Gli attacchi a papa Francesco di queste ultime settimane rappresentano una triste conferma di quanto Marco Marzano, un sociologo che insegna all’Università di Bergamo, aveva scritto nel suo bel libro: «La Chiesa immobile. Francesco e la rivoluzione mancata» (Laterza Editrice, 2018). Saranno le sue competenze di sociologo, sarà il distacco con cui, da non credente, riesce a osservare certi fenomeni, ma la sua analisi secondo cui le uniche novità importanti di un pontificato descritto come “rivoluzionario” e “interessato a cambiare  radicalmente la Chiesa”, riguardano prevalentemente il linguaggio e la comunicazione, è stata confermata in pieno.
Il problema è che, in questa analisi, Marzano va ancora più in là, e afferma che riformare la Chiesa, non solo è “complicato e rischioso”, ma che è addirittura “inutile”, perché, alla fine, la Chiesa stessa gode di una salute migliore là dove meno si allontana dalla sua tradizionale fisionomia clericale e centralizzata.
Si tratta di una prospettiva che mette in allarme chi, come noi, attende da anni un cambiamento concreto sul tema dell’accoglienza delle persone omosessuali. Ma mettere la testa sotto la sabbia e negare il problema non serve a niente. Per questo abbiamo chiesto a Marco Marzano di confrontarsi con noi sulle conclusioni del suo libro.