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www.ildialogo.org Il mondo che verrà,di Michele Zarrella *

Il mondo che verrà

Lettera a un amico sul riscaldamento globale


di Michele Zarrella *

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg Caro Amico, ti scrivo così discuto un po’.  E poiché sei lontano più forte ti scriverò, dice una famosa canzone. Come sai, sono ingegnere e ho insegnato la materia che studia la produzione, il trasporto e l’uso dell’energia elettrica. Da alcuni lustri mi interesso di riscaldamento globale. Leggo, libri, rapporti, articoli; seguo convegni, dibattiti, programmi scientifici e costantemente il TG Leonardo di RAI3 che negli ultimi anni parla sempre più spesso, incalzato dagli eventi, di cambiamenti climatici. Nelle mie relazioni faccio riferimento ai rapporti dell’IPCC (il gruppo intergovernativo dell’Onu sui cambiamenti climatici) e al libro di James Hansen TEMPESTE – Il clima che lasciamo in eredità ai nostri nipoti e l’urgenza di agire – in cui l’autore “consiglia” di riportare la concentrazione di anidride carbonica (CO2) a 350 parti per milione (ppm). Oggi, 26 maggio 2019, abbiamo 414,78 ppm mentre un anno fa era 411,44 (dal sito https://www.co2.earth/22-co2-now visitato il 26 maggio 2019). E' aumentato di oltre 3 ppm, mentre l'Accordo di Parigi prevede che dobbiamo ridurla. Nella mia piccola biblioteca non mancano altri libri fra cui I SIGNORI DEL CLIMA di Tim Flannery, il libro e il documentario Una scomoda verità di Al Gore per il quale ottenne il premio Nobel per la pace nel 2007, i libri di Luca Mercalli, Carlo Rovelli, Naomi Klein, Tim Jackson e altri autori. Come astrofilo percepisco alcune cose da un’altra prospettiva: quella cosmica. Ma non ho vissuto in una torre d’avorio: la mia vita ha spaziato nell’azione cattolica, nella gioventù francescana, nello sport, nell’insegnamento, nella famiglia, nella professione di ingegnere, nella politica, nella proloco, nella scuola, nell’astronomia, nella costruzione della Meridiana di Biogem ecc. Tutte queste attività mi hanno permesso di incontrare tante altre persone e conoscere da diverse sfaccettature l’Homo sapiens-sapiens. Molte di queste esperienze hanno fatto vecillare la mia fede nel genere umano e sentire un po’ di perplessità sulla sapienza di questo Homo, confermate da alcune letture. Per esempio quella della LAUDATO SI’ di papa Francesco che, nel paragrafo 55, definisce il comportamento della nostra società, visto dall’esterno, “suicida” (vedi: https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http:/ ); e quella del libro UNA RIVOLUZIONE CI SALVERÀ - Perché il capitalismo non è sostenibile di Naomi Klein che pone l’attenzione sui danni economici dovuti alla distruzione degli ecosistemi e anche sulla capacità di proliferazione umana a causa dell’inquinamento da petrolio; e quella del libro 7 lezioni di fisica del fisico teorico Carlo Rovelli che pone seri dubbi che tanto sapiens forse non lo siamo visto il modo in cui ci comportiamo rispetto all’ambiente e al riscaldamento globale. Il fisico fa anche un’altra ipotesi: che le generazioni-cugine che ci hanno preceduto (Homo Neanderthal e precedenti) si sono estinte mediamente nell’arco di circa 300.000 anni e conclude che noi sapiens ci stiamo avvicinando a tale limite, ma che rischiamo soprattutto di non raggiungerlo a causa dei cambiamenti climatici.

Pertanto volevo dirti che la fiducia in questo Homo che pone al primo posto il profitto e lo sfruttamento senza limiti della biosfera e al secondo posto la salute e il futuro della specie, a me, pare proprio “in-sapiens” o, come dice il papa, addirittura “suicida”. Sarebbe giusto che i nostri giovani possano vivere in un mondo che dia loro le stesse opportunità e le stesse risorse che hanno avuto la nostra generazione e quelle precedenti. Ma noi con i nostri comportamenti stiamo togliendo loro il futuro come ho scritto in: https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1557295452.htm. Alcuni pensano che comunque alla fine l’Homo sapiens-sapiens saprà costruire le tecnologie per “pulire” l’atmosfera dalla CO2 e seppellirla nelle stesse cavità ove sono state estratte le fonti fossili. È la cosiddetta geoengineering. Rammento che la natura ha realizzato, da miliardi di anni, una tecnologia del genere: gli alberi. Anzi è migliore, perché assorbono CO2 e emettono ossigeno. Invece l’Homo sapiens-sapiens abbatte intere foreste e poi si lambicca il cervello per costruire attrezzature che assorbano la CO2. Per me è illogico sporcare l’atmosfera e poi “affannarsi” a progettare e realizzare (e chissà se si farà in tempo) delle apparecchiature che assorbano la CO2 dall’atmosfera, la condensino e la “seppelliscano” nella viscere della Terra col rischio che qualche terremoto, errori progettuali o altro la faccia riuscire tutta d’un colpo con rischi altissimi per la nostra specie. Insomma ti pare logico il seguente ciclo: 1. Estrarre le fonti fossili con tutti i costi e i rischi che ne derivano (pensa ai disastri che già abbiamo fatto: la marea nera della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel Golfo del Messico, la petroliera Exxon Valdez, l’inquinamento di suolo, acqua e aria prodotto dalle raffinerie, penso alla Basilicata, ecc.); 2. Bruciarle emettendo CO2 nell’atmosfera, intervenendo così nel ciclo naturale del carbonio e del clima (https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1465367370.htm ); 3. Progettare e costruire una “scopa atmosferica” che la riprende e la comprime; 4. Andarla a sotterrare nelle viscere della Terra da dove l’abbiamo estratta? Ti sembra sapiente tutto questo?

Discorso identico per il costosissimo progetto (francese in collaborazione con mezzo mondo, Italia compresa) ITER che vuol tentare di ricreare la fusione nucleare sulla Terra con le grandi problematiche tecniche che ne conseguono. Il progetto prevede di raggiungere, nel centro di un toro elettromagnetico sotto vuoto, una temperatura di circa 150 milioni di gradi mentre all’esterno mantenere l’involucro a temperature prossime allo zero assoluto. Ma questa centrale nucleare a fusione ce l’abbiamo già in cielo: il Sole. Allora basta alzare la testa. E non solo in senso fisico. Oggi con le attuali tecnologie, come dicono vari studi dell’IPCC e del WWF, le energie rinnovabili possono sopperire alle esigenze energetiche dell’intera umanità. Allora perché non lo facciamo? Perché nell’Homo sapiens-sapiens prevale il profitto, il negazionismo interessato, la bugia, l’inganno, l’egoismo. Lo sfruttamento illimitato delle risorse di un pianeta limitato: cosa impossibile. Un ossimoro! E tutto ciò anche a costo di mettere a rischio la propria salute o addirittura tutta la specie? Assurdo! Semplicemente irragionevole!

Spero che entro il 2030, fissato dall’Accordo di Parigi come momento dopo il quale sarà impossibile contenere l’aumento di temperatura sotto 1,5 gradi (vedi: https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http:/ ), si mettano in atto le giuste azioni per diminuire del 45% le attuali emissioni di CO2 e azzerarle completamente entro il 2050. Il tempo non è molto. Mancano 11 anni. Ognuno di noi deve cambiare. Siamo l’ultima generazione che lo può fare. Caro Amico dobbiamo agire. Ora.

Gesualdo, 26 maggio 2019

 

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

 

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