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Cinema per la Palestina Libera!

VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2018 a partire dalle 21.00


di Parallelo Palestina

VENERDÌ 16 NOVEMBRE 2018 a partire dalle 21.00
Via Padova, 179, Milano
Organizzato da Casa del Popolo di via Padova
in collaborazione con
Parallelo Palestina

Cinema per la Palestina Libera!

Palestine stereo
di Rashid Masharawi - Palestina, Tunisia, 2014 - 90' (arabo, sottotitoli italiani)
Palestine Stereo sembra il nome di un negozio di musica. Ma nel film di Rashid Masharawi, il suo sesto lungometraggio, Palestina Stereo è un personaggio, un ex cantante di nozze. Stereo si da’ da fare intorno a Ramallah in un ambulanza di seconda mano, che fornisce sistemi audio per funerali, compleanni e manifestazioni politiche. Stereo (Mahmoud Abou Jazi) ha perso la moglie quando gli aerei israeliani hanno bombardato la sua casa. Suo fratello, il ricciuto Samy (Salah Hannoun), è un elettricista che ha perso l’udito e la sua capacità di parlare nello stesso attacco. Ora Samy scarabocchia messaggi sui muri della famiglia. Demoralizzati, entrambi i fratelli hanno ora un unico obiettivo, emigrare in Canada. La satira di Masharawi è personale, ma per la maggior parte non autobiografica. Nei Territori palestinesi, ha detto il regista nato a Gaza, parlando dalla sede del suo produttore in Tunisia, la vita è in stereo, confusa – i molteplici canali non necessariamente dicono la stessa cosa.“Abbiamo molte voci in Palestina provenienti da luoghi diversi – dice Masharawi – Siamo sotto occupazione con due Stati:… Uno a Gaza e uno in Cisgiordania. L’idea di stereo è sul suono, non è solo il nome di un personaggio”. Mentre Stereo deride i leader politici, sincronizzando il labiale dei loro discorsi dai suoi controlli audio, il muto Samy non può sentire. Entrambi i personaggi vivono un trauma e inseguono un sogno. “Vogliono evadere dalla loro realtà, dalla loro storia,” Masharawi, 51 anni, ha spiegato, descrivendoli come paradossali, ma esempi tipici. “Sei in esilio nella tua stessa casa, e pensi che la tua patria sia da qualche parte altrove, mentre allo stesso tempo, ogni giorno, la storia prosegue, e tu partecipi alla tua vita reale.”
Premi: Mention spéciale - Festival International du Film de Hong Kong 2014 / Award: Toronto International Film Festival/United Arab Emirates/Windows 7 / Contemporary World Cinema/ Sélections officielles Festival International du Film de Dubaï 2013//United Arab Emirates/Windows 7 / Contemporary World Cinema
Il regista: Rachid Masharawi
Nato in GAZA, ha realizzato mediometraggi sul problema sempre attuale della questione israelo-palestinese. Attraverso i suoi lavori cinematografici ha analizzato le condizioni di alcuni palestinesi che vivono nei territori occupati e che sono costretti a lavorare in Israele. I due mediometraggi sono stati presentati nel 1992 alla Biennale del Cinema Arabo a Parigi. Il cinema è l'arma più forte e meno «fanatica» di resistenza. La cultura come potenza di fuoco, val più di una strage di «nemici» architettata dal kamikaze in estasi. Bomba atomica spirituale di immane potenza, oltretutto, nessun osservatore dell'Onu la scova né disinnesca. Ma lì dove non si mangia, West Bank, Gaza e dintorni... dove non si può lavorare né circolare né commerciare, dove le case le requisiscono o le sbriciolano coi bulldozer, che senso ha proiettare film, passare lunghe ore al check-point della stella di David per raggiungere sopravvissuti e sperduti «centri culturali» e far vedere vecchi cartoon di Praga o commedie arabe rigate e saltanti, a un nugolo di bimbi vocianti e adulti terrorizzati dal coprifuoco? Eppure ha senso. L'autorità palestinese non diventerà mai autonomia palestinese, senza mettere la cultura (antitesi del nazionalismo fanatico) al posto di comando. Senza imporre la legittimità delle proprie immagini (delle proprie case, olio, acqua...) al mondo come mezzo e non fine dello sviluppo. Prima che confini, dogane, porti e aereoporti funzionino e che il commercio possa partire, infatti l'idea di una Palestina in 3D ce l'hanno data – altro che «arabi iconoclasti» - film «sconfinati», «opere aperte» dal punto di vista politico, sessuale, etico e religioso. Hitchcock. Rashid Masharawi, che mandò Haifa a Cannes nel `95, viveva nella striscia di Gaza prima che i bombardamenti distruggessero gli studios. A lui si deve nel `93 Coprifuoco, il primo «lungo» girato in Palestina da un palestinese che vive lì.
They want them gone
di Hanaa Mahameed-Palestina, 2017-22’ (arabo, sottotitoli italiani)
25000 beduini palestinesi del deserto del Negev abitano più di 40 villaggi che Israele non riconosce. Hanno nazionalità israeliana ma non gli è consentito vivere nella terra degli avi e non hanno diritto a una casa, all’acqua e all’elettricità. Per Israele, i beduini del Negev non sono che un miraggio. Da decenni, cerca di chiuderli in uno spazio sempre più esiguo e di requisire le loro terre, per espandere i suoi insediamenti.
La regista Hanaa Mahameed
(Umm al Fahm, 1984) ha una laurea in Giornalismo e Letteratura Araba e un Master in Scienze Politiche. Ha collaborato con numerose testate giornalistiche e associazioni umanitarie. Attualmente lavora nella Gerusalemme occupata per la TV araba AlMayadeen e ha prodotto, coprodotto e diretto, numerosi film e documentari.



Giovedì 15 Novembre,2018 Ore: 21:36
 
 
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