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www.ildialogo.org Historia magistra vitae: la Storia è maestra di vita ,di Michele Zarrella

Historia magistra vitae: la Storia è maestra di vita 

di Michele Zarrella

https://www.ildialogo.org/foto2/MicheleZarrella250.jpg  Nella storia dell’umanità di epidemie ce ne sono state tante e tutte hanno cambiato qualcosa nella società in cui si sono abbattute. Ricordo quella di morbillo e di vaiolo che consentì a uno sparuto esercito spagnolo di sconfiggere i popoli americani indigeni, cambiando per sempre la storia di quella nazione e del mondo. Le epidemie si sono avute da quando l’uomo ha cominciato a vivere in comunità sempre più grandi. Un esempio è la cosiddetta “peste di Atene” descritta da Tucidide. Ma la prima peste su larga scala fu la peste nera che giunse dall’Oriente e che nel 1333 in Asia sterminò circa un quarto della popolazione. Si diffuse anche in Europa col suo apice nel 1348 e con la morte di circa un terzo della popolazione. Questa epidemia ispirò il Boccaccio che scrisse Il Decamerone, una raccolta di cento novelle, dieci al giorno, considerata una delle opere più importanti del Trecento. Un altro capolavoro della letteratura italiana, I promessi sposi, di Alessandro Manzoni, descrisse la peste del 1630 a Milano, mentre all’estero ricordiamo il capolavoro di Albert Camus La peste nel quale Camus descrive i comportamenti umani iniziali: due medici sospettano che le prime morti sono dovute alla peste bubbonica ma nessuno li prende in considerazione e nemmeno le autorità che hanno paura di creare panico nella popolazione. Fra il 1918 e il 1920 la Spagnola, che nulla ha a che vedere con la Spagna, fece più vittime della Prima Guerra Mondiale, circa 50 milioni di persone. Per giungere agli ultimi decenni con le epidemie quali Ebola, HIV, Mers, Sars, A/H1N1. Ma cosa ci hanno insegnato tutte queste epidemie?

La Storia è maestra!, e sono d’accordo. Ma di fronte ai comportamenti odierni possiamo dire “La Storia è maestra!?” Pare che la storia delle epidemie ci ha insegnato poco o niente. Nelle epidemie che ci hanno preceduto la prima reazione è stata quella della negazione del morbo. Poi quando il morbo è iniziato a diffondersi le Autorità lo hanno negato accusando chi ne parlava di complotto politico. Poi quando non si può più negare si sono accusati gli stranieri e si è andati a dare loro la caccia passando dalle minacce ai fatti, fino agli assassinii a furor di popolo. Quando tutte queste ipotesi non “riescono” a fermare la peste si giunge perfino a individuare il responsabile in qualche Demone dettato dalla arretratezza culturale di ancestrali superstizioni. Non mancano in tutte queste fasi i soliti sciacalli e i manovratori per interessi economici.

Nella peste del XIV secolo i responsabili furono individuati negli Ebrei che furono incolpati di inquinare i pozzi. In quella del XVII secolo, i cui comportamenti umani furono magistralmente descritti dal Manzoni, i primi ad essere accusati furono i francesi; poi la colpa era “…  di tal Girolamo Buonincontro, ex frate, divenuto spacciatore di rimedi miracolosi…”; poi i monatti che lo avrebbero fatto per aumentare i propri guadagni; poi il complotto politico da parte dell’ex governatore Gonzalo Fernández de Córdoba, e infine di un demone circolante in città: il Mammone che avrebbe sparso per la città e nel Duomo della polvere. Senza dimenticare i soprusi come l’episodio della Colonna Infame che portò, dopo l’estorsione – tramite supplizi insopportabili – di una confessione, all’assassinio di Guglielmo Piazza e del barbiere Gian Giacomo Morra denunciati, a furor di popolo, ma erroneamente, come untori.

