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www.ildialogo.org Noi sapevamo cosa stava succedendo e cosa c’era bisogno di fare per fermarci,Michele Zarrella *

Otto domande, otto risposte l’otto ogni mese
Noi sapevamo cosa stava succedendo e cosa c’era bisogno di fare per fermarci

Contano i fatti, non contano le parole


Michele Zarrella *

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg Nella foto scattata ad agosto 2019 vediamo che, dopo 700 anni, il ghiacciaio islandese Okjökull è letteralmente sparito. Che lezione ne deve trarre l’Homo sapiens?

Ad agosto 2019 alcuni ambientalisti hanno fatto “simbolicamente” il funerale di questo ghiacciaio e nella targa che hanno messo a futura memoria e monito dal titolo LETTERA AL FUTURO c’è scritto:

Ok è il primo ghiacciaio islandese che ha perso il proprio status di ghiacciaio. Nei prossimi 200 anni è previsto che tutti i nostri principali ghiacciai faranno la stessa fine. Questo monumento è per far sapere che noi sapevamo cosa stava succedendo e cosa c’era bisogno di fare per fermarci. Solo voi che vedrete questa lapide magari fra cento, duecento anni saprete se veramente abbiamo fatto qualcosa.

https://www.ildialogo.org/foto2/Foto%201.jpg             Prima                                                                                Oggi

Ecco, NOI LO SAPPIAMO. La scienza ci ha detto che l’aumento del riscaldamento globale registrato dalla metà del secolo scorso, al 95-100%, è dovuto alle attività antropiche. Le attività dell’uomo producono l’energia utilizzando le fonti fossili. Ma le fonti fossili quando vengono bruciate immettono ingenti quantità di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera che è una delle cause principali del riscaldamento globale. Quindi la lezione che dobbiamo trarre è che le fonti fossili vanno abbandonante nelle viscere della Terra lì dove stanno sepolte. E allargando il discorso la lezione è che il mondo non è qualcosa di esterno a noi che lo abitiamo e che lo studiamo. La lezione è che noi siamo parte dell’universo e in particolare siamo parte di questa biosfera che ci ospita e ci consente di vivere. Insomma non siamo su questo pianeta per dominarlo e conquistarlo, ma per vivere in simbiosi con esso.

Abbiamo delle alternative?

Certamente: le energie rinnovabili. La soluzione è a portata di mano già con le attuali tecnologie. In uno studio del WWF del 2011 si afferma che possiamo sopperire all’esigenza dell’intera umanità con le energie rinnovabili entro il 2050. Dunque abbiamo sia le tecnologie che le fonti. Rispetto al 2011 tali tecnologie hanno fatto grandi passi avanti, quindi: occorre solo la volontà di farlo.

L’aumento del riscaldamento globale comporta manifestazioni estreme del clima che continuano ad accadere con maggiore frequenza e maggiore violenza. In Italia lo abbiamo toccato con mano l’ultima volta il mese scorso nel Nord-Ovest (https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ ), ma a livello planetario abbiamo avuto tempeste, alluvioni, siccità, incendi in America, in Russia in Australia, nella Foresta amazzonica…. Centinaia di morti “ufficiali”. Danni per miliardi di dollari. Sono dei campanelli d'allarme, o possiamo stare tranquilli dicendoci: “Tanto i cambiamenti climatici ci sono sempre stati?

Che i cambiamenti climatici ci siano sempre stati è vero. E sempre ci saranno, aggiungo.  L’equilibrio della biosfera non è statico, ma dinamico: cambia continuamente. Nel ciclo naturale globale del carbonio intervengono diverse componenti: le foreste, i vulcani, i sedimenti, l’atmosfera, gli oceani, la crosta terrestre e i giacimenti fossili (carbone, petrolio e gas).

https://www.ildialogo.org/foto2/Foto%202.jpg

(immagine tratta dal libro TEMPESTE di James Hansen)

Dall’epoca industriale in poi – sintetizzata in figura per semplicità solo dalle industrie e dai trasporti – in questo ciclo naturale si è inserito l’uomo che estraendo dalle viscere della Terra le fonti fossili (5.000 miliardi di tonnellate) e bruciandole immette anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera contribuendo ad aumentare pe-san-te-men-te l’effetto serra e di conseguenza il riscaldamento globale. Gli scienziati hanno studiato le variazioni climatiche fino a 800.000 anni fa e ci hanno fatto vedere che la concentrazione di CO2 è sempre variata e il clima è sempre variato. Ma – ATTENZIONE – la concentrazione di CO2 in questi ultimi 800.000 anni non è mai scesa sotto le 170 parti per milione in volume (ppmv) e non ha mai superato le 300 ppmv. Come si vede nel grafico inferiore della seguente figura.

