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www.ildialogo.org Il Sinodo valdese riflette sul femminicidio,di  ALESSANDRO ESPOSITO

Il Sinodo valdese riflette sul femminicidio

di  ALESSANDRO ESPOSITO

Dal sito Micromega.it

aespositoSi è aperto domenica 25 agosto il Sinodo dell’unione delle chiese valdesi e metodiste italiane, appuntamento annuale nel corso del quale il protestantesimo storico italiano vive quella democrazia che lo contraddistingue sia per quanto concerne il dibattito, sia per ciò che attiene alla sua organizzazione istituzionale, aliena a qualsivoglia configurazione gerarchica.

Tra i vari temi che questa assemblea sta affrontando, spicca quello del femminicidio, cui è stata dedicata la campagna relativa al finanziamento otto per mille (che, lo ricordo, la chiesa valdese gestisce e non utilizza, giacché il gettito percepito, nella sua interezza, viene erogato al fine di sostenere progetti sociali e culturali in Italia e nel mondo e la ripartizione dei fondi viene pubblicata annualmente al fine di garantire la massima trasparenza al riguardo). A beneficio di quante e quanti non hanno potuto presenziare all’interessante dibattito svoltosi nell’aula sinodale di Torre Pellice (Torino), vorrei sintetizzarne gli aspetti salienti.

In prima istanza, i membri del Sinodo hanno inteso esprimere la loro riconoscenza alle pastore e teologhe che, in seno al protestantesimo italiano, hanno consentito di sviluppare una sensibilità femminile attenta alle discriminazioni di cui, tutt’oggi, le donne sono oggetto, consentendo alla riflessione teologica di incarnarsi nella sua costitutiva dimensione sociale e arricchendola in maniera al contempo critica e creativa.

In secondo luogo la discussione sinodale ha messo in luce la necessità di ridefinire l’identità maschile nella sua complessità, al fine di scongiurare il rischio che le quotidiane prevaricazioni subite dalle donne continuino a trarre nutrimento da una concezione del maschile rigidamente codificata e stereotipata, che inficia la possibilità di intessere relazioni di genere sane e feconde. In ultima istanza, l’assemblea ha inteso rimarcare le innegabili responsabilità che la teologia tradizionale, ivi inclusa quella protestante, ha rivestito e continua a rivestire per ciò che attiene all’emarginazione del femminile e delle sue espressioni e creazioni.

In un Paese abituato e sovente rassegnato all’avvilente monologo del cattolicesimo istituzionale, poco avvezzo al contraddittorio e totalmente estraneo all’autocritica, stupisce constatare che una piccola realtà qual è quella del protestantesimo italiano percorra il sentiero difficoltoso e affascinante del confronto schietto, scevro di quel moralismo benpensante a cui è improntata buona parte della nostra etica e, ahinoi, della nostra politica.

Riflettere senza tabù ed infingimenti sulle contraddizioni in cui è immersa una fede vicina alla vita e alla sua connaturata complessità è la via tentata dal protestantesimo storico italiano. La speranza è quella di trovare nell’universo laico un interlocutore appassionato e critico ed un compagno di lotta finalizzata al riconoscimento di diritti ancora troppo spesso violati.

Alessandro Esposito – pastore valdese

(28 agosto 2013)




Sabato 31 Agosto,2013 Ore: 09:01
 
 
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