La Storia è maestra!? Permettetemi il beneficio del dubbio. Tutte queste storie ci dovrebbero far ragionare sui comportamenti odierni. Quando in Cina si sono avuti i primi casi di coronavirus, a ottobre-novembre 2019, la prima reazione è stata di negarlo. Il medico che lo scoprì fu zittito, espulso dall’ospedale e minacciato. Poi, quando l’epidemia già si era irresponsabilmente diffusa, è stato riabilitato e rimesso in servizio. È divenuto un eroe perché morto per essere stato contagiato dal virus quando cercava di combatterlo nei malati del suo ospedale. Un po’ tardi: il danno era irrimediabilmente fatto. Albert Camus dice: «Pestilenze e guerre colgono gli uomini sempre impreparati». Intanto in Italia si chiudevano i voli aerei diretti da e per la Cina, un governatore di regione accusava i cinesi dimangiare i topi vivi e si gridava di cacciare dalle scuole i bambini cinesi. Tanto che il presidente Mattarella, per dare un esempio di sapienza, si recava in visita ad una scuola dove c’erano dei bambini cinesi. I negozi cinesi che prima erano affollati per i loro prezzi bassi sono stati disprezzati per paura ingiustificata del virus. Dalle tante minacce verbali ai cinesi si è arrivati a episodi di violenza, fra cui quello di un cinese che voleva entrare in un bar di Bassano del Grappa ed è stato preso a bottigliate in testa, e quello di una persona che fuggendo gridava “Sono filippino, non cinese”. Quando poi il morbo è giunto anche in Italia siamo stati noi a vederci respinti gli aerei nelle località turistiche in cui si erano recati alcuni italiani. Siamo stati noi a non essere accettati indiscriminatamente. A quel punto abbiamo preso coscienza della realtà e ci siamo dovuti ricredere su tante cose.

La Storia è maestra!? Chiedo il beneficio del dubbio. Alcuni Capi di Stato europei hanno chiuso le frontiere e impedito la spedizione di mascherine e altro materiale medico in Italia dove per prima in Europa si è scoperta l’epidemia. In America, Trump ha negato fino a quando ha potuto, poi ha incolpato i cinesi. Ora i cinesi incolpano gli americani. Jhonson in Inghilterra ha puntato sulla immunità di gregge abbandonando i più deboli a morte certa.

La Storia è maestra!? Per chi? Oggi noi italiani non diciamo più chiusura dei voli dalla Cina ma accettiamo di buon grado il loro aiuto sia copiando il metodo (chiusura delle zone rosse), sia in mezzi – giungeranno dalla Cina aiuti per dieci tonnellate di materiale sanitario – e sia in personale medico qualificato: dottori e infermieri che possono portare la loro esperienza. Intanto Trump, non lo nega più, ma ha investito 50 miliardi di dollari per le prime esigenze sanitarie; ed ha tentato di comprare un’azienda tedesca che sta sviluppando un vaccino, chiedendone il brevetto. Ma gli si è rivoltato contro mezzo mondo. Jhonson ha fatto marcia indietro e ha annunciato iniziative simili a quelle italiane. E Macron, dopo aver chiuse le frontiere verso l’Italia e aver fatto eseguire le votazioni di domenica scorsa, ora sta seguendo l’esempio italiano chiudendo le scuole e i musei. Anche la Spagna e la Germania ora seguono il metodo italiano che sta facendo scuola nel mondo.

La Storia è maestra!? Forse dovremmo dire La Storia sia maestra! E ci insegni, in primis, che la colpa non è sempre degli altri. Possiamo, appendere le bandiere al balcone, accendere le pila tutti insieme alle 21.00, cantare alle 18.00 tutti l’inno nazionale, applaudire a mezzogiorno i medici, gli infermieri e tutti gli operatori sanitari, dirci e augurarci che “ANDRÀ TUTTO BENE”, ma se vogliamo far sì che vada tutto bene, che la storia sia maestra e migliorare questo mondo dobbiamo prima cambiare noi stessi. Cambiare il nostro stile di vita: essere disposti a invertire l’attuale rotta che dice spendere-consumare, spendere-buttare. Perché questo stile di vita, questa rotta ci porterà dritti e a velocità crescente verso un riscaldamento globale intollerabile per la nostra specie. E in quel caso non ci sarà storia. 

Gesualdo, 18 marzo 2020

*Ingegnere e astrofilo

Per contatti

zarmic@gmail.com

 

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