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www.ildialogo.org IN EUROPA SI VOTA, MA CHI PARLA DI AMBIENTE?,di Michele Zarrella *

Otto domande, otto risposte l’otto ogni mese
IN EUROPA SI VOTA, MA CHI PARLA DI AMBIENTE?

Fra 18 giorni alle urne


di Michele Zarrella *

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg La politica è rinnovabile?

Sì. La politica è rinnovabile. Se l’elettore si informa e premia quei partiti che con i programmi dichiarano che porranno attenzione all’ambiente, che vogliono uno sviluppo sostenibile, che vogliono vivere in una casa pulita e compatibile con la nostra specie si può rinnovare e cambiare. I segnali dell'ambiente sono chiari e non possono essere ignorati. E poi va premiato chi promette di eliminare la fame, porre fine alla ingiusitizia e alla povertà, dare una casa a tutti, impegnarsi in un mondo più pacifico. Va premiato chi promette prosperità per tutti e un mondo più equo in cui credere e dare un senso alla propria vita. Non può essere considerato come fondamento di una società civile il garantire la prosperità a pochi a discapito della distruzione ecologica e l'ingiustizia sociale.

I programmi dei partiti queste cose le dicono.

Oltre ai programmi però occorre soprattutto premiare chi con i fatti ha dimostrato di voler porre seriamente attenzione all’ambiente. Cioè chi concilia la giusta aspettativa ad una buona vita per tutti con il limiti del pianeta. Finora la politica ha tenuto in scarsa considerazione questi obiettivi o addirittura li ha esclusi dai propri impegni. Pertanto chi ha avuto più volte la possibilità di farlo e non lo ha fatto non può scrivere e dire per l'ennesima volta che lo farà. Viene un moto di rabbia di fronte a quelle migliaia di menzogne allineate rigo dopo rigo – nei programmi e negli accordi internazionali – e ripetute in pubblico parola dopo parola. Credo che questi politici non hanno mai immaginato quanto valore possa avere anche la più piccola affermazione sul mondo a venire. E resto sorpreso all’idea che lo spazio occupato da queste dichiarazioni per molti elettori rappresenta un’aspettativa da premiare col voto. Nell'ultimo rapporto dell'organizzazione non governativa Oxfam si legge "E' tempo di costruire un'economia che crei benefici per  tutti, non solo per pochi privilegiati." Basta incrementare i redditi dei già ricchi in un pianeta limitato. Per dirla con le parole di Madhav Gadjil, basta incrementare le poche "isole di ricchezza in un oceano di povertà". 

Alcuni politici – penso a Trump – dicono che il riscaldamento globale è un abbaglio. Il capo gabinetto del ministro per la famiglia e le disabilità, Cristiano Ceresani, dice che la fine del mondo è opera di Satana. Cosa rispondere?

Chi non presta fiducia a quanto dicono gli scienziati da quasi mezzo secolo mi fa pensare ad alcuni comportamenti medioevali come quelli nei confronti di Galileo Galilei, Giordano Bruno, Tommaso Campanella… Per citare i più eclatanti. E sappiamo come è andata. Ma non vanno dimenticati gli altri. Il lavoro di ricerca di Andrea Del Col, stima che, nei 219 anni di operatività dell’Inquisizione, solo in Italia, vi fu un numero di imputati compreso fra i 204.000 e i 300.000 di cui solo una parte, da un minimo di 51.000 a un massimo di 75.000, andarono a processo e di questi il 2 per cento fu condannato a morte. L’ultima esecuzione capitale è registrata nel 1761.

La Politica invece di contraddire ciò che dicono gli scienziati, facendo come l'Inquisizione, deve accettare le loro conclusioni ed esprimere il proprio senso di responsabilità rispetto all’organizzazione del mondo. Però al di là dei comportamenti di alcuni politici, penso che solo la consapevolezza personale formatasi su rapporti scientifici indipendenti – come i rapporti dell’IPCC dell’Onu – e la collaborazione di tutti ci potranno far raggiungere il risultato di ridurre il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici, come è successo – ma non è finita – per il buco dell’ozono.

Ma i danni ambientali comportano anche danni economici?

