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Inizia una nuova scienza

Astronomia gravitazionale.


Da oggi, 11 febbraio 2016, è ufficiale. Ci sono le prove. L'evento cosmico catastrofico, dopo aver viaggiato alla velocità della luce per un miliardo e trecento milioni di anni circa, è stato captato da strumenti terrestri il 14 settembre 2015 alle ore 9:50':45" dell'ora di Greenwich: il nostro pianeta è stato investito da un'onda gravitazionale la cui esistenza fu prevista un secolo fa da Albert Einstein. C’è voluto un secolo per scoprire quello che la mente più geniale del XX secolo, ma forse dell’intera storia umana, aveva previsto nella sua teoria della relatività generale, della quale abbiamo scritto tre mesi fa: http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/astronomia/Luniverso_1447316438.htm. Siamo solo all'inizio di una nuova scienza: si può scrivere un nuovo libro.

Le onde gravitazionali le possiamo immaginare come le garbate onde che si propagano in uno stagno quando cade un sasso dentro. A provocarle sono masse in accelerazione che esplodono o implodono come nel caso di quelle rilevate dagli scienziati: la coalescenza di due buchi neri avvvenuta alla velocità di 150.000 km/s. Un miliardo e trecento milioni di anni fa l'unione cosmica di due buchi neri aventi la grandezza di 29 e 36 masse solari hanno formato un super buco nero di 62 masse solari. Le mancanti 3 masse solari si sono trasformate in energia secondo la famosa equazione E2 = p2c2 + m2 c4  (più nota nel caso particolare per particella priva di quantità di moto: E = mc2) ed hanno provocato le onde gravitazionali che sono state rilevate dai due interferometri statunitense LIGO che collaborano conn quell italo-francese VIRGO che si trova a Cascina (Pisa).

Gli interferometri sono strumenti capaci di misurare piccolissime, anzi infime, variazioni di lunghezza. Pensate che l’enorme collasso cosmico dei due buchi neri ha causato un’onda gravitazionale la cui un’increspatura dello spazio-tempo ha fornito nel rivelatore LIGO uno spostamento di 10-16 cm (si legge un decimo di biliardesimo di centimetro) cioè 1 preceduto da uno zero dalla virgola e da 16 zeri: minore di un millesimo del diametro di un neutrone.

Si rimane affascinati da questi annunci. Poter “vedere” e studiare qualcosa che è avvenuta a un miliardo e trecento milioni di anni luce è qualcosa che ti toglie il respiro! Ora si aprono grandi prospettive per un nuovo modo di studiare il nostro Universo: l’astronomia gravitazionale. Le onde gravitazionali viaggiano alla velocità della luce e discendono direttamente dalle equazioni di Einstein. Già film e libri di fantascienza le annunciavano e immaginando di potere cavalcare le onde gravitazionali con ipotetiche navi spaziali immaginavano viaggi intergalattici alla velocità della luce. Sarà questo possibile?  Einstein con la sua teoria della relatività generale convertì il mondo in uno spaziotempo dove poter pensare al di là del senso comune. Ora che ne abbiamo la prova iniziamo a farlo, perché abbiamo un nuovo modo per andare a caccia dei tanti segreti che ancora restano dell’Universo.

A cento anni di distanza con questa ulteriore prova della sua brillante teoria possiamo certamente affermare che Albert Einstein ha spostato il confine della conoscenza e del possibile e ha reso un inestimabile servizio all'umanità.

Gesualdo, 12/02/2016

Michele Zarrella

Per contatti zarmic@gmail.com

sito web: http:

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Venerdì 12 Febbraio,2016 Ore: 16:54
 
 
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