociale network - Twitter
Mappa Sito


Ove non diversamente specificato, i materiali contenuti in questo sito sono liberamente riproducibili per uso personale, con l’obbligo di citare la fonte (www.ildialogo.org), non stravolgerne il significato e non utilizzarli a scopo di lucro.
Gli abusi saranno perseguiti a norma di legge.
Per tutte le NOTE LEGALI clicca qui
Questo sito fa uso dei cookie soltanto
per facilitare la navigazione.
Vedi
Info