Certamente. Danni economici ingenti. Secondo la Stern Review di Nicholas Stern spendendo adesso circa l'1% del Pil e piccoli sforzi potremmo evitare costi maggiori dell'ordine del 20% e sforzi ciclopici in seguito. Speriamo almeno che dove non arriva il rispetto per l'ambiente possa arrivare l'amore per il risparmio. Anche per questo consiglio di votare quei politici che promettono di abbandonare immediatamente l’utilizzo e anche la ricerca di fonti fossili e di azzerarne, come previsto dall'Accordo di Parigi, il loro uso entro il 2050 puntando sulle rinnovabili. Le soluzioni e le tecnologie già ci sono. Occorre solo la volontà di farlo. Continuare ad immettere nell’atmosfera anidride carbonica agli attuali livelli, o addirittura superiori, esporrebbe la nostra civiltà a costi ingentissimi e la nostra specie a rischi gravissimi: cambiamenti climatici catastrofici, che non ha alcun senso correre. In particolar modo per chi si è autodefinito sapiens-sapiens.

 Rischi gravissimi che correranno soprattutto le future     generazioni.

Esatto. È per questo che la battaglia di Greta Thumberg e dei giovani è sacrosanta. Noi dobbiamo chiedere perdono ai giovani. Le ultime 5 generazioni di Homo sapiens-sapiens hanno inquinato più delle 9995 che le hanno preceduto. I giovani non si devono arrendere. Non si possono arrendere. Non glielo dobbiamo permettere. Li dobbiamo informare. Devono studiare, per capire. Devono continuare la battaglia contro i cambiamenti climatici. Greta dice: «nessuno è troppo piccolo per fare la differenza».  È vero. E ogni voto fa la differenza. Non scegliete l'odio e la paura ma la speranza e la fiducia in un mondo più equo e più giusto.

Greta Thumberg ha dicharato di aver paura ogni giorno.

Ne ha ben donde. Secondo l’Onu ogni anno muoiono nove milioni di persone per l’inquinamento. E se raggiungiamo il punto di non ritorno molte cose diventeranno irreversibili. Ne abbiamo ampiamente parlato in https://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1554704713.htm . Col riscaldamento globale le stiamo togliendo il futuro. Stiamo togliendo ai giovani il tempo. Per noi che abbiamo superato da molto il “mezzo del cammin di nostra vita” cosa vuole che sia un po’ di “tempo perso” anche, per esempio, a oziare al sole. Concetto ben diverso è perdere il tempo perché esso non ci sarà più. I giovani hanno diritto al tempo così come lo abbiamo avuto noi. E se il tempo viene loro tolto è naturale che si genera paura.

Secondo l'accordo di Parigi se non si prendono alcuni provvedimenti entro il 2030 scatta una serie di condizioni irreversibili. Pertanto oltre quel limite il tempo sarà diminuito.

E che venga accorciato a un settantenne poco male: fra undici anni ne avrà oltre 80 – superiore all’attuale aspettativa di vita –. Ma che venga accorciato ai giovani no. Con i cambiamenti climatici il tempo viene ridotto ai nostri figli e, maggiormente, ai nostri nipoti. A loro vengono tolti 50, 60, 70 anni. E questo è inaccettabile. Questo è il punto centrale in cui la riflessione dell’elettore si deve tradurre in scelta politica. Dando il proprio voto a chi dimostra, con i fatti, il senso di responsabilità rispetto all’organizzazione e al futuro della nostra specie su questo mondo basata sulle fonti rinnovabili. Il mondo adesso è vostro, usate bene il voto. Avete un'opportunità straordinaria per investire nel cambiamento, per mettere in disparte la politica a breve termine che sta assillando la nostra società da mezzo secolo. Partecipate alle elezioni con l'intendo di rimpiazzare la vecchia politica con una politica matura capace di affrontare la sfida, enorme, di assicurare prosperità a tutti. 

 Come è successo per il buco dell’ozono, ce la faremo  a contenere l'aumento di temperatura sotto i 2 °C quando sarà   il   momento?

Quando sarà il momento non ci sarà più tempo. Se cominciamo adesso forse ce la faremo. Pertanto è questo il momento.

Gesualdo, 8 maggio 2019

 

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

 

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