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www.ildialogo.org Esternalità: i costi che paga la società,di Michele Zarrella *

8 domande, 8 risposte l'otto ogni mese
Esternalità: i costi che paga la società

Eppure continuiamo a inquinare


di Michele Zarrella *

 

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpgCosa è l’esternalità?

Se apriamo Wikipedia leggiamo:

“In economia una esternalità si manifesta quando l'attività di produzione o di consumo di un soggetto influenza, negativamente o positivamente, il benessere di un altro soggetto, senza che quest'ultimo riceva una compensazione (nel caso di impatto negativo) o paghi un prezzo (nel caso di impatto positivo) pari al costo ...”

Più semplicemente?

Parliamo di esternalità quando i costi o i benefici di un’azione di un individuo o di un gruppo ricadono su tutta la società.

Per esempio?

I casi di inquinamento ambientale o di emergenze sanitarie hanno delle esternalità e i costi –purtroppo sempre maggiori – sono sostenuti da tutti i cittadini e non solo da chi li ha provocati.

Quindi se io uso l’auto o il riscaldamento o il computer inquino i costi di tale inquinamento li paga l’intera società. Ma a quanto ammontano?

Purtroppo oggi produciamo energia trasformandola principalmente dalle fonti fossili che producono ingenti quantità di anidride carbonica (CO2) che va a modificare la composizione dell’atmosfera provocando l’acuirsi dell’effetto serra. Alcuni studi internazionali hanno quantificato i costi prodotti da fonti fossili. Essi sono compresi fra quattro e i centoquaranta euro a tonnellata di CO2. Anche i Paesi del G8 hanno commissionato studi simili da cui è risultato che per ogni chilowattora di energia elettrica prodotta col petrolio l’esternalità, il costo sociale, è di sette centesimi mentre se viene prodotta col vento e sole è meno di un centesimo.

E quanta CO2 emette un singolo cittadino che usa l’auto per spostarsi?

Dipende dall’auto che ha. Basta leggere il libretto della propria auto che riporta la quantità di CO2 emessa per ogni chilometro percorso. In genere varia fra i 90 grammi per una piccola cilindrata fino ai 450 per i Suv (sport utility vehicles) – quei fuoristrada adatti ai percorsi sterrati in campagna o nei deserti. Pertanto è facile calcolare quanti chilogrammi di CO2 emette la propria auto. Ed è facile rendersi conto della differenza e dei costi diversi per fare la medesima azione: spostarsi di 100 km. Un Suv immette 350 g x 100 g/km = 35000 g, cioè 35 chili di CO2 ogni 100 km contro i 9 chili di un’utilitaria. Cioè un Suv inquina 11 volte in più di un’utilitaria per fare la stessa cosa: trasportare una o più persone per 100 km. Sono comportamenti da Sapiens questi?

Oltre all’inquinamento, che è la cosa principale, facciamo anche due conti economici, dato che spesso fa più presa il portafogli che la salute.

Son presto fatti. Un Suv, mediamente, consuma 20 litri di benzina per percorrere 100 km mentre un’utilitaria 4,5. Quindi considerando solo la benzina (e trascurando gomme, freni, olio, assicurazione, costo di ammortamento, ecc.) si ha 20 x 1,599 = 31,98 € contro i 7,195 € (4,5 x 1,599)di un’utilitaria. Risultato per fare la stessa cosa con un Suv si spendono 24,785 € in più. Il 345% in più.

C’è da riflettere, perché oltre ai costi va di mezzo la salute di tutta la società.

Allargando l’orizzonte possiamo capire che inquinare il mondo significa lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo inospitale a noi e a tante altre specie viventi. Quest’anno l’Earth Overshoot Day (il giorno in cui abbiamo consumato le risorse rigenerative annuali del pianeta) è caduto il 29 luglio. Da quando, negli anni Settanta, si è cominciato a calcolarlo non è mai capitato così presto. Con questo andamento avremmo bisogno di 1,7 pianeti e continuando così nel 2050 occorrerebbero due pianeti. Impossibile. Intanto registriamo la scomparsa di tante specie. E la scomparsa di una specie per il pianeta è come una nostra deglutizione. Scompaiono le specie viventi ma non il pianeta. Certo che c’è da riflettere.

Quindi sono fuorvianti i titoli “Il pianeta brucia!”, “Il clima impazzito” “Il torrente assassino”, “La foresta ubriaca” ecc.

Sì, sono ingannevoli. Il pianeta continuerà a girare su se stesso e intorno al Sole per altri 5 miliardi di anni. Scrivere questi titoli significa non volersi accollare le proprie responsabilità e rinviare la soluzione del problema. Fin quando sarà possibile? Il tempo che resta non è molto. Bisogna guardare il problema obiettivamente: siamo noi che interveniamo pesantemente sul clima come abbiamo scritto in https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1465367370.htm 

https://4.bp.blogspot.com/-jOIeCcnyU3E/XBaAIyW-ICI/AAAAAAAAGwE/ADeACxqUkI0gZX-NVq0PZSpaYKqwS0wrACLcBGAs/s640/2072.jpg 

(Tratta da Internet)

Ognuno di noi inquina e quindi ognuno di noi può darsi da fare per trovare le alternative agli attuali modi di consumo riducendo la propria impronta ecologica. La situazione impone di diventare consumatori consapevoli e responsabili trovando alternative agli attuali modi di uso dell’energia. Basta un po’ di buona volontà. Muoversi a piedi o in bici, usare i mezzi pubblici (treno, pullman), sfruttare le energie rinnovabili (solare, eolica, idrica…), produrre meno rifiuti acquistando quello che effettivamente serve e se possibile prodotti realizzati in loco, riutilizzare ciò che è possibile dando nuova vita agli oggetti, costruire case e apparecchiature di classe energetica meno energivora, ecc. Tutte queste azioni si riveleranno utili: saranno piccoli gesti che insieme a quelli di tanti altri potranno salvare la vita di tante specie.

Gesualdo, 8 agosto 2019

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

 

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