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www.ildialogo.org Nuovo Accordo sull’Ecologia (Green New Deal),Michele Zarrella *

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Nuovo Accordo sull’Ecologia (Green New Deal)

Michele Zarrella *

 

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg  La temperatura del pianeta aumenta. Ma da che dipende?

Il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC) stima che “è estremamente probabile che le attività antropogeniche nella seconda metà del XX secolo siano la causa del riscaldamento globale”. Nel gergo scientifico “estremamente probabile” corrisponde a una probabilità che varia dal 95 al 100%. Quindi cosa devono dire di più gli scienziati? Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.

Ma di quanto si è innalzata la temperatura?

La temperatura del pianeta si è innalzata di quasi un grado rispetto ai livelli preindustriali.

Un grado è pochissimo?

No, è moltissimo. Per rendersene conto è opportuno guardare il grafico dell’IPCC che raffigura come a un piccolo aumento di temperatura la probabilità che si verifichino ondate di calore passa dall’1,3% al 33%, cioè 25 volte maggiore. In uno studio del 2012 Hansen et al. ha concluso: “le ondate di calore, che durante il periodo base coprivano meno dell’1% della superficie della Terra, ora ne coprono tipicamente circa il 10%. Ne consegue che si può affermare, con elevato grado di sicurezza, che anomalie estreme come quelle in Texas e nell’Oklahoma del 2011 e a Mosca nel 2010 sono state una conseguenza del riscaldamento globale poiché la loro probabilità in assenza di riscaldamento globale sarebbe stata estremamente bassa.” 

Gli scienziati prevedono che se la temperatura superasse un grado e mezzo quella attuale si scatenerebbero accelerazioni di eventi climatici estremi che distruggerebbero moltissime forme di vita e interi ecosistemi. Insomma i cambiamenti climatici indotti dagli uomini potrebbero portare alla sesta estinzione di massa per uomini e animali, dicono gli scienziati. Non è certo da trascurare il danno economico che, secondo il prof. Luciano Floridi (v. la Repubblica D del 26 ottobre 2019 pag.78), è di 55mila miliardi di dollari. Il Pil italiano nel 2018 è stato di 2.048 miliardi, quindi il danno economico sarebbe 27 volte maggiore del Pil italiano. Per evitare ciò l’accordo di Parigi indica che entro il 2030 dovremmo ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 45% rispetto ai livelli del 2010 e entro il 2050 azzerarle del tutto. Ma le emissioni stanno aumentando. “Greta ha ragione: certi politici, soprattutto Trump e Bolsonaro, sono disgraziati irresponsabili.” (v. la Repubblica D del 26 ottobre 2019 pag.78). Pensateci, al 2030 mancano solo undici anni! Resta poco tempo per farlo.

È tanto difficile farlo?

Sì, perché farlo significherà modificare il nostro modo di vivere e quindi, di conseguenza, la società e l’economia. La situazione è come una gaussiana, la curva a forma di campana: a sinistra la curva è bassa ci sono pochissimi inquinatori e simmetricamente a destra: pochissimi eroi; la parte centrale tutti noi cittadini e politici per i quali è difficile invertire la rotta dei propri comportamenti che si sono stratificati da decenni. Però la crisi climatica ci pone di fronte a una sfida epocale: evitare la sesta estinzione di massa. I giovani, seguendo l’esempio di Greta Thumberg, stanno capeggiando una mobilitazione internazionale di milioni di persone a sostegno di questo cambiamento che rivoluzionerà la società e l’economia.Einstein scriveva: “L’unica crisi pericolosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.”, e anche “Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose.” Non possiamo cambiare il mondo ma possiamo cambiare noi stessi, il nostro modo di pensare, il nostro modo di comportarci. E tu che hai deciso? Questo ti chiede la crisi.

E la politica cosa fa?

 La politica si è accorta di ciò e per questo il nostro presidente del consiglio Giuseppe Conte parla di Green New Deal, sulla scia di quanto afferma Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. Ma anche negli Stati Uniti, i programmi politici dei democratici prevedono il sostegno a un Green New Deal al fine di una trasformazione del mondo in una società senza fonti fossili. E le elezioni di medio termine stanno dando ragione ai democratici che hanno vinto in Kentucky e in Virginia che prima erano dei repubblicani.

E il mondo industriale?

Oltre alla politica anche gli imprenditori e gli operatori finanziari stanno rapidamente uscendo dalle imprese che fondano il loro fatturato sull’uso di fonti fossili a favore di quelle rinnovabili. Queste ultime oltre che pulite ed ecologiche, oramai risultano sempre più economiche. Di contro, gli investimenti nelle fonti fossili diventano sempre più antieconomici e azzardati. Secondo l’economista Jeremy Rifkin nuovi studi avvertono che migliaia di miliardi di dollari sono bloccati nei fossili e si potrebbe creare una bolla che potrebbe scoppiare entro il 2028.

Abbiamo bisogno di una nuova economia?

Sì, un’economia che ci traghetti dall’agonizzante civiltà fossile alla nascente civiltà verde. I fondamenti ci sono, perché abbiamo nuovi modelli di comunicazione (Internet a banda larga), nuove fonti di energia (rinnovabili e piccole reti intelligenti) e nuovi meccanismi di trasporto (mobilità elettrica e a idrogeno). Tutto questo si tradurrà in nuovi modelli commerciali e opportunità occupazionali che coinvolgeranno tutti i settori della società e ci porteranno alla Terza Rivoluzione Industriale. I governi nazionali dovranno assumersi la responsabilità di sovvenzionare le costruzioni delle piccole reti intelligenti di energia in modo da avere una rete Internet dell’energia costituita da milioni di nodi e non da pochi nodi centralizzati come è oggi ché se viene a mancarne uno casca tutta la rete e quindi tutte le attività ad essa collegate. L’Internet dell’energia, invece, collegherà industrie, uffici, servizi, abitazioni in una rete intelligente costituita da milioni di nodi garantendo maggiore resilienza in quanto in caso di crisi in una zona la rete può riorganizzarsi con le piccole reti locali prendendo l’energia dagli altri nodi rimasti efficienti e consentendo così tutte le attività della società.

Si attuerà tutto ciò?

Il mercato detta legge e imporrà la caduta dell’economia basata sulle fonti fossili. Le energie rinnovabili stanno diventando sempre più economiche e i loro costi fissi continuano a scendere, mentre quelli marginali (i costi di una unità aggiuntiva prodotta) sono già vicini a zero. Le energie rinnovabili – il sole, il vento, ecc. – sono gratuite e distribuite in tutto il mondo a differenza delle fonti fossili che sono localizzate, in mano a pochi e diventano sempre più scarse e sempre più onerose da recuperare. Avviarci verso una società con un’economia circolare ed ecologica che ci porti alla Terza Rivoluzione Industriale, e non alla sesta estinzione di massa, però richiederà una presa di coscienza e un impegno collettivo che deve partire per prima da ognuno di noi. Lo vogliamo fare? Non sarà facile ma i giovani lo chiedono a gran forza.

Gesualdo, 8 novembre 2019

               

*Ingegnere e astrofilo

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zarmic@gmail.com

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