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www.ildialogo.org Il 22 aprile è La Giornata mondiale della Terra,di Michele Zarrella

Otto domande otto risposte l’otto del mese
Il 22 aprile è La Giornata mondiale della Terra

A primavera si risveglia la natura ma anche la mente


di Michele Zarrella

Fra due settimane si celebra la Giornata mondiale della Terra a cosa serve?

È un giorno per riflettere sulla salute del nostro pianeta, un pianeta in cui tutto è connesso: aria, acqua, terra e sole, e che va considerato come un organismo vivente con i suoi cicli, i suoi mutamenti, i suoi equilibri, ecc. Nel 1969 il matematico James Lovelock formulò l’”Ipotesi Gaia” secondo la quale l’universo è sostenuto da una struttura macroscopica e microscopica di flussi gassosi, magnetici, atomici, atmosferici che hanno creato le stelle e i pianeti. In tale ipotesi l’atmosfera, la parte più sensibile e più facilmente danneggiabile dell’organismo Terra, rappresenta l’involucro che protegge tale organismo alla stessa stregua del piumaggio degli uccelli, della pelliccia degli animali. Gli scienziati hanno studiato i dati della temperatura del pianeta, della  concentrazione di anidride carbonica (CO2) nell’atmosfera e del livello del mare fino a 425.000 anni fa, e James Hansen ne ha pubblicato il grafico a pag. 60 del libro Tempeste. Tale grafico dimostra che fino al 1930 la concentrazione di CO2 non ha mai superato le 300 parti per milione e che i tre parametri  sono strettamente collegati. Se aumenta la concentrazione di CO2 aumenta la temperatura e anche il livello del mare. Ma l’Homo sapiens con le sue attività di estrazione delle “risorse di sole” dalle fonti fossili sta cambiando pesantemente ed esponenzialmente l’equilibrio raggiunto dal pianeta nel corso dei suoi 4,6 miliardi di anni, equilibrio che da circa 200.000 anni ha permesso la vita della nostra specie.

Ma su questo argomento ci sono teorie contrastanti. Alcuni scienziati (per esempio Zichichi, ed altri) non sono d’accordo.

Ha detto bene te-o-ri-e. Le teorie sono ipotesi che col tempo debbono avere la verifica dei dati. Nel XVII secolo Galilei pose le basi per le dimostrazioni scientifiche e durante i miei studi liceali mi hanno insegnato ad assumere quanto più possibile posizioni di assoluta indipendenza e a trarre in piena libertà qualsiasi conclusione che fosse stabilita dai dati a disposizione e dall’analisi oggettiva degli stessi, come nel caso del grafico suddetto  (http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1297151930.htm). Oggi ne abbiamo tanti e i contrasti si hanno solo se questi dati non vengono letti in piena libertà.

Sono già accadute dispute simili?

Si ricorda le divergenze sul problema del fumo? Negli anni sessanta del secolo scorso alcuni medici iniziarono a porre la questione che il fumo danneggiava i polmoni e causava danni alla salute. Ma, contemporaneamente, altri medici pubblicavano articoli sulla innocuità del fumo o addirittura in favore di esso. Sapendo come è andata a finire, cosa pensare di questi ultimi? Ma la differenza è che il fumo riguarda un singolo individuo o tutt’al più un piccolo gruppo di individui, ma i cambiamenti climatici riguardano milioni di persone, intere città (Venezia, Amsterdam, ecc. ) e  paesi come il Bangladesh, il Lagos, i Paesi Bassi, ecc..

La lotta ai cambiamenti climatici è la sfida maggiore che la nostra società dovrà affrontare?

Il nostro secolo dovrà affrontare due grandi sfide: la lotta alla povertà e la lotta ai cambiamenti climatici. Le risposte vanno cercate nella informazione corretta e scientifica dei due problemi. L’opinione pubblica ben informata potrà agire efficacemente in due modi. Primo ognuno deve assumere dei comportamenti  responsabili ed ecocompatibili. Poi esercitare una pressione efficace sulla società civile, sulle organizzazioni e sulla politica. Gli errori fatti oggi li pagheranno principalmente le future generazioni.

Ma l’attuale economia è basata sul carbonio, quindi si perderanno posti di lavoro.

Sarà necessaria una riconversione dell’attuale sistema economico, ma ciò non significa necessariamente perdita di posti di lavoro. Anzi. Saranno le sagge scelte di politica economica insieme alle offerte di maggiori opportunità a liberare lo spirito imprenditoriale e a produrre tanti posti li lavoro.

È la temperatura quello che più ci deve preoccupare?

I pericoli connessi ai cambiamenti climatici non sono solo, e nemmeno in prevalenza, di natura termica. Il grosso del danno deriva dal terzo grafico: dal livello dei mari e più precisamente dall’acqua nelle sue tre forme: solida, liquida e gassosa. Se ce ne sarà troppa avremo tempeste, inondazioni e innalzamento del livello del mare. Se ce ne sarà troppo poca avremo quindi siccità e scarsità di acqua potabile. Tutto ciò potrebbe modificare la geografia della Terra e, di conseguenza, un cambiamento degli habitat, mettendo a rischio il luogo dove viviamo, il modo di vivere e il ciclo di una vita che è stata donata a noi e a tutte le specie che il pianeta ospita.

Sono rischi davvero gravissimi.

Correre questi rischi non ha nulla di “sapiens”. La Terra è una cosa straordinaria, la vita è un mistero. Stiamo per esaurire quello che la natura ci fornisce. Possiamo invertire l’attuale tendenza riducendo i rischi comportandoci da consumatori ragionevoli. Ognuno di noi può e deve fare la sua parte con ciò che compra con un uso ragionevole dell’energia. Seguiranno a ruota i mercati e la politica.

In questa Giornata della Terra cosa si sente di consigliare?

Oltre ai comportamenti individuali più volte ricordati, ritengo davvero insensato distruggere le foreste. La civiltà di Rapa Nui, ( http://www.ildialogo.org/cEv.php?f=http://www.ildialogo.org/ambiente/riflessioni_1354921438.htmestintasi nel XV secolo, raggiunse il punto di non ritorno quando abbatté l’ultimo albero. In questi ultimi quaranta anni la più grande foresta amazzonica  è stata ridotta dall'Homo sapiens del 20% per far posto alla produzione della soia necessaria per dar da mangiare agli animali da carne. In Italia lo scorso anno sono stati bruciati 46.000 ettari di foreste (dati ISPRA). Questo ha significato immettere nell’atmosfera circa 2 milioni di tonnellate di CO2. E questo significa aumentare la temperatura dell'atmosfera. Le piante assorbono CO2 e danno ossigeno. Inoltre piante e microorganismi purificano l'acqua. La assorbono nella stagione umida e la restituiscono in quella secca. Gli alberi hanno una grande funzione per la vita sulla terra. Abbatere o incendiare le foreste significa ridurre la vita di tante specie sul pianeta.

Gesualdo, 8 aprile 2013

Michele Zarrella

Per contatti

zarmic@gmail.com

sito web: digilander.libero.it

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Lunedì 08 Aprile,2013 Ore: 08:39
 
 
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