https://www.ildialogo.org/foto2/Foto%203.jpg Immagine tratta da Internet

Da questo grafico si vede anche che quando la temperatura è alta la concentrazione di CO2 è alta e quando la temperatura è bassa la concentrazione di CO2 è bassa. E poiché è successo per 800.000 anni possiamo affermare che le due grandezze sono connesse. Cioè se è alta una è alta anche l’altra e se è bassa l’una è bassa anche l’altra. Il problema attuale è che dai primi decenni del secolo scorso – a causa dell’eccessiva combustione delle fonti fossili – abbiamo sforato quel valore di 300 ppmv e in un solo secolo abbiamo raggiunto oltre le 410 ppmv, producendo un aumento della temperatura di quasi un grado. Cosa che non è mai successo negli ultimi 800.000 anni. È questo che fa suonare sempre più forte il campanello d'allarme.  

https://www.ildialogo.org/foto2/Foto%204.jpg

A fine secolo con questo andamento la temperatura aumenterà di circa 5 gradi: un aumento intollerabile per la specie umana, ma – attenzione – non per il pianeta che continuerà a ruotare su sé stesso e orbitare intorno al Sole per altri 5 miliardi di anni. Pertanto questo comporta che stiamo unicamente togliendo il futuro ai nostri nipoti.

E la politica che fa?

Dopo il tornado Katrina che travolse New Orleans nell’agosto del 2005, George Bush affermò: "Faremo di tutto per aiutare le persone colpite dal tornado….”

Dopo il tornado che travolse Oklahoma City nel maggio 2013, Barack Obama disse: «L'intero paese è con voi, non sarete soli. Faremo ogni cosa per fronteggiare l'emergenza.»

In Germania, dopo l’alluvione del giugno 2013, la Cancelliera Angela Merkel dichiarò: «… fidatevi, faremo tutto il possibile per aiutarvi.»

Dopo l’alluvione in Sardegna (novembre 2013) il nostro presidente del consiglio Enrico Letta affermò: Ora ci deve essere «l'impegno totale dell'intera comunità nazionale.»

Tutte dichiarazioni apprezzabili e umanamente condivisibili; che sottoscrivo interamente. Ma perché i governanti e i politici debbono prendere questi impegni: Faremo di tutto…, Faremo ogni cosa…, Faremo tutto il possibile…, impegno totale..., a disastri avvenuti? Perché non intervengono prima accettando i risultati degli scienziati? E poi alle parole sono seguiti i fatti? Si è curata solo la forma o pure la sostanza?  

In fondo il proverbio dice:Meglio prevenire che curare!”

Ed è esatto; anche perché dopo il disastro si interviene in stato di emergenza con tutte le conseguenze che sappiamo. Però per curare bisogna conoscere e capire. Ecco il compito della scienza, della scuola e dei mezzi di comunicazione: far conoscere a chi ci legge, a chi ascolta – politici inclusi – che è meglio intervenire prima anche perché i danni saranno sempre maggiori e più catastrofici. Essi non colpiscono solo gli uomini, ma si estendono a tutte le specie viventi e a tutte le attività: coltivazioni agricole, produzioni industriali, trasporti, infrastrutture ecc. Le tempeste e, in generale, i cambiamenti climatici producono danni gravissimi e per un tempo lungo, fino a mettere a rischio il nostro futuro.

Possiamo allora asseverare che la prevenzione debba venire prima dell’economia?

Assolutamente sì. Non voglio fare una lezione di politica economica che pur sarebbe importantissima, ma mi limito a dire che investire nelle aziende che fondano i propri interessi sull’estrazione delle fonti fossili è sconveniente, è un azzardo. Tutti gli investimenti sulle fonti fossili – miliardi e miliardi di dollari – costituiscono una grandissima bolla che scoppierà entro 8 anni secondo l’economista e scrittore Jeremy Rifkin. E tale periodo potrebbe ridursi a causa della pandemia.

Per concludere che messaggio dare?

Un messaggio più che economico di natura etica: per affrontare le sfide che ci pone il riscaldamento globale dobbiamo riorganizzare le nostre società sul rispetto di questo ambiente che ci ospita e ci permette di vivere e sulla base dei valori di uguaglianza, solidarietà e umanità. Questi devono essere i comportamenti e gli obiettivi su cui dobbiamo orientarci per il nostro futuro e per garantirci la possibilità di averlo.

I giovani potrebbero non averlo, il futuro?

Purtroppo sì. E privare i giovani del futuro è una delle forme più gravi di diseguaglianza. Guardate cosa fanno queste mamme dopo il disastro: hanno colore della pelle diverso, avranno culture diverse, religioni diverse, opinioni politiche diverse, idee diverse,

 

https://www.ildialogo.org/foto2/Foto%205--6.jpg

ma per entrambe la cosa più importante è METTERE IN SALVO LA VITA. Questo dobbiamo fare. Con le azioni. È l’ora della responsabilità e dell’azione consapevole. Contano i fatti, non contano le parole. Contano i fatti, occorre agire. 

Gesualdo, 8 novembre 2020

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

 

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Domenica 08 Novembre,2020 Ore: 09:57
 
